I bambini si vestono a strati, c'è chi si avvolge nel tradizionale poncho di lana, c'è chi indossa guanti e sciarpa mentre c'è chi può permettersi di indossare soltanto una felpa perchè non ha altro: con l'amministratrice siamo corsi ai ripari fornendo a loro più maglie per coprirsi e distribuendo calzini a chi non li aveva. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito impotente, soprattutto quando vedevo i ragazzi tremare e dirmi che avevano molto freddo mentre io in armadio avevo abiti che mi tenevano al caldo: la domanda che spesso mi ponevo era che potevo fare. La risposta purtroppo era niente: non avevo alcun mezzo per poterli mettere al caldo, potevo solamente condividere con loro il freddo di queste giornate e raccontare a chi mi conosce questa realtà, sperando che il Signore provveda in qualche modo.
Mentre io ho la possibilità di fare la doccia con l'acqua calda, i bambini non ce l'hanno: mi dico che son fortunato ma questa scusa a volte non basta. Oggi Jesus, un ragazzo di 11 anni, si è lamentato che non si puliscono sotto la doccia da sabato, cioè con l'arrivo del maltempo: mi son sentito sprofondare ma d'altro canto lavarsi con l'acqua gelida gli avrebbe fatti ammalare, si è scelto il male minore.
Ad aggravare la cosa è che il sur, il freddo vento che viene dall'Argentina, ha portato la pioggia per cui non si riusciva ad asciugare gli indumenti che si lavavano: i fanciulli dovevano per forza portare più giorni gli stessi indumenti anche se sporchi.
Malgrado tutto ciò, non sono mancati i bei momenti: la gioia di gustare una minestra o una bevanda calda, il vedere tutti insieme un film divertente oppure giocare ad acchiapparsi vicino alla piscina tra una pioggia e l'altra, ridendo come dei matti. Attimi che ti fanno apprezzare quel poco che hai e ti fanno dimenticare per un po' il freddo che ci accompagna in questi giorni.
Har baje
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