Sabato scorso in hogar si respirava aria di festa: ben 12
ragazzi han ricevuto il battesimo! Non si tratta di un fatto puramente
religioso perché il certificato che attesta di aver ricevuto questo sacramento
ci permette di dargli un’identità, di poter richiedere il rilascio di documenti
di riconoscimento che gli serviranno per il futuro.
Vedere i fanciulli vestiti di bianco ed emozionati per la
celebrazione mi ha fatto tenerezza sebbene fossi come loro in preda ad un’orda
di sentimenti contrastanti ed un poco teso, visto che in quest’occasione ho
avuto l’onore di essere padrino di due di loro: Sandra e Bautista. Del secondo
ne ho parlato già in un precedente post (clicca qui per visualizzarlo): nutro
una forte simpatia nei suoi confronti, mi preoccupo per lui, ammiro ed allo
stesso tempo invidio la sua caparbietà, il non arrendersi mai davanti alle
difficoltà e la sua forza di volontà. Non mi aspettavo neanche lontanamente il
fatto che decidesse di scegliermi come santolo: quanto faccio per lui è
qualcosa che viene dal cuore anche se a volte mi risulta difficile comprenderlo
viste le sue difficoltà nel parlare e non sempre riesco ad aiutarlo o a dargli
quello di cui ha bisogno. Per me rappresenta uno stimolo, mi dà la forza che mi
spinge ad andare oltre i miei limiti, le mie paure verso chi ha dei problemi
fisico mentali che lo rende diverso da me e per questo mi spaventa, perché non
so proprio come comportarmi… Bautista è speciale: mi viene da pensare che sia
un dono caduto dal cielo per farmi capire che i propri limiti si possono
superare, anche se con fatica, solo se ti lasci guidare dall’amore.
Sandra è una tredicenne orfana dei due genitori: dovevo già
farle da padrino per la prima Comunione lo scorso anno ma tutto è saltato perché
per una serie di motivi il corso di catechismo era stato frammentato ed è
risultato del tutto insufficiente. Mi aveva scelto già dopo due mesi che era
arrivata qui, tutti i ragazzi già sapevano della sua decisione a riguardo da un
bel po’. Mi ha conquistato con il suo sorriso e con la sua semplicità, non
potevo dire di no a questo suo desiderio per cui già sapevo che quest’anno
sarebbe stata una mia figlioccia ma non nascondo la sorpresa nell’apprendere che
sarei stato al suo fianco anche per il battesimo, visto che non c’era alcun documento da cui risulti che l’avesse già ricevuto.
Dovreste aver visto come gli hanno brillato gli occhi quando
ho accettato di fargli da padrino! Ho visto la gioia nei loro volti che poi si
è ripetuta quando siamo andati a comprargli i vestiti necessari per la
cerimonia, in rigoroso color bianco: qui devo ringraziare Ingrid, la nostra
psicologa, e Rut, una delle educatrici, che mi hanno accompagnato visto che
anche loro si trovavano nella mia stessa situazione e mi hanno aiutato nella
scelta dei pantaloni, della camicia e delle scarpe di Sandra… Se non fosse
stato per loro mi sarei trovato in alto mare! Confesso che lo shopping mi ha
stremato ma ne è valsa davvero la pena visto che i due fanciulli erano al
settimo cielo e con un grande sorriso smagliante.
Ma che significa essere padrino? Non è solo accompagnare il
bambino nel suo cammino di fede, non è solo comprargli cose da vestire per l’occasione
e portarlo fuori a mangiare qualcosa, non è solo questo o almeno non lo è qui,
in questo contesto: qui il ragazzo ti sceglie, non sei tu che lo scegli, e
questa sua decisione non è e non può essere casuale visto che si trova in un
centro di accoglienza perché è orfano, è abbandonato o ha problemi con la
propria famiglia. Ti vuole come padrino perché ha visto in te qualcosa di
differente, che non aveva mai visto prima, e sente in cuor suo che di te si può
fidare e che vale la pena farlo, anche se probabilmente ha ricevuto soltanto
delusioni in parecchie occasioni e da persone che dovevano amarlo. Quando
accetti questo ruolo non puoi più tirarti indietro: diventi un modello, un
esempio per il tuo figlioccio anche se non sei il genitore o un familiare….
Diventi il suo amico, il suo consigliere, il primo che si preoccupa quando sta
male e per la sua salute, la persona con cui condividere sia i momenti belli
che quelli brutti, quello a cui tocca fargli la romanzina se ha combinato
qualcosa di sbagliato… ti trasformi nel suo compagno di viaggio nel suo cammino
di crescita come persona. E' tutt'altro che una passeggiata perché diventi una
guida per chi non ha nessuno e ti ha scelto perché ha bisogno di qualcuno che
si interessi a lui e che lo accetti così com’è, che lo ami: me ne sono accorto
in questi due giorni in cui Sandra e Bautista si avvicinano a me per parlare,
scherzare o giocare e vogliono passare con me il maggior tempo possibile. Per
questo essere padrino per me è un onore: non è solo una manifestazione di
affetto che ricevo, non rappresenta soltanto un bellissimo regalo ma è anche un
gesto di fiducia in me da parte di chi mi ha scelto. Grazie Sandra, grazie
Bautista per quanto mi avete donato!
Har baje
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