I molteplici impegni in hogar non mi
permettono di dedicarmi all'hobby che più preferisco, la corsa: non
riesco a dare continuità agli allenamenti; molte volte preferisco
lasciar perdere, sopraffatto dalla fatica o dal caldo e dall'umidità
allucinante del giorno e solo nelle ultime settimane sono riuscito a
ritagliarmi uno spazio che mi permetta di uscire con maggiore
regolarità.
Non ero proprio al top della forma
fisica ma quando Liliana mi dice che stavano organizzando una corsa
qui vicino allo scopo di raccogliere dei viveri per il centro e gli
organizzatori volevano che una piccola nostra rappresentativa
partecipasse è subito scattato qualcosa: se c'è una gara, se c'è
la possibilità di correre non resisto, è più forte di me! Senza
alcuna esitazione dico che me ne occupo e che parteciperò io stesso
alla competizione: farlo coi ragazzi sarebbe stato il massimo!
Il mio compito è scegliere chi
prenderà parte alla competizione: dovevo fare affidamento alla gara
che avevamo fatto fare un sabato ai fanciulli per capire chi sarebbe
stato il più adatto ma anche capire quanta voglia avessero di
partecipare ad una cosa del genere. Ancora una volta sono rimasto
sorpreso nel vedere che quasi tutti volevano essere presenti sulla
linea di partenza e non è stato facile fare una selezione, visto che
i pettorali che ci avrebbero fornito erano soltanto una decina.
Ero inoltre preoccupato del fatto che i
miei giovani amici non avessero alcuna esperienza in questo campo in quanto avrebbero percorso 4 km che, sebbene per me non è molto, è
sempre una distanza da rispettare e da non sottovalutare, specie se è
la prima volta che ti ritrovi a gareggiare. L'unica cosa che potevo
fare era fornire loro dei consigli, in primis quello di non partire
forte per non rischiare di finire la benzina prima del tempo, ma mi
incoraggiava il fatto di vederli non molto preoccupati, erano convinti dei loro
mezzi ed avevano un grande entusiasmo dalla loro parte.
Due giorni prima della manifestazione
podistica ci vengono a portare i pettorali: niente da fare, sebbene
fossero gli ultimi di una lunga serie averli tra le mani mi fa
provare una grande emozione, mi sento contento come un bambino quando
scarta un regalo e l'adrenalina è a mille! Come non bastasse mi
faccio contagiare pure dall'entusiasmo dei ragazzi, che non vedono
già l'ora di correre e si vedono già tra i vincitori... Anzi sono
straconvinti che arriverò primo e sarà bagarre dal secondo
posto in giù: li devo sconfessare perchè, con un esperienza ormai decennale
nel podismo, sapevo che avrei affrontato questa corsa non in buone
condizioni fisiche visto che mi mancava un po' di allenamento ma di
sicuro avrei dato il meglio perchè ogni gara a cui si prende parte
va sempre onorata. Nel sentirmi i fanciulli rimangono a bocca aperta,
sono sbalorditi soprattutto quando dico loro che la vera vittoria in
questa disciplina non è contro gli altri (anche se fa sempre piacere
giungere davanti a tutti) ma è contro se stessi perchè si sono sfidati i
propri limiti e si è riusciti a tagliare il traguardo: un concetto
che già è difficile da far capire a molte persone che conosco,
figurarsi a loro che hanno tra i 10 ed i 15 anni!
Il giorno prima della gara preparo il
loro abbigliamento: magliette bianche in cotone (quelle tecniche,
traspiranti che sono l'ideale per correre non ce le possiamo
permettere, non vale poi la pena comprarle per usarle solo una
volta), a parte il più grande a cui ne presto una mia perchè in
magazzino non ce ne sono della sua taglia, e pantaloncini sportivi.
Le scarpe mi danno più di un grattacapo: gli dico di usare quelle di
ginnastica normali ma alcuni non ne hanno, anzi nel loro guardariba ci sono solo infradito
o degli zoccoli di plastica... Parto alla ricerca di un paio di
calzature che gli possano servire: l'impresa non è facile perchè
non trovo il loro numero in deposito ma alla fine riesco a portarla a
termine.
Arriva il gran giorno: mi sveglio
presto e mi sento un poco stanco, visto che per i preparativi della
kermesse che comincerà tra poche ore mi hanno fatto andare a letto
tardi, ma non posso notare subito i volti elettrizzati dei ragazzi
che mi ricaricano e mi fanno sentire pronto per la gara. Mi chiedono
di tutto, cerco di calmarli mentre saliamo nella camionetta per
andare nella piazza centrale del paese. Sento la tensione crescere in
me ma viene stemperata dal fatto che devo preoccuparmi dei fanciulli:
quando parcheggio, li faccio scendere ed ad uno ad uno gli fisso il
pettorale con degli spilli. Ci facciamo delle foto per ricordarci di
quest'avventura vissuta insieme e li accontento alla loro richiesta di fare un
poco di riscaldamento. Venuto a sapere che i bambini partiranno un
quarto d'ora prima degli adulti e faranno un percorso di 4 chilometri
contro i circa 5 dei più grandi, vado ad informare i miei piccoli
runners: qualcuno è preoccupato perchè non correrò al loro fianco,
altri cominciano a dubitare sulle proprie possibilità di arrivare
fino in fondo. Li incoraggio e sto con loro sotto l'arco della
partenza fino all'ultimo, dandogli coraggio ed impartendo gli ultimi
consigli, sapendo che tanto probabilmente non li avrebbero ascoltati,
ma soprattutto gli dico che verrò a prenderli, li raggiungerò e gli
accompagnerò fino al traguardo se proprio non ce la facessero più.
Al via li vedo scattare come lepri e
mentre si allontano comincio a prepararmi per la mia gara: come
sempre sento la tensione ma mi godo tutti quei momenti prima della
partenza, assaporandoli fino in fondo e cercando di trovare in me quella forza
necessaria per arrivare fino al traguardo. Mi isolo e faccio quello che
ormai è diventato il mio rituale prima di cominciare: al colpo di
pistola che dà via alla gara mi accorgo che il mio orologio non
funziona, come già mi era capitato una volta, per cui dovrò basarmi
soltanto sulle sensazioni del corpo e la cosa non mi preoccupa più di tanto, le uniche preoccupazioni sono rivolte ai miei giovani podisti e mi chiedo come staranno affrontando questa sfida. Con
l'avanzare dei metri percorsi e dei minuti noto che il mio percorso sarà leggermente
diverso da quello dei più piccoli: ne incrocio più di qualcuno ma
dei miei ragazzi non c'è traccia e questo mi rallegra. A metà
gara comincio a pensare a me, alla mia andatura, lascio la mente
che si svuoti da tutto e si liberi: arrivo alla fine e subito vengo
attorniato dai fanciulli. Sono sorridenti, mi dicono che tutti sono
riusciti a tagliare il traguardo e di come sia stata una cosa
bellissima: conosco quelle sensazioni perchè le vivo ogni volta che
giungo alla fine di una gara e trovo splendido poterle condividerle
con loro. Dò il cinque a ciascuno di loro perchè se lo sono
meritato ed è fantastico sapere che il maggiore tra loro verrà
addirittura premiato in quanto arrivato tra i primi cinque: il cuore
mi si è riempito d'orgoglio ed ero felice del risultato che aveva
raggiunto! E' stata la degna conclusione di una gara che mi ha
regalato un vortice di emozioni come nessun'altra prima e devo
ringraziare i miei ragazzi per questo.
Har baje
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