Qualche settimana fa mi chiamò
Monsignor Sergio Gualberti, attuale Arcivescovo di Santa Cruz, per
chiedermi se volevo accompagnarlo ad inaugurare una nuova chiesa in
una località situata in una delle vallate presenti attorno a Santa
Cruz. Spinto dalla voglia di conoscere una realtà diversa da quella
urbana, dalla curiosità e dalla necessità di staccare per un po' la
spina non me lo feci ripetere due volte: purtroppo però il viaggio
non si concretizzò all'epoca per le manifestazioni, con relativi
blocchi stradali, dirette a chiedere una revisione della legge sulle
pensioni.
La settimana scorsa ecco che si
ripresenta l'occasione e questa volta si parte: direzione
Postervalle, a circa 200 chilometri da Santa Cruz, 60 dei quali su
sterrato a tratti accidentato. Dopo un'ora di viaggio il paesaggio
cambia: lasciato il traffico caotico della città, ci ritroviamo
immersi nel verde della campagna e poi pian piano si comincia a
salire... Le strade lungo i monti non presentano guard rail o
lampioni e soprattutto sul sterrato bisogna fare molta attenzione in
quanto ci sono tratti sconnessi.
Veduta di Postervalle |
Dopo all'incirca 4 ore di viaggio
eccoci arrivati a Postervalle, posta in una vallata a circa 1800
metri di altezza: qui il Vescovo viene accolto con gioia dalla gente
ed io faccio la conoscenza di Massimo e Wanda, una coppia di Sondrio
che è qui in Bolivia da 25 anni che, nel paese, si occupa della
parrocchia e di una casa famiglia, dove vengono accolti dei ragazzi
che vivono nella foresta. Seguono inoltre una piccola azienda
agricola e una falegnameria, in cui viene insegnato agli adolescenti come lavorare il legno rilasciandogli poi un attestato riconosciuto dallo
Stato: i lavori riguardano soprattutto il mobilio delle chiese
(altari, sedie, croci) e, prima di dar loro inizio, si legge e si commenta la pagina della Bibbia che più si attiene all'opera che ci si
appresta a realizzare.
Parlando con Monsignor Sergio e i due
volontari apprendo le varie problematiche della zona: il trasporto,
che risulta deficitario nei collegamenti con la città e tra le varie
case sparse nella zona, comportando il sostenimento di costi elevati;
il fatto che le case sono molto distanti le une dalle altre e sono più che altro un ammasso di assi di legno, piene di spifferi e con il pavimento fatto della terra in cui sono sorte; l'esodo
dei giovani, abbagliati dal fascino delle città che offre tutto
quello che la vallata non riesce a dare, a partire dal divertimento per
passare ad una formazione professionale o universitaria, e il miraggio di trovare un lavoro meno faticoso del contadino o
del falegname; il diffuso alcolismo, di cui si avvantaggiano i grandi
proprietari terrieri e che interessa la stragrande maggioranza dei
maschi.
La Chiesa di Mosquera |
Il giorno dopo ci rechiamo a Mosquera,
un villaggio di 20 persone dove verrà inaugurata la Chiesa costruita
da Massimo e Wanda assieme alla popolazione locale ed agli studenti
della scuola di falegnameria: sebbene da Postervalle dista soltanto
55 chilometri, ci abbiamo messo circa 3 ore e mezzo a causa di una
strada sterrata molto disconnessa, con pietre che affioravano dal
terreno! Lì, oltre ai locali, ci hanno raggiunto gli abitanti di
Postervalle che hanno utilizzato dei camion per il bestiame per
arrivare mentre altra gente è giunta a piedi: ho conosciuto una
signora con tre figli, (il più grande avrà avuto 7 anni) che è arrivata dopo aver camminato per 2 ore e mezzo in mezzo alla foresta! Vengo a sapere che qui i
bambini sono abituati a camminare per lungo tempo poichè molti di loro impiegano 3 o 4 ore per arrivare a piedi a scuola.
La Chiesa è molto semplice ma bella ed
è interamente in legno: dopo la benedizione e la Messa, mi sono stupito
che durante il pranzo per festeggiare l'evento molte donne del
villaggio spontaneamente sono rimaste al suo interno per pregare,
segno che qui c'era veramente bisogno di un posto dedicato alla fede.
Altra cosa che mi ha impressionato è
stato l'atteggiamento del Vescovo Sergio: oltre al fatto che ha
sempre guidato lui, durante il tragitto è sempre stato disponibile e
abbiamo parlato del più e del meno, rispondendo alle mie tante
domande e soprattutto si fermava a parlare con tutti, nessuno
escluso, preoccupandosi di trovare una soluzione a quanto gli veniva
chiesto e mostrando sempre una grande attenzione ed umanità. Lo
ringrazio molto per l'esperienza che abbiamo condiviso, mi ha
arricchito moltissimo.
Har baje
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