Eccomi qui a vivere la mia prima
Settimana Santa in terra boliviana: per molti aspetti la Domenica
delle Palme l'ho vissuta in maniera molto diversa rispetto alla
precedenti, a partire dal fatto che qui le palme sono palme vere e
proprie!
Grazie a Padre Ottavio, che è il
direttore dell'hogar ma che è anche a capo dell'organo che si occupa
di tutti gli orfanotrofi cattolici della zona, ho avuto modo di
riflettere su come ho vissuto la Quaresima, la prima così lontano da
casa: sono stati giorni di attesa in cui non sono mancati momenti
difficili in quanto le idee ed i progetti fatti prima di partire si
sono scontrati con la realtà, dove mi sono ritrovato da solo ed in
uno stato di precarietà, nel senso che ad oggi non so bene quale
sarà il luogo dove presterò il mio servizio.
Sono stati giorni di attesa in cui, man
mano che passavano, cresceva la voglia di agire, vedendo tante cose
che non vanno o che necessitano di essere migliorate, e sentivo il
peso di non tradire la fiducia di parenti, amici e di quanti mi
stanno seguendo in questa mia scelta: il non conoscere dove andrò mi
pone dei freni. Tutto questo però non è stato negativo: ho avuto la
fortuna di poter stare fermo ad osservare ed ascoltare tutto ciò che
mi stava attorno, cercando di coglierne anche il minimo particolare,
al fine di conoscere e di capire il perchè di certe cose. Mi sono
messo a disposizione di tutto ciò che mi si chiedeva, mettendo da
parte l'orgoglio, e ho lavorato assieme ai boliviani, cercando di
dare il meglio che potevo: forse ci son riuscito perchè ora ne sto
raccogliendo i frutti conquistando la loro fiducia ma non mi devo
montare la testa perchè la strada è ancora lunga!
Dal punto di vista spirituale non è
che ancora viva bene la Messa, probabilmente a causa della lingua, ma
in questi giorni mi affido al Signore perchè mi guidi lungo il
cammino che ha voluto per me, consapevole che nel caso inciampi o
cada Lui sarà lì ad aiutarmi ad alzare.
Durante questo periodo ho la fortuna di
poterLo incontrare ogni giorno nel volto dei bambini dell'hogar
quando piangono, vogliono giocare o fare una passeggiata, mi chiedono
qualcosa oppure desiderano solamente stare con me: ogni momento con
loro significa compromettersi, cercare di realizzare quell'amore
cristiano che Gesù ci ha predicato! Anche quando capisco soltanto un
quarto di quello che dicono, quando sarei tentato di ignorare le loro
richieste cerco di dare il massimo per un semplice motivo: sono dei
miei piccoli fratellini e Dio, per qualche motivo che ancora ignoro,
mi chiede di prenderne cura almeno per un po'... Mi sta domandando troppo? Credo di no!
Ora vi lascio con qualche foto di
domenica scorsa
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