lunedì 7 gennaio 2019

Cosa faccio in hogar?

In tutti gli incontri a cui vengo invitato per parlare della mia esperienza c'è sempre una domanda che si ripete e mi mette un poco in imbarazzo: di cosa mi occupo nel centro? Non mi è facile rispondere visto che sono uno di quelli che preferiscono i fatti alle parole ed a cui piace lavorare nell'ombra, senza pensare ed eventuali complimenti e cercando di fare qualcosa spinto dalla passione, inoltre non mi sono veramente mai fermato a pensare al mio operato.
L'unica certezza è che la mia giornata inizia intorno alle 7,30 della mattina, quando devo somministrare le medicine ai ragazzi che ne hanno bisogno, per finire non so quando tenendo presente che gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo e capaci di scombinare i piani.
In hogar mi occupo un po' di tutto: la manutenzione della struttura mi occupa gran parte del tempo visto che devo organizzare il lavoro di don Claudio ma mi prendo cura anche del catechismo della prima comunione e della cresima e della preparazione della cappella per la messa, oltre ad essere il responsabile del gruppo liturgico del centro. Aiuto in dispensa della cucina portando i viveri che mancano dall'altro deposito che abbiamo e mi dedico all'infermeria di solito la mattina, nei fine settimana e quando è assente chi ne è la responsabile. Mi interesso di fissare gli appuntamenti e di portare i ragazzi dal dentista, seguendoli nell'igiene orale, e faccio da barbiere. A volte mi capita di sostituire la guardia notturna o gli educatori o Liliana quando non è presente e succede di ritrovarmi in cucina, facendo la pizza o la pasta oppure qualcosa che sicuramente i bambini apprezzeranno.
Assieme ad alcuni dei piccoli ospiti del centro realizzo un piccolo orto perchè credo che la cosa più importante sia passare del tempo assieme a loro, che sebbene non lo dicano apertamente hanno bisogno di qualcuno che gli dia affetto e stia con loro. L'importante è condividere, camminare per un po' in loro compagnia lungo il sentiero della vita e guidarli perchè possano fare la scelta più giusta: succede così di giocare con loro (gli scacchi ed calcio sono i loro passatempi preferiti), di ascoltare della musica, di vedere insieme la televisione o di passare ore e ore a chiacchierare ed a ridere in compagnia ma capita anche di essere partecipi dei loro momenti di tristezza o di rabbia. Se hanno bisogno di una mano nei compiti perchè l'educatore non può vengono subito a cercarmi, tanto sanno già che non riesco a dirgli di no e farò il possibile per aiutarli.
Quando potrei prendermi una pausa mi capita di vedere un bambino isolato e/o che sta piangendo e non riesco a fare finta di niente: mi avvicino a lui e, nel caso in cui non abbia voglia di parlare, mi ci siedo accanto finchè non inizia a guardarmi ed a dirmi qualcosa. Lo stesso accade quando hanno fatto qualche marachella o si sono messi in qualche guaio: li chiamo e mi siedo con loro per capire il motivo che li ha spinti a comportarsi così e per farli ragionare sulle loro azioni, arrivando a volte a dare dei castighi. Ci sono volte che rimango in refettorio con chi non ne vuole sapere di mangiare per aiutarlo a finire quello che ha nel piatto: magari resto con lui per più di un ora ma non è mai tempo perso, tutt'altro. Per me è una cosa naturale: non potrei voltarmi dall'altra parte dicendomi che in quel preciso istante dovrei riposare, che non è far mio perchè sono lì per loro, sono la mia priorità.
Più di una volta ho bisticciato con Liliana perchè nota che ci sono giorni in cui non ho tregua, tra personale che mi cerca o ragazzi che mi chiamano, e mi dice di prendere una pausa per riprendere fiato: ha ragione, per fortuna riesco a ritagliarmi degli attimi di tempo per rilassarmi ma poi riparto perchè la mia coscienza mi dice di farlo.
Mi occupo anche della preghiera serale che forse è il miglior modo per chiudere la giornata: nell'augurarmi la buona notte qualcuno mi abbraccia e resta con me fino all'ultimo... Lo considero il miglior segnale che mi indica la bontà di quanto sto facendo e la gratitudine dei miei ragazzi per esserci sempre per loro.
Quando vado a dormire mi piace pensare a quanto fatto durante la giornata, che quasi sempre è intensa (soprattutto dal punto di vista delle emozioni) e mai noiosa, e la valuto in base all'essere riuscito o meno a strappare un sorriso ai ragazzi: se ce l'ho fatta a farli felici posso dire che le mie fatiche sono valse davvero la pena, nel caso contrario so che il domani avrò una nuova possibilità per migliorarmi.
Har baje

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