mercoledì 27 marzo 2013

La mia prima Quaresima boliviana


Eccomi qui a vivere la mia prima Settimana Santa in terra boliviana: per molti aspetti la Domenica delle Palme l'ho vissuta in maniera molto diversa rispetto alla precedenti, a partire dal fatto che qui le palme sono palme vere e proprie!
Grazie a Padre Ottavio, che è il direttore dell'hogar ma che è anche a capo dell'organo che si occupa di tutti gli orfanotrofi cattolici della zona, ho avuto modo di riflettere su come ho vissuto la Quaresima, la prima così lontano da casa: sono stati giorni di attesa in cui non sono mancati momenti difficili in quanto le idee ed i progetti fatti prima di partire si sono scontrati con la realtà, dove mi sono ritrovato da solo ed in uno stato di precarietà, nel senso che ad oggi non so bene quale sarà il luogo dove presterò il mio servizio.
Sono stati giorni di attesa in cui, man mano che passavano, cresceva la voglia di agire, vedendo tante cose che non vanno o che necessitano di essere migliorate, e sentivo il peso di non tradire la fiducia di parenti, amici e di quanti mi stanno seguendo in questa mia scelta: il non conoscere dove andrò mi pone dei freni. Tutto questo però non è stato negativo: ho avuto la fortuna di poter stare fermo ad osservare ed ascoltare tutto ciò che mi stava attorno, cercando di coglierne anche il minimo particolare, al fine di conoscere e di capire il perchè di certe cose. Mi sono messo a disposizione di tutto ciò che mi si chiedeva, mettendo da parte l'orgoglio, e ho lavorato assieme ai boliviani, cercando di dare il meglio che potevo: forse ci son riuscito perchè ora ne sto raccogliendo i frutti conquistando la loro fiducia ma non mi devo montare la testa perchè la strada è ancora lunga!
Dal punto di vista spirituale non è che ancora viva bene la Messa, probabilmente a causa della lingua, ma in questi giorni mi affido al Signore perchè mi guidi lungo il cammino che ha voluto per me, consapevole che nel caso inciampi o cada Lui sarà lì ad aiutarmi ad alzare.
Durante questo periodo ho la fortuna di poterLo incontrare ogni giorno nel volto dei bambini dell'hogar quando piangono, vogliono giocare o fare una passeggiata, mi chiedono qualcosa oppure desiderano solamente stare con me: ogni momento con loro significa compromettersi, cercare di realizzare quell'amore cristiano che Gesù ci ha predicato! Anche quando capisco soltanto un quarto di quello che dicono, quando sarei tentato di ignorare le loro richieste cerco di dare il massimo per un semplice motivo: sono dei miei piccoli fratellini e Dio, per qualche motivo che ancora ignoro, mi chiede di prenderne cura almeno per un po'... Mi sta domandando troppo? Credo di no!
Ora vi lascio con qualche foto di domenica scorsa
Har baje











stampa la pagina

Nessun commento:

Posta un commento