sabato 8 giugno 2013

La potatura


Questa settimana ho iniziato a tagliare i rami degli alberi intorno alla struttura che ospita il refettorio: alcuni si trovano minacciosi sopra il tetto mentre altri già lo toccano e quindi, per evitare problemi, si è preferito procedere a tranciarli. La cosa non si preannunciava semplice perchè siamo muniti solamente di macete e perchè si tratta di arbusti molto alti.
Grazie anche al fatto che giovedì e venerdì non c'era scuola, mi sono fatto aiutare dai ragazzi più grandi:, che sono stati molto bravi: si sono arrampicati lungo i tronchi ed hanno cominciato a tagliare, mi aiutavano a far cadere tramite l'uso di corde i rami più grossi senza provocare danni, trasportavano la legna così ottenuta al forno mentre tutto ciò che non poteva essere utilizzato in qualche modo veniva portato presso un laghetto presente nella proprietà dell'hogar, in attesa che si secchi per poi bruciarlo. Alcuni mi hanno stupito per la loro gran voglia di sgobbare: Gilberto, uno dei più grandi, mi ha persino rimproverato perchè non l'avevo chiamato prima che cominciassi a lavorare! Non vi nascondo che li ho premiati con un gelato per la grossa fatica che hanno fatto.
Da parte mia, mentre sorvegliavo che tutti dassero il proprio contributo e che non si facessero male, offrivo il mio contributo tagliando rama e portando via quello che non ci serviva, cercando di dare il buon esempio e facendo vedere ai ragazzi che ero uno di loro, che non ero lì solamente a impartire ordini ma che condivideva con loro la fatica ed il lavoro, cercando di incoraggiarli in quanto facevano e preoccupandomi se li vedevo un poco stanchi. La difficoltà maggiore è quella di non pretendere troppo da loro: son sempre dei bambini o degli adolescenti e non posso volere che facciano quanto un adulto, anche se hanno tutte le più belle intenzioni del caso.
Non sono mancati i bei momenti: i più cari sono quelli in cui, mentre i bambini erano a vedere la televisione o stavano nel tempo dedicato allo svago, approfittavo per andare avanti da solo con il lavoro e pian piano si avvicinava uno, poi due e più ragazzi che mi chiedevano se potevano aiutarmi e che mi hanno dato una mano senza chiedere niente in cambio. Venerdì a darmi man forte son venuti anche don Claudio, il tuttofare dell'hogar, e Marco, uno degli educatori: l'ho apprezzato molto, perchè senza domandare niente e tramite il mio modo di fare, che mi porta a non pretendere e mettermi per primo a fare, sono riuscito in qualche modo a coinvolgerli.
Non solo i ragazzi, ma anche le ragazze ed i più piccolini hanno contribuito rastrellando e pulendo il giardino: la sensazione di trovarmi in una grande famiglia, in cui ciascuno dà il proprio contributo a seconda delle proprie capacità, è sempre più forte.
Ora il lavoro è molto più avanti di quanto avevo preventivato e per questo un grosso GRAZIE ai ragazzi che mi hanno aiutato: senza di loro ciò non sarebbe stato possibile.
Har baje
Marco











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