martedì 30 aprile 2019

Una corsa coi ragazzi!!!

I molteplici impegni in hogar non mi permettono di dedicarmi all'hobby che più preferisco, la corsa: non riesco a dare continuità agli allenamenti; molte volte preferisco lasciar perdere, sopraffatto dalla fatica o dal caldo e dall'umidità allucinante del giorno e solo nelle ultime settimane sono riuscito a ritagliarmi uno spazio che mi permetta di uscire con maggiore regolarità.
Non ero proprio al top della forma fisica ma quando Liliana mi dice che stavano organizzando una corsa qui vicino allo scopo di raccogliere dei viveri per il centro e gli organizzatori volevano che una piccola nostra rappresentativa partecipasse è subito scattato qualcosa: se c'è una gara, se c'è la possibilità di correre non resisto, è più forte di me! Senza alcuna esitazione dico che me ne occupo e che parteciperò io stesso alla competizione: farlo coi ragazzi sarebbe stato il massimo!
Il mio compito è scegliere chi prenderà parte alla competizione: dovevo fare affidamento alla gara che avevamo fatto fare un sabato ai fanciulli per capire chi sarebbe stato il più adatto ma anche capire quanta voglia avessero di partecipare ad una cosa del genere. Ancora una volta sono rimasto sorpreso nel vedere che quasi tutti volevano essere presenti sulla linea di partenza e non è stato facile fare una selezione, visto che i pettorali che ci avrebbero fornito erano soltanto una decina.
Ero inoltre preoccupato del fatto che i miei giovani amici non avessero alcuna esperienza in questo campo in quanto avrebbero percorso 4 km che, sebbene per me non è molto, è sempre una distanza da rispettare e da non sottovalutare, specie se è la prima volta che ti ritrovi a gareggiare. L'unica cosa che potevo fare era fornire loro dei consigli, in primis quello di non partire forte per non rischiare di finire la benzina prima del tempo, ma mi incoraggiava il fatto di vederli non molto preoccupati, erano convinti dei loro mezzi ed avevano un grande entusiasmo dalla loro parte.
Due giorni prima della manifestazione podistica ci vengono a portare i pettorali: niente da fare, sebbene fossero gli ultimi di una lunga serie averli tra le mani mi fa provare una grande emozione, mi sento contento come un bambino quando scarta un regalo e l'adrenalina è a mille! Come non bastasse mi faccio contagiare pure dall'entusiasmo dei ragazzi, che non vedono già l'ora di correre e si vedono già tra i vincitori... Anzi sono straconvinti che arriverò primo e sarà bagarre dal secondo posto in giù: li devo sconfessare perchè, con un esperienza ormai decennale nel podismo, sapevo che avrei affrontato questa corsa non in buone condizioni fisiche visto che mi mancava un po' di allenamento ma di sicuro avrei dato il meglio perchè ogni gara a cui si prende parte va sempre onorata. Nel sentirmi i fanciulli rimangono a bocca aperta, sono sbalorditi soprattutto quando dico loro che la vera vittoria in questa disciplina non è contro gli altri (anche se fa sempre piacere giungere davanti a tutti) ma è contro se stessi perchè si sono sfidati i propri limiti e si è riusciti a tagliare il traguardo: un concetto che già è difficile da far capire a molte persone che conosco, figurarsi a loro che hanno tra i 10 ed i 15 anni!
Il giorno prima della gara preparo il loro abbigliamento: magliette bianche in cotone (quelle tecniche, traspiranti che sono l'ideale per correre non ce le possiamo permettere, non vale poi la pena comprarle per usarle solo una volta), a parte il più grande a cui ne presto una mia perchè in magazzino non ce ne sono della sua taglia, e pantaloncini sportivi. Le scarpe mi danno più di un grattacapo: gli dico di usare quelle di ginnastica normali ma alcuni non ne hanno, anzi nel loro guardariba ci sono solo infradito o degli zoccoli di plastica... Parto alla ricerca di un paio di calzature che gli possano servire: l'impresa non è facile perchè non trovo il loro numero in deposito ma alla fine riesco a portarla a termine.
Arriva il gran giorno: mi sveglio presto e mi sento un poco stanco, visto che per i preparativi della kermesse che comincerà tra poche ore mi hanno fatto andare a letto tardi, ma non posso notare subito i volti elettrizzati dei ragazzi che mi ricaricano e mi fanno sentire pronto per la gara. Mi chiedono di tutto, cerco di calmarli mentre saliamo nella camionetta per andare nella piazza centrale del paese. Sento la tensione crescere in me ma viene stemperata dal fatto che devo preoccuparmi dei fanciulli: quando parcheggio, li faccio scendere ed ad uno ad uno gli fisso il pettorale con degli spilli. Ci facciamo delle foto per ricordarci di quest'avventura vissuta insieme e li accontento alla loro richiesta di fare un poco di riscaldamento. Venuto a sapere che i bambini partiranno un quarto d'ora prima degli adulti e faranno un percorso di 4 chilometri contro i circa 5 dei più grandi, vado ad informare i miei piccoli runners: qualcuno è preoccupato perchè non correrò al loro fianco, altri cominciano a dubitare sulle proprie possibilità di arrivare fino in fondo. Li incoraggio e sto con loro sotto l'arco della partenza fino all'ultimo, dandogli coraggio ed impartendo gli ultimi consigli, sapendo che tanto probabilmente non li avrebbero ascoltati, ma soprattutto gli dico che verrò a prenderli, li raggiungerò e gli accompagnerò fino al traguardo se proprio non ce la facessero più.
Al via li vedo scattare come lepri e mentre si allontano comincio a prepararmi per la mia gara: come sempre sento la tensione ma mi godo tutti quei momenti prima della partenza, assaporandoli fino in fondo e cercando di trovare in me quella forza necessaria per arrivare fino al traguardo. Mi isolo e faccio quello che ormai è diventato il mio rituale prima di cominciare: al colpo di pistola che dà via alla gara mi accorgo che il mio orologio non funziona, come già mi era capitato una volta, per cui dovrò basarmi soltanto sulle sensazioni del corpo e la cosa non mi preoccupa più di tanto, le uniche preoccupazioni sono rivolte ai miei giovani podisti e mi chiedo come staranno affrontando questa sfida. Con l'avanzare dei metri percorsi e dei minuti noto che il mio percorso sarà leggermente diverso da quello dei più piccoli: ne incrocio più di qualcuno ma dei miei ragazzi non c'è traccia e questo mi rallegra. A metà gara comincio a pensare a me, alla mia andatura, lascio la mente che si svuoti da tutto e si liberi: arrivo alla fine e subito vengo attorniato dai fanciulli. Sono sorridenti, mi dicono che tutti sono riusciti a tagliare il traguardo e di come sia stata una cosa bellissima: conosco quelle sensazioni perchè le vivo ogni volta che giungo alla fine di una gara e trovo splendido poterle condividerle con loro. Dò il cinque a ciascuno di loro perchè se lo sono meritato ed è fantastico sapere che il maggiore tra loro verrà addirittura premiato in quanto arrivato tra i primi cinque: il cuore mi si è riempito d'orgoglio ed ero felice del risultato che aveva raggiunto! E' stata la degna conclusione di una gara che mi ha regalato un vortice di emozioni come nessun'altra prima e devo ringraziare i miei ragazzi per questo.
Har baje

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