mercoledì 23 gennaio 2019

Si lavora giocando!

Sono giornate intense, dense di emozioni e di cose da fare, tutte accomunate dal fatto che i ragazzi fanno a gara per passare il tempo con me. Poco importa che siano stati castigati o che si offrano come volontari per darmi una mano, per loro l'importante è stare in mia compagnia ed è una cosa che mi rende particolarmente felice anche perchè grazie alla loro presenza tutto sembra essere un'avventura e mi è difficile non farmi contagiare dall'entusiasmo che mettono in ogni cosa.
Uno degli ultimi episodi che vale la pena di ricordare riguarda la riabilitazione di due tazze del bagno pubblico dei maschietti, che erano state chiuse all'incirca due mesi mesi per alcuni problemi. Quando Liliana mi ha chiesto di provvedere pensavo sarebbe stata una passeggiata, visto che quei wc non avevano mai dato dei grossi problemi... Una volta aperto il lucchetto che ne bloccava l'accesso mi sono dovuto ricredere: c'erano almeno 30 centimetri di sabbia che nascondevano il pavimento!!! Sono rimasto allibito sebbene Moises, uno dei fanciulli che più cerca la mia compagnia, mi avesse avvisato di quello che avrei trovato: mai avrei pensato che in così poco tempo le formiche fossero in grado di fare questo!
Cosa potevo fare? Armarmi di carriola e di pala per poi cominciare a ripulire il bagno da tutta quell'arena, consapevole che non sarebbe semplice. Non ne ero molto convinto, ad essere sincero la voglia era poca ma la cosa andava fatta, non era possibile che i ragazzi potessero usufruire di un solo gabinetto. 
Trovata la giusta motivazione vado verso il deposito degli attrezzi e nel mio cammino vengo affiancato da due bambini che si offrono di darmi una mano, non gli importa di perdere l'occasione di vedere dei cartoni animati: cerco invano di dissuaderli, la loro determinazione ha la meglio. Mi faccio aiutare a portare la carriola e le pale e mentre comincio a svuotare i bagni dalla sabbia ecco arrivare altri tre ragazzi, che erano rimasti senza televisione per non aver voluto fare i compiti: erano incuriositi su cosa stessi facendo e sul motivo per cui le due tazze si trovassero in quello stato. Una volta capito come stavano le cose, in pochi minuti si sono convertiti in piccoli aiutanti, a cui non sembrava vero di passarmi la pala o li cacciavite o di sistemare quanto si era già caricato per portarlo altrove. 
Alla prima carriola sorge un dilemma: dove avremmo scaricato il suo contenuto? I miei piccoli amici erano perplessi ma gli do un suggerimento che scatena il loro entusiasmo: si dovevano cercare delle buche presenti nel parco giochi al fine di coprirle. E' stato come fare una caccia al tesoro: appena qualcuno notava un piccolo avvallamento del terreno mi diceva che era quello il punto da tappare con la sabbia, a volte c'erano dei bisticci mentre in altre c'era un consenso unanime sul punto da coprire con il contenuto della carriola. Ad ogni carico l'eccitazione dei ragazzi cresceva e la facevo mia, era impossibile non partecipare alla loro gioia: per loro era un gioco, l'essere coinvolti in questo piccolo lavoretto li faceva sentire importanti ed il solo poter dire di aver dato una mano valeva in quel momento più di qualsiasi altra cosa al mondo. 
Il tempo grazie alla loro presenza è volato ed ammetto che, nonostante le carriole caricate siano state cinque, ho sentito questo lavoro leggero, è stato divertente perchè i ragazzi me l'hanno fatto prendere a cuor leggero e fatto vedere con occhi diversi, quelli di un bambino che riesce a trasformare in una straordinaria avventura qualsiasi cosa gli capiti a tiro.
Har baje

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