A volte succede che la luce vada via
lasciandoci senza corrente per diverso tempo: per fortuna ciò accade
solitamente durante la giornata o pochi minuti prima di andare a
dormire, diminuendo non poco i disagi provati dall'interruzione
elettrica, ma domenica scorsa la cosa ci ha sorpreso mentre i ragazzi
si stavano preparando a fare la preghiera per poi andare a cenare.
A dire il vero c'era stata un
avvertimento di quello che poi puntualmente si è verificato: pochi
minuti prima delle sei del pomeriggio, mentre stavo nello spogliatoio
degli educatori, ho notato che la luce era sparita per qualche istante
e l'orologio per marcare il cartellino ne aveva risentito visto che
non ne voleva proprio sapere di indicare l'ora esatta visto che le
sue lancette erano ferme sulle 12. Stavo andando a cercare il suo
manuale d'uso per capire se potevo risolvere il problema quando Don
Eliseo, il guardiano notturno, mi avvisa che nell'accendere
le luci esterne, visto che stava calando la notte, si era accorto che più
di qualche lampadina non ne voleva sapere di funzionare. Anche
qualche educatrice mi informa di aver riscontrato lo stesso problema:
praticamente avevo più di metà dei neon fuori uso e qualche stanza
al buio.
La prima cosa che faccio è controllare
tutti i contatori, compreso quello generale, per verificare che non
fossero scattati: mi ci vuole un po' di tempo perchè sono dislocati
in varie parti dell'hogar ma il risultato è positivo, così come per
i congelatori e l'illuminazione dei refettori. Comincio a pensare
che il problema possa dipendere dal trasformatore che abbiamo
all'entrata, visto che in passato un suo fusibile si era bruciato ed
aveva causato un'anomalia simile, oppure ad un problema della
centralina che alimenta il quartiere che limita il flusso di energia: in entrambi i casi purtroppo non posso far niente e non mi resta che aspettare.
Si avvicina il momento della cena e,
visto che di illuminazione ne abbiamo poca e si è fatto buio, decido
di mettere i secchi per lavarsi la mano in uno dei pochi punti dove
funzionano le lampadine: la soluzione non è delle migliori, a dir la
verità è un poco scomoda ed anche i ragazzi me lo fanno notare, ma è
l'unica fattibile in quel momento. Quando anche gli ultimi entrano
nel corridoio per andare a cenare ecco che si spegne tutto e
piombiamo nell'oscurità: un tempismo perfetto! I bambini cominciano
a gridare, qualcuno si fa prendere dal panico ed il mio pensiero va
ai più piccoli: cerco di mantenere la calma, mi creo un varco
facendo luce con il mio cellulare ed invitando il personale a fare
altrettanto. Rassicuro che non c'è niente da aver paura e di
aspettarmi qualche minuto perchè trovi una rapida soluzione: senza
indugi vado nella cappella, afferro le candele più grandi, chiamo
qualcuno dei fanciulli ad aiutarmi e le accendo nelle varie tavole in
modo che si possa cenare senza problemi. Mentre tutti sono a tavola vado a
cercare una torcia che avevo comprato tempo fa e che illumina molto
bene: mi ci vuole tempo per trovarla perchè non ricordo bene dove
l'avevo messa, probabilmente per essere un poco agitato per quanto
stava accadendo. Controllo i contatori per sicurezza ma anche
stavolta sono a posto, nel frattempo informo Liliana mentre mi
accordo che anche fuori del centro è tutto buio e c'è un silenzio
irreale.
Cerco di star tranquillo, anche se non
è facile in quanto devo pensare a come gestire 64 ragazzi che stanno
reagendo in diversi modo a tutto questo ed ad aiutare gli educatori a
tenerli tranquilli: mentre mando giù due bocconi veloci mi consulto
con loro sul da farsi. Nei refettori fa caldo, molto caldo e questo
sembra agitare ancora di più i fanciulli così prendo una decisione
su due piedi: li faccio uscire facendoli sedere nelle panchine del
corridoio esterno, separando i maschietti dalle bambine, ed incarico
i più grandi di aiutare il personale presente. Nel frattempo Liliana
mi chiama e mi rinfranca perchè stavo facendo le cose giuste.
Visto il buio pesto decido di fornire
ad ogni gruppo le stesse candele usate per la cena ed invito a
continuare ad usare i cellulari come torce mentre con la luce forte
della mia pila vado in cucina per dar manforte a lavare i piatti,
uscendo soltanto per qualche attimo a verificare che tutto andasse
bene e rassicurare i ragazzi. Era più di mezz'ora che il blackout si
era verificato e non c'era alcun cenno di una soluzione: gli
educatori mi chiedevano lumi sul da farsi e la mia unica opzione era
aspettare perchè in questa situazione era impossibile mandare i
bambini a farsi la doccia, probabilmente l'avrebbero fatta la mattina
seguente. Quel che mi preoccupava era come mandarli a dormire se
l'elettricità non tornava: l'unica possibilità è portarli in
piccoli gruppi nelle loro camere con una candela e con le torce dei
cellulari, sperando che la loro batteria non si scaricasse proprio
sul più bello. Stranamente in quei momenti interminabili non ero in
preda all'agitazione e mi sono sorpreso dal fatto che sapevo quello
che dovevo fare ma ammetto che quando all'improvviso, dopo poco più
di una quarantina di minuti, è tornata la luce, accompagnata dalle
urla di gioia dei miei piccoli amici e dal ritorno della musica che proveniva dalle case dei vicini, ho tirato un respiro di
sollievo perchè il peggio era passato.
Subito ho avvisato Liliana che tutto si
era risolto, c'era il tempo affinchè i ragazzi si potessero lavare
mentre andavo a controllare che tutti gli elettrodomestici e gli
impianti di illuminazione funzionassero correttamente: la buona sorte
ha voluto che non si fosse verificato alcun guasto e che tutto sia
andato per il verso giusto anche se la cosa mi ha impegnato non poco,
regalandomi però un sorriso per come sono riuscito a gestirla grazie
anche all'intervento di chi mi stava attorno in quegli attimi concitati.
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento