L'ultimo fine settimana è stato
particolarmente intenso in quanto era in programma la tradizionale
kermesse, volta a raccogliere fondi per il materiale scolastico
(anche quest'anno ha pesato non poco l'acquisto dei testi scolastici
nella casse del centro) e le divise scolastiche: è un evento che
richiede molte energie visto che ci sono i piatti da preparare, c'è da
adornare il campo coperto designato come luogo dove si svolgerà il
tutto, si va a prendere tutto ciò che serve con le camionette e si
controlla che non manchi niente perchè tutto deve essere perfetto e
nulla va lasciato al caso.
Per la prima volta da quando è nata
quest'iniziativa non mi occupavo del bazar, una specie di mercatino
dell'usato: quando l'ho saputo la cosa mi ha sorpreso ma mi ha anche
fatto tirare un sospiro di sollievo, visto che non avevo una gran
voglia di ricoprire quell'incarico e volevo fare qualcosa di nuovo.
Alla mia domanda su cosa avrei fatto Liliana mi dice che avrei dovuto
affiancarla per tutta la giornata e in quelle immediatamente
precedenti per organizzare il tutto: dovevo essere presente dove
c'era lei in modo da darle una mano ed anche dove non c'era,
per risolvere eventuali contrattempi dell'ultimo minuto. Questa sua
risposta mi ha fatto venire più di un piccolo brivido perchè sapevo
che mi era richiesto un impegno maggiore rispetto agli altri anni:
ciò significava che riponeva in me la sua fiducia e non potevo certo
tradirla... Mi sono così ritrovato nella strana situazione di
sentirmi sotto pressione ed allo stesso tempo sicuro che mi sarei
sempre trovato pronto a fare al meglio tutto ciò che mi sarebbe
stato richiesto.
A pochi giorni dalla kermesse
un'organizzazione giovanile ci fa sapere che farà una corsa per
raccogliere dei viveri a favore dell'hogar: vorrebbe che i nostri ragazzi partecipassero, Liliana mi chiede se posso farmi carico di tale richiesta e se ho
voglia di essere tra gli iscritti conoscendo la mia passione
podistica. Naturalmente non riesco a dire di no e, nel giro di pochi
minuti, ho già la lista dei fanciulli che vogliono gareggiare però c'è un piccolo inconveniente: la gara è nello stesso giorno del nostro evento... Non c'è problema, visto che sarà la mattina presto: una volta
terminata mi precipiterò al centro con i miei piccoli maratoneti e
dopo una rapida doccia sarò a disposizione. Il venerdì vengono a
portarmi i pettorali: una volta in mano non posso che emozionarmi nel
vederli e mi faccio contagiare dall'entusiasmo dei bambini che già
non vedono l'ora di essere sull'arco di partenza. La domenica
vivranno una splendida esperienza ed io con loro: di questo però ve
ne parlerò nel prossimo post.
Il sabato si comincia a preparare il
tutto: faccio pulire il campo coperto, i bagni e l'ingresso. Con
Liliana faccio la lista delle cose da fare: è abbastanza lunga, per
fortuna c'è Don Claudio a cui posso delegare qualcosa visto che le
camionette sono due e c'è un pomeriggio a disposizione se non riesco
a finirla in mattinata... Questa mia sicurezza viene smontata nel
giro di una manciata di minuti: una telefonata ci avvisa che verrà
un ministro a visitarci ed a portarci una donazione di viveri, una
cosa mai successa prima! Il suo arrivo è previsto per le quattro per
cui tutti i nostri piani vanno in frantumi: mi ritrovo a dipingere di
bianco alcuni pali e gli alberi coi ragazzi sotto il sole cocente
dell'ora di pranzo mentre le fanciulle preparano al meglio sedie e
tavoli per accogliere come si deve i nostri ospiti.
Verso le due arriva un camion carico di
sacchi di farina, riso, farina e pasta e di casse di bottiglie
d'olio: ci vuole un po' per svuotarlo ma ringrazio il Cielo per
quanto ricevuto anche se già mi sto rompendo la testa nel pensare
dove metterò tutto quel ben di Dio e che, una volta terminata la
visita, avremo poco tempo per sistemare lo spazio destinato per la
kermesse.
Sono le 17 circa quando ecco arrivare
una macchina dalla quale scende la presidente del Senato! E' una
ragazza giovane, sui 30 anni, e mi è difficile credere che rivesta carica istituzionale così importante, visto che nella politica italiana
tale ruolo l'ho sempre visto fare a gente di una certa età. La cosa
che più mi colpisce è che va a parlare coi ragazzi e gli serve da
mangiare: magari è tutto per far propaganda ma mi è difficile
crederlo quando, lontano dalle telecamere e dalle macchine
fotografiche, si fa accompagnare da Liliana per vedere di persona le
camere dei ragazzi, i refettori, la cucina e tutti gli spazi del
centro. Sono emozionato dalla cosa e in cuor mio spero che questa sia
l'occasione buona che spinga chi ha il potere a interessarsi di più
sulla realtà delle case di accoglienza per minori.
Quando la presidente se ne va,
personale e ragazzi lavorano come formiche per riordinare il campo
coperto e prepararlo per l'evento del giorno dopo: ci sono varie cose
che ancora mancano all'appello, Liliana si incarica di farne qualcuna
mentre io devo andare in giro per i quartieri e le urbanizzazioni
vicine con la camionetta ed un altoparlante per far pubblicità alla
kermesse, accompagnato dai più grandi. Sfinito vado a dormire verso
le 23, consapevole che la mattina dopo sarà sveglia presto.
Alle 6 mi ritrovo a girare per la
cucina per vedere se alle educatrici, appoggiate dalle ragazze più
grandi, manca qualcosa per preparare i loro piatti ed allo stesso
tempo preparo la cappella per la Messa e devo preparare i ragazzi che
parteciperanno alla corsa. Alle 7 parto coi fanciulli per la piazza
principale e carico anche qualche snack da vendere lì per
raccogliere fondi: mentre le più grandi preparano il tavolo, io
impartisco consigli a chi parteciperà alla corsa. Terminata la
competizione, vado a casa di Liliana per raccogliere le cose da
portare in hogar e poi subito una rapida doccia: l'inizio della
kermesse incombe e non posso non farmi trovare pronto. Seguo Liliana
come un'ombra e vado sempre a chiedere al personale se avesse bisogno
di qualcosa: a volte ho l'impressione di essere assillante ma cerco
di dare il mio piccolo contributo perchè fili tutto liscio. Devo
anche scattare qualche foto da mostrare poi ai benefattori che hanno
contribuito a realizzare l'evento e testimoniare anche lo sforzo
fatto dai ragazzi che in poco più di una settimana si sono preparati
in alcune danze. Non sembra che affluisca molta gente, l'impressione
è che ce ne sia molta meno rispetto alle precedenti edizioni: alla
fine si rivelerà errata perchè c'è chi è venuto solamente a
ritirare il piatto per poi mangiarselo a casa.
Si rivedono vecchi volti come i ragazzi
che avevo conosciuto nei primi anni che venivo in Bolivia come
volontario per un mese: ora sono più che ventenni ma è piacevole
scambiare qualche parola con loro per sapere come sta andando la loro
vita e per ricordare qualche episodio passato. Non manca nemmeno chi
se n'è andato dal centro di recente: è sempre bello rivederlo,
chiacchierarci insieme, ridendo e scherzando come ai vecchi tempi,
come se nulla fosse cambiato.
Faccio tempo a stare anche coi
fanciulli ed a divertirmi con loro: si respira una bella atmosfera,
mi riempio d'orgoglio mentre li vedo ballare, mi si riempie il cuore
di gioia nel vedere che qualcuno di loro sta con la propria famiglia
che è venuto a fargli visita e, purtroppo, mi ritrovo a consolare
chi viene da me a chiedermi il motivo per cui nessuno viene per lui.... Me li
abbraccio, li incoraggio e gli sorrido quando incrocio il loro
sguardo e più passano i minuti più si fa sentire l'idea di trovarmi
nel posto giusto mentre l'idea di essere a casa, di essere in
famiglia perchè l'hogar lo è si fa sempre più forte nonostante le
difficoltà e le tante energie spese in questi giorni.
Una volta terminata la manifestazione
ci ritroviamo tutti, nessuno escluso, a ripulire ed a mettere a
posto: siamo stanchi morti ma soddisfatti, un sorriso ci illumina il
volto quando da un primo resoconto risulta un bell'incasso, i nostri
sforzi sono stati premiati! Sono felice soprattutto per i ragazzi,
per gli educatori, per Liliana e per tutto il personale in quanto hanno
dato anima e corpo affinchè tutto andasse per il meglio e la riuscita
della kermesse se la sono proprio meritata: ho cercato di fare del mio meglio
per appoggiarli perchè ne vale davvero la pena, non ho mai
guardato a quanto stavo lavorando ma ero attento alla qualità del
mio contributo visto che faccio parte di una splendida squadra in cui è
importante lavorare uniti ed aiutarsi a vicenda, senza avanzare
alcuna pretesa e cercando di rimanere umili e disponibili in ogni
momento, anche il più difficile.... E' stata questa la chiave di questo
nostro nuovo successo!
Har baje
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