Da quando son qui, ogni tanto i bambini
mi chiedevano di mangiare la pizza, memori di quando Silvia, una
giovane veneziana, gliela cucinava: a malincuore, dovevo dire loro
che non sapevo farla e non avevo idea di quando sarebbe successo.
Ora, approfittando del mio rientro italiano, mi sono fatto dare
consigli ed i passi da seguire per fare l'impasto e ieri mi sono
cimentato in cucina.
Il primo problema che ho trovato è che
da queste parti non si trova il lievito di birra, per cui ho optato
per il lievito in polvere: la mattina presto ho provveduto a fare
l'impasto ed a lasciarlo riposare perchè lievitasse. La cosa è
stata difficile perchè ho utilizzato circa 5 chili di farina, visto
che a cena siamo circa ottanta, e durante la mattinata ero
preoccupato perchè vedevo che il volume della massa non aumentava
granchè. Soltanto a cottura avvenuta son venuto a sapere che le
istruzioni riportato sulla busta di lievito non erano corrette e mi
son fatto consigliare sulle dosi da adottare in futuro: la prossima
volta non sbaglierò!
Poichè era la prima volta che facevo
la pizza e vista la quantità che si doveva preparare, ho optato per
una specie di pizza bianca farcita con sole patate e nel pomeriggio
mi son fatto aiutare da 6 ragazzi e da una delle due cuoche, la
signora Gina. C'era chi si occupava di pelare, chi doveva pulire le
teglie dove riporre la pizza, chi era incaricato di accendere il
fuoco nel forno a legna e stare attento che non si spegnesse: io e
Gina collocavamo l'impasto nei vassoi. In questa operazione mi son
accorto che la pasta veniva sottile ma non me ne sono preoccupato,
sopra i ragazzi ci mettevano le patate con una certa soddisfazione
ed avevano già l'acquolina in bocca. Nel frattempo c'era sempre
qualcuno che si avvicinava alla cucina per vedere come stavano
andando i preparativi.
Abbiamo infornato e, soltanto una volta
tirate fuori le teglie, mi sono accorto che il risultato non era
quello che volevo: la pizza era bruciata ed era molto sottile.
Essendo un po' perfezionista e sapendo che questa doveva essere la
cena, un qualcosa di speciale per i ragazzi, ero sopraffatto da una
profonda tristezza, non riuscivo a capacitarmene e mi veniva da
piangere... Nel vedermi così afflitto, il mio “team” cercava di
rincuorarmi perchè le patate erano ben dorate e si odorava un
profumino delizioso.
Prima di far entrare i bambini alla
cena, ho sentito la necessità di scusarmi con tutti loro per quello
che avrebbero trovato in tavola e che, nonostante i miei sforzi, non
rispecchiava i loro desideri: a mia sorpresa la risposta è stata un
forte ed inatteso applauso, che pensavo fosse più di incitamento a
non abbattermi che di riconoscenza. Concluso il pasto, ragazzi e
personale mi venivano a dire che quello che avevano appena mangiato
era ottimo e mi ringraziavano di quanto avevo fatto per loro: non
potevo credere alle mie orecchie! Come poteva essere possibile? La
pizza ottenuta era più simile ad una spianata di patate e molto
lontana dalla mia idea di qualcosa di soffice e di bell'aspetto!
Tuttavia ha avuto inaspettatamente successo ed ora mi chiedono quando
sarà la prossima volta... Mi son ripromesso di cercare di farla ogni
mese perchè è una cosa che gli piace: farò sicuramente tesoro
degli errori fatti e sono certo che già dalla prossima volta i
risultati saranno migliori!
Har baje
P.S: un ringraziamento particolare a
Marinella per i consigli e la lezione su come fare la pasta!
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