Ci sono momenti in cui ti senti del tutto inadeguato e non sai se riuscirai a fare qualcosa... Come domenica con R., una bambina di appena 8 anni, che vedendo una mamma venire a trovare qui i suoi tre figli mi chiede con gli occhi lucidi perchè la sua non viene a trovarla, perchè nessuno le fa visita mentre qualche lacrima comincia a rigarle il viso. Ero rattristrato nel vederla così e mi sentivo impotente di fronte a queste domande: l'ho presa per mano, le accarezzavo il capo e ho cominciato ad intonare in spagnolo "Nella vecchia fattoria" mentre lei doveva fare il verso dei vari animali. Per un po' la tristezza l'abbandonò ma subito ecco che riemerge quella domanda "perchè mia mamma non viene, non mi vuole più" accompagnata dalle parole "vorrei tornare a casa con lei", "ogni notte piango perchè non c'è" e "qui tutti mi odiano". Frasi pesanti, soprattutto dette da una piccolina, alle quali non so dare una risposta e che mi pongono tanti interrogativi. L'unica cosa che riesco a dirgli è che non è vero, qui non la odiano tutti, che io sono lì con lei in quel momento perchè non mi va di vederla triste e piangere e soprattutto c'è sempre Qualcuno che, nel bene e nel male, le cammina sempre accanto e che non la abbandonerà mai. Gli chiedo se sa di chi sto parlando e lei, con un bel sorriso che le illumina il volto, mi dice "è Dio, il Signore, il nostro Papà": dovreste aver sentito con quanta semplicità e dolcezza ha detto queste parole.
In serata ho letto un po' la storia di R., per capire il motivo di quelle parole: la mamma ora è in Cile per lavoro e lei veniva costantemente picchiata e incolpata dal patrigno. Nell'apprendere questo sono rimasto letteralmente senza parole, ringraziando il Signore per aver avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha sempre voluto bene.
Ci son momenti in cui ti tocca essere un po' "cattivo" e castigare chi non ascolta o disubbidisce: mi è capitato con B., bambina di 9 anni, che durante l'ora di educazione fisica non voleva far niente e non mi ascoltava. Per farle capire che questo non andava bene, visto che con le buone non c'è stato verso, mi è toccato punirla chiudendola nel salone di studio da sola per mezz'ora. La povera ha pianto, tirava colpi alla porta e nell'udirla il cuore mi stringeva anche se sapevo che questo deve servirle per comprendere che deve ascoltare e rispettare le persone più grandi. La punizione serve non per un mio capriccio o perchè gli voglio male, tutt'altro: è perchè gli voglio bene, desidero che cresca in modo che diventi una buona e bella persona e farlo fa più male a me che a lei.
Ci son momenti che quando il cuore ti dice di fare una cosa la devi fare. Mi è capitato ieri con le bambine: siamo andati a prendere il pane, il panificio era chiuso, faceva un caldo soffocante ed eravamo sotto il sole. Le vedevo sofferenti ed allora cosa ho fatto? Le ho comperato una bibita in modo che si dissetassero... La ricompensa per questo? Un grazie accompagnato da un sorriso.
Ci son momenti in cui capisci che missione vuol dire sporcarsi le mani: quando c'è da tagliare gli alberi, da spostare mobili, da raccogliere la spazzatura a mani nude o qualsiasi altra cosa non mi tiro indietro e sono il primo a farlo. Come potrei pretendere che gli altri facciano qualcosa se sono il primo che non la fa, limitandosi a dire che bisogna farla? Ed ogni tanto vedere le proprie mani sporche per il lavoro fatto mi rallegra perchè anche oggi son riuscito a dare qualcosa di mio per l'altro, per i miei piccoli fratellini.
Har baje
Marco
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