mercoledì 10 aprile 2019

Pioggia di benedizioni

L'ultimo fine settimana è stato particolarmente intenso in quanto era in programma la tradizionale kermesse, volta a raccogliere fondi per il materiale scolastico (anche quest'anno ha pesato non poco l'acquisto dei testi scolastici nella casse del centro) e le divise scolastiche: è un evento che richiede molte energie visto che ci sono i piatti da preparare, c'è da adornare il campo coperto designato come luogo dove si svolgerà il tutto, si va a prendere tutto ciò che serve con le camionette e si controlla che non manchi niente perchè tutto deve essere perfetto e nulla va lasciato al caso.
Per la prima volta da quando è nata quest'iniziativa non mi occupavo del bazar, una specie di mercatino dell'usato: quando l'ho saputo la cosa mi ha sorpreso ma mi ha anche fatto tirare un sospiro di sollievo, visto che non avevo una gran voglia di ricoprire quell'incarico e volevo fare qualcosa di nuovo. Alla mia domanda su cosa avrei fatto Liliana mi dice che avrei dovuto affiancarla per tutta la giornata e in quelle immediatamente precedenti per organizzare il tutto: dovevo essere presente dove c'era lei in modo da darle una mano ed anche dove non c'era, per risolvere eventuali contrattempi dell'ultimo minuto. Questa sua risposta mi ha fatto venire più di un piccolo brivido perchè sapevo che mi era richiesto un impegno maggiore rispetto agli altri anni: ciò significava che riponeva in me la sua fiducia e non potevo certo tradirla... Mi sono così ritrovato nella strana situazione di sentirmi sotto pressione ed allo stesso tempo sicuro che mi sarei sempre trovato pronto a fare al meglio tutto ciò che mi sarebbe stato richiesto.
A pochi giorni dalla kermesse un'organizzazione giovanile ci fa sapere che farà una corsa per raccogliere dei viveri a favore dell'hogar: vorrebbe che i nostri ragazzi partecipassero, Liliana mi chiede se posso farmi carico di tale richiesta e se ho voglia di essere tra gli iscritti conoscendo la mia passione podistica. Naturalmente non riesco a dire di no e, nel giro di pochi minuti, ho già la lista dei fanciulli che vogliono gareggiare però c'è un piccolo inconveniente: la gara è nello stesso giorno del nostro evento... Non c'è problema, visto che sarà la mattina presto: una volta terminata mi precipiterò al centro con i miei piccoli maratoneti e dopo una rapida doccia sarò a disposizione. Il venerdì vengono a portarmi i pettorali: una volta in mano non posso che emozionarmi nel vederli e mi faccio contagiare dall'entusiasmo dei bambini che già non vedono l'ora di essere sull'arco di partenza. La domenica vivranno una splendida esperienza ed io con loro: di questo però ve ne parlerò nel prossimo post.
Il sabato si comincia a preparare il tutto: faccio pulire il campo coperto, i bagni e l'ingresso. Con Liliana faccio la lista delle cose da fare: è abbastanza lunga, per fortuna c'è Don Claudio a cui posso delegare qualcosa visto che le camionette sono due e c'è un pomeriggio a disposizione se non riesco a finirla in mattinata... Questa mia sicurezza viene smontata nel giro di una manciata di minuti: una telefonata ci avvisa che verrà un ministro a visitarci ed a portarci una donazione di viveri, una cosa mai successa prima! Il suo arrivo è previsto per le quattro per cui tutti i nostri piani vanno in frantumi: mi ritrovo a dipingere di bianco alcuni pali e gli alberi coi ragazzi sotto il sole cocente dell'ora di pranzo mentre le fanciulle preparano al meglio sedie e tavoli per accogliere come si deve i nostri ospiti.
Verso le due arriva un camion carico di sacchi di farina, riso, farina e pasta e di casse di bottiglie d'olio: ci vuole un po' per svuotarlo ma ringrazio il Cielo per quanto ricevuto anche se già mi sto rompendo la testa nel pensare dove metterò tutto quel ben di Dio e che, una volta terminata la visita, avremo poco tempo per sistemare lo spazio destinato per la kermesse.
Sono le 17 circa quando ecco arrivare una macchina dalla quale scende la presidente del Senato! E' una ragazza giovane, sui 30 anni, e mi è difficile credere che rivesta carica istituzionale così importante, visto che nella politica italiana tale ruolo l'ho sempre visto fare a gente di una certa età. La cosa che più mi colpisce è che va a parlare coi ragazzi e gli serve da mangiare: magari è tutto per far propaganda ma mi è difficile crederlo quando, lontano dalle telecamere e dalle macchine fotografiche, si fa accompagnare da Liliana per vedere di persona le camere dei ragazzi, i refettori, la cucina e tutti gli spazi del centro. Sono emozionato dalla cosa e in cuor mio spero che questa sia l'occasione buona che spinga chi ha il potere a interessarsi di più sulla realtà delle case di accoglienza per minori.
Quando la presidente se ne va, personale e ragazzi lavorano come formiche per riordinare il campo coperto e prepararlo per l'evento del giorno dopo: ci sono varie cose che ancora mancano all'appello, Liliana si incarica di farne qualcuna mentre io devo andare in giro per i quartieri e le urbanizzazioni vicine con la camionetta ed un altoparlante per far pubblicità alla kermesse, accompagnato dai più grandi. Sfinito vado a dormire verso le 23, consapevole che la mattina dopo sarà sveglia presto.
Alle 6 mi ritrovo a girare per la cucina per vedere se alle educatrici, appoggiate dalle ragazze più grandi, manca qualcosa per preparare i loro piatti ed allo stesso tempo preparo la cappella per la Messa e devo preparare i ragazzi che parteciperanno alla corsa. Alle 7 parto coi fanciulli per la piazza principale e carico anche qualche snack da vendere lì per raccogliere fondi: mentre le più grandi preparano il tavolo, io impartisco consigli a chi parteciperà alla corsa. Terminata la competizione, vado a casa di Liliana per raccogliere le cose da portare in hogar e poi subito una rapida doccia: l'inizio della kermesse incombe e non posso non farmi trovare pronto. Seguo Liliana come un'ombra e vado sempre a chiedere al personale se avesse bisogno di qualcosa: a volte ho l'impressione di essere assillante ma cerco di dare il mio piccolo contributo perchè fili tutto liscio. Devo anche scattare qualche foto da mostrare poi ai benefattori che hanno contribuito a realizzare l'evento e testimoniare anche lo sforzo fatto dai ragazzi che in poco più di una settimana si sono preparati in alcune danze. Non sembra che affluisca molta gente, l'impressione è che ce ne sia molta meno rispetto alle precedenti edizioni: alla fine si rivelerà errata perchè c'è chi è venuto solamente a ritirare il piatto per poi mangiarselo a casa.
Si rivedono vecchi volti come i ragazzi che avevo conosciuto nei primi anni che venivo in Bolivia come volontario per un mese: ora sono più che ventenni ma è piacevole scambiare qualche parola con loro per sapere come sta andando la loro vita e per ricordare qualche episodio passato. Non manca nemmeno chi se n'è andato dal centro di recente: è sempre bello rivederlo, chiacchierarci insieme, ridendo e scherzando come ai vecchi tempi, come se nulla fosse cambiato.
Faccio tempo a stare anche coi fanciulli ed a divertirmi con loro: si respira una bella atmosfera, mi riempio d'orgoglio mentre li vedo ballare, mi si riempie il cuore di gioia nel vedere che qualcuno di loro sta con la propria famiglia che è venuto a fargli visita e, purtroppo, mi ritrovo a consolare chi viene da me a chiedermi il motivo per cui nessuno viene per lui.... Me li abbraccio, li incoraggio e gli sorrido quando incrocio il loro sguardo e più passano i minuti più si fa sentire l'idea di trovarmi nel posto giusto mentre l'idea di essere a casa, di essere in famiglia perchè l'hogar lo è si fa sempre più forte nonostante le difficoltà e le tante energie spese in questi giorni.
Una volta terminata la manifestazione ci ritroviamo tutti, nessuno escluso, a ripulire ed a mettere a posto: siamo stanchi morti ma soddisfatti, un sorriso ci illumina il volto quando da un primo resoconto risulta un bell'incasso, i nostri sforzi sono stati premiati! Sono felice soprattutto per i ragazzi, per gli educatori, per Liliana e per tutto il personale in quanto hanno dato anima e corpo affinchè tutto andasse per il meglio e la riuscita della kermesse se la sono proprio meritata: ho cercato di fare del mio meglio per appoggiarli perchè ne vale davvero la pena, non ho mai guardato a quanto stavo lavorando ma ero attento alla qualità del mio contributo visto che faccio parte di una splendida squadra in cui è importante lavorare uniti ed aiutarsi a vicenda, senza avanzare alcuna pretesa e cercando di rimanere umili e disponibili in ogni momento, anche il più difficile.... E' stata questa la chiave di questo nostro nuovo successo!
Har baje

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