Questa settimana ho iniziato a tagliare
i rami degli alberi intorno alla struttura che ospita il refettorio:
alcuni si trovano minacciosi sopra il tetto mentre altri già lo
toccano e quindi, per evitare problemi, si è preferito procedere a
tranciarli. La cosa non si preannunciava semplice perchè siamo
muniti solamente di macete e perchè si tratta di arbusti molto alti.
Grazie anche al fatto che giovedì e
venerdì non c'era scuola, mi sono fatto aiutare dai ragazzi più
grandi:, che sono stati molto bravi: si sono arrampicati lungo i tronchi
ed hanno cominciato a tagliare, mi aiutavano a far cadere tramite
l'uso di corde i rami più grossi senza provocare danni, trasportavano la legna così
ottenuta al forno mentre tutto ciò che non poteva essere utilizzato
in qualche modo veniva portato presso un laghetto presente nella
proprietà dell'hogar, in attesa che si secchi per poi bruciarlo.
Alcuni mi hanno stupito per la loro gran voglia di sgobbare:
Gilberto, uno dei più grandi, mi ha persino rimproverato perchè non
l'avevo chiamato prima che cominciassi a lavorare! Non vi nascondo
che li ho premiati con un gelato per la grossa fatica che hanno
fatto.
Da parte mia, mentre sorvegliavo che
tutti dassero il proprio contributo e che non si facessero male,
offrivo il mio contributo tagliando rama e portando via quello che
non ci serviva, cercando di dare il buon esempio e facendo vedere ai
ragazzi che ero uno di loro, che non ero lì solamente a impartire
ordini ma che condivideva con loro la fatica ed il lavoro, cercando di
incoraggiarli in quanto facevano e preoccupandomi se li vedevo un
poco stanchi. La difficoltà maggiore è quella di non pretendere
troppo da loro: son sempre dei bambini o degli adolescenti e non
posso volere che facciano quanto un adulto, anche se hanno tutte le
più belle intenzioni del caso.
Non sono mancati i bei momenti: i più
cari sono quelli in cui, mentre i bambini erano a vedere la
televisione o stavano nel tempo dedicato allo svago, approfittavo
per andare avanti da solo con il lavoro e pian piano si avvicinava
uno, poi due e più ragazzi che mi chiedevano se potevano aiutarmi
e che mi hanno dato una mano senza chiedere niente in cambio. Venerdì
a darmi man forte son venuti anche don Claudio, il tuttofare
dell'hogar, e Marco, uno degli educatori: l'ho apprezzato molto,
perchè senza domandare niente e tramite il mio modo di fare, che mi porta a non pretendere e mettermi per primo a fare, sono riuscito in qualche
modo a coinvolgerli.
Non solo i ragazzi, ma anche le ragazze
ed i più piccolini hanno contribuito rastrellando e pulendo il
giardino: la sensazione di trovarmi in una grande famiglia, in cui
ciascuno dà il proprio contributo a seconda delle proprie capacità,
è sempre più forte.
Ora il lavoro è molto più avanti di
quanto avevo preventivato e per questo un grosso GRAZIE ai ragazzi
che mi hanno aiutato: senza di loro ciò non sarebbe stato possibile.
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