lunedì 17 ottobre 2016

Essere padrino

Sabato scorso in hogar si respirava aria di festa: ben 12 ragazzi han ricevuto il battesimo! Non si tratta di un fatto puramente religioso perché il certificato che attesta di aver ricevuto questo sacramento ci permette di dargli un’identità, di poter richiedere il rilascio di documenti di riconoscimento che gli serviranno per il futuro.
Vedere i fanciulli vestiti di bianco ed emozionati per la celebrazione mi ha fatto tenerezza sebbene fossi come loro in preda ad un’orda di sentimenti contrastanti ed un poco teso, visto che in quest’occasione ho avuto l’onore di essere padrino di due di loro: Sandra e Bautista. Del secondo ne ho parlato già in un precedente post (clicca qui per visualizzarlo): nutro una forte simpatia nei suoi confronti, mi preoccupo per lui, ammiro ed allo stesso tempo invidio la sua caparbietà, il non arrendersi mai davanti alle difficoltà e la sua forza di volontà. Non mi aspettavo neanche lontanamente il fatto che decidesse di scegliermi come santolo: quanto faccio per lui è qualcosa che viene dal cuore anche se a volte mi risulta difficile comprenderlo viste le sue difficoltà nel parlare e non sempre riesco ad aiutarlo o a dargli quello di cui ha bisogno. Per me rappresenta uno stimolo, mi dà la forza che mi spinge ad andare oltre i miei limiti, le mie paure verso chi ha dei problemi fisico mentali che lo rende diverso da me e per questo mi spaventa, perché non so proprio come comportarmi… Bautista è speciale: mi viene da pensare che sia un dono caduto dal cielo per farmi capire che i propri limiti si possono superare, anche se con fatica, solo se ti lasci guidare dall’amore.
Sandra è una tredicenne orfana dei due genitori: dovevo già farle da padrino per la prima Comunione lo scorso anno ma tutto è saltato perché per una serie di motivi il corso di catechismo era stato frammentato ed è risultato del tutto insufficiente. Mi aveva scelto già dopo due mesi che era arrivata qui, tutti i ragazzi già sapevano della sua decisione a riguardo da un bel po’. Mi ha conquistato con il suo sorriso e con la sua semplicità, non potevo dire di no a questo suo desiderio per cui già sapevo che quest’anno sarebbe stata una mia figlioccia ma non nascondo la sorpresa nell’apprendere che sarei stato al suo fianco anche per il battesimo, visto che non c’era alcun documento da cui risulti che l’avesse già ricevuto.
Dovreste aver visto come gli hanno brillato gli occhi quando ho accettato di fargli da padrino! Ho visto la gioia nei loro volti che poi si è ripetuta quando siamo andati a comprargli i vestiti necessari per la cerimonia, in rigoroso color bianco: qui devo ringraziare Ingrid, la nostra psicologa, e Rut, una delle educatrici, che mi hanno accompagnato visto che anche loro si trovavano nella mia stessa situazione e mi hanno aiutato nella scelta dei pantaloni, della camicia e delle scarpe di Sandra… Se non fosse stato per loro mi sarei trovato in alto mare! Confesso che lo shopping mi ha stremato ma ne è valsa davvero la pena visto che i due fanciulli erano al settimo cielo e con un grande sorriso smagliante.
Ma che significa essere padrino? Non è solo accompagnare il bambino nel suo cammino di fede, non è solo comprargli cose da vestire per l’occasione e portarlo fuori a mangiare qualcosa, non è solo questo o almeno non lo è qui, in questo contesto: qui il ragazzo ti sceglie, non sei tu che lo scegli, e questa sua decisione non è e non può essere casuale visto che si trova in un centro di accoglienza perché è orfano, è abbandonato o ha problemi con la propria famiglia. Ti vuole come padrino perché ha visto in te qualcosa di differente, che non aveva mai visto prima, e sente in cuor suo che di te si può fidare e che vale la pena farlo, anche se probabilmente ha ricevuto soltanto delusioni in parecchie occasioni e da persone che dovevano amarlo. Quando accetti questo ruolo non puoi più tirarti indietro: diventi un modello, un esempio per il tuo figlioccio anche se non sei il genitore o un familiare…. Diventi il suo amico, il suo consigliere, il primo che si preoccupa quando sta male e per la sua salute, la persona con cui condividere sia i momenti belli che quelli brutti, quello a cui tocca fargli la romanzina se ha combinato qualcosa di sbagliato… ti trasformi nel suo compagno di viaggio nel suo cammino di crescita come persona. E' tutt'altro che una passeggiata perché diventi una guida per chi non ha nessuno e ti ha scelto perché ha bisogno di qualcuno che si interessi a lui e che lo accetti così com’è, che lo ami: me ne sono accorto in questi due giorni in cui Sandra e Bautista si avvicinano a me per parlare, scherzare o giocare e vogliono passare con me il maggior tempo possibile. Per questo essere padrino per me è un onore: non è solo una manifestazione di affetto che ricevo, non rappresenta soltanto un bellissimo regalo ma è anche un gesto di fiducia in me da parte di chi mi ha scelto. Grazie Sandra, grazie Bautista per quanto mi avete donato!
Har baje

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