martedì 2 aprile 2019

Blackout

A volte succede che la luce vada via lasciandoci senza corrente per diverso tempo: per fortuna ciò accade solitamente durante la giornata o pochi minuti prima di andare a dormire, diminuendo non poco i disagi provati dall'interruzione elettrica, ma domenica scorsa la cosa ci ha sorpreso mentre i ragazzi si stavano preparando a fare la preghiera per poi andare a cenare.
A dire il vero c'era stata un avvertimento di quello che poi puntualmente si è verificato: pochi minuti prima delle sei del pomeriggio, mentre stavo nello spogliatoio degli educatori, ho notato che la luce era sparita per qualche istante e l'orologio per marcare il cartellino ne aveva risentito visto che non ne voleva proprio sapere di indicare l'ora esatta visto che le sue lancette erano ferme sulle 12. Stavo andando a cercare il suo manuale d'uso per capire se potevo risolvere il problema quando Don Eliseo, il guardiano notturno, mi avvisa che nell'accendere le luci esterne, visto che stava calando la notte, si era accorto che più di qualche lampadina non ne voleva sapere di funzionare. Anche qualche educatrice mi informa di aver riscontrato lo stesso problema: praticamente avevo più di metà dei neon fuori uso e qualche stanza al buio.
La prima cosa che faccio è controllare tutti i contatori, compreso quello generale, per verificare che non fossero scattati: mi ci vuole un po' di tempo perchè sono dislocati in varie parti dell'hogar ma il risultato è positivo, così come per i congelatori e l'illuminazione dei refettori. Comincio a pensare che il problema possa dipendere dal trasformatore che abbiamo all'entrata, visto che in passato un suo fusibile si era bruciato ed aveva causato un'anomalia simile, oppure ad un problema della centralina che alimenta il quartiere che limita il flusso di energia: in entrambi i casi purtroppo non posso far niente e non mi resta che aspettare.
Si avvicina il momento della cena e, visto che di illuminazione ne abbiamo poca e si è fatto buio, decido di mettere i secchi per lavarsi la mano in uno dei pochi punti dove funzionano le lampadine: la soluzione non è delle migliori, a dir la verità è un poco scomoda ed anche i ragazzi me lo fanno notare, ma è l'unica fattibile in quel momento. Quando anche gli ultimi entrano nel corridoio per andare a cenare ecco che si spegne tutto e piombiamo nell'oscurità: un tempismo perfetto! I bambini cominciano a gridare, qualcuno si fa prendere dal panico ed il mio pensiero va ai più piccoli: cerco di mantenere la calma, mi creo un varco facendo luce con il mio cellulare ed invitando il personale a fare altrettanto. Rassicuro che non c'è niente da aver paura e di aspettarmi qualche minuto perchè trovi una rapida soluzione: senza indugi vado nella cappella, afferro le candele più grandi, chiamo qualcuno dei fanciulli ad aiutarmi e le accendo nelle varie tavole in modo che si possa cenare senza problemi. Mentre tutti sono a tavola vado a cercare una torcia che avevo comprato tempo fa e che illumina molto bene: mi ci vuole tempo per trovarla perchè non ricordo bene dove l'avevo messa, probabilmente per essere un poco agitato per quanto stava accadendo. Controllo i contatori per sicurezza ma anche stavolta sono a posto, nel frattempo informo Liliana mentre mi accordo che anche fuori del centro è tutto buio e c'è un silenzio irreale.
Cerco di star tranquillo, anche se non è facile in quanto devo pensare a come gestire 64 ragazzi che stanno reagendo in diversi modo a tutto questo ed ad aiutare gli educatori a tenerli tranquilli: mentre mando giù due bocconi veloci mi consulto con loro sul da farsi. Nei refettori fa caldo, molto caldo e questo sembra agitare ancora di più i fanciulli così prendo una decisione su due piedi: li faccio uscire facendoli sedere nelle panchine del corridoio esterno, separando i maschietti dalle bambine, ed incarico i più grandi di aiutare il personale presente. Nel frattempo Liliana mi chiama e mi rinfranca perchè stavo facendo le cose giuste.
Visto il buio pesto decido di fornire ad ogni gruppo le stesse candele usate per la cena ed invito a continuare ad usare i cellulari come torce mentre con la luce forte della mia pila vado in cucina per dar manforte a lavare i piatti, uscendo soltanto per qualche attimo a verificare che tutto andasse bene e rassicurare i ragazzi. Era più di mezz'ora che il blackout si era verificato e non c'era alcun cenno di una soluzione: gli educatori mi chiedevano lumi sul da farsi e la mia unica opzione era aspettare perchè in questa situazione era impossibile mandare i bambini a farsi la doccia, probabilmente l'avrebbero fatta la mattina seguente. Quel che mi preoccupava era come mandarli a dormire se l'elettricità non tornava: l'unica possibilità è portarli in piccoli gruppi nelle loro camere con una candela e con le torce dei cellulari, sperando che la loro batteria non si scaricasse proprio sul più bello. Stranamente in quei momenti interminabili non ero in preda all'agitazione e mi sono sorpreso dal fatto che sapevo quello che dovevo fare ma ammetto che quando all'improvviso, dopo poco più di una quarantina di minuti, è tornata la luce, accompagnata dalle urla di gioia dei miei piccoli amici e dal ritorno della musica che proveniva dalle case dei vicini, ho tirato un respiro di sollievo perchè il peggio era passato.
Subito ho avvisato Liliana che tutto si era risolto, c'era il tempo affinchè i ragazzi si potessero lavare mentre andavo a controllare che tutti gli elettrodomestici e gli impianti di illuminazione funzionassero correttamente: la buona sorte ha voluto che non si fosse verificato alcun guasto e che tutto sia andato per il verso giusto anche se la cosa mi ha impegnato non poco, regalandomi però un sorriso per come sono riuscito a gestirla grazie anche all'intervento di chi mi stava attorno in quegli attimi concitati.
Har baje

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