Sono 15 i volti nuovi in hogar:
qualcuno lo avevo già conosciuto tra fine dicembre ed i primi
giorni di gennaio, altri li ho soltanto intravisti giusto qualche
attimo prima di partire per l'Italia ma la maggior parte l'ho
incontrata al mio ritorno.
15 nuovi ragazzi che sto conoscendo col
passare coi giorni: i più vivaci si sono fatti avanti per primi,
facendosi notare per la loro personalità, mentre i più timidi si
stanno avvicinando a me solo di recente, come se avessero avuto
bisogno di tempo per capire se si potevano fidare o meno del
sottoscritto visto quanto avevano vissuto prima di venire qui.
15 fanciulli, 15 stili differenti: c'è
chi, pur vedendomi per la prima volta, già grida il mio nome per
avvisarmi che gli fanno i dispetti o mi cerca per un po' di conforto;
c'è quella che non appena si accorge della mia presenza e mi viene
subito ad abbracciare, non mollandomi più nemmeno se glielo
supplico; qualcuno mi sorprende perchè mi afferra la mano quando lo
porto nella sua stanza oppure al salone di studio, facendolo con una
semplicità e naturalezza disarmanti; non manca chi si deve far
notare a tutti i costi e mi salta in braccio all'improvviso;
all'appello c'è anche chi, nel giro di qualche giorno, è passato
dall'avvicinarsi timidamente al venirmi incontro non appena compaio
ai suoi occhi ed infine ci sono coloro che hanno deciso di mettersi
in gioco e di darmi una chance, nonostante la diffidenza iniziale.
Molti sono piccoli ma non manca chi ha
più di 12 anni, c'è chi è arrivato da solo e chi con i fratelli,
qualcuno è portatore di handicap: tutti accomunati dal bisogno di
protezione, di amore e di sentirsi accettati per come sono. In questi
giorni mi chiedo come mi comporterò con ciascuno di loro, se sarò
all'altezza del compito che mi è stato affidato: ognuno di loro
rappresenta una sorta di sfida, mi interroga circa la mia possibilità
di offrirgli un aiuto nel suo cammino e su come questo sostegno potrà
essere...
Sono domande che nascono dal vedere nei
loro occhi una tristezza che non si riesce a descrivere, dal loro
bisogno di affetto, dai loro atteggiamenti che mettono in luce la
voglia di potersi fidarsi di qualcuno ma anche la paura a farlo, dal
loro piangere per qualsiasi motivo o dal fatto che non mi ascoltino e
continuano a fare quello che vogliono.
Sono interrogativi che magari
all'inizio di quest'avventura non mi ponevo, o meglio li affrontavo
solo di striscio, ma ora li sento sempre più forti nella mia testa
perchè bisogna fare qualcosa per questi ragazzi, non si può star
con le mani in mano in quanto ne va del loro futuro.
Sento sempre di più il bisogno di
leggere il dossier riguardante ogni singolo fanciullo: è impossibile
descrivere una persona in poche righe ma poterci dare un'occhiata mi
aiuta a scoprire il motivo per cui il minore si trova qui e, di
conseguenza, perchè si comporta in una certa maniera. E' un punto di
partenza importante poiché posso capire quali atteggiamenti è
meglio evitare nei suoi confronti e quale approccio assumere per
avvicinarmi a lui e farmelo amico, il resto verrà col tempo che mi
permetterà di camminare un po' con lui e di conoscerlo visto che è
soltanto grazie al contatto con la persona che si arriva a sapere ciò
che pensa e prova e non attraverso un pezzo di carta.
Ritrovarsi tra le mani la storia di uno
di questi ragazzi e buttarci l'occhio non è una cosa semplice, anzi
a volte sarebbe meglio non farlo: soprattutto in quest'occasione
alcuni casi sono stati un pugno sullo stomaco, racconti di vita così
orribili che stento ancora a credere che siano veri e per i quali ho
dovuto sospendere o ripetere la lettura perchè ne ero totalmente
disgustato ed inorridito... E' incredibile la sofferenza passata da
queste giovani vite!
Una volta mi è stato chiesto il motivo per cui faccio questo, visto che vivendo in un hogar la cosa potrebbe risultare ancor più difficile da mangiare giù: è uno dei pochi mezzi a disposizione che mi suggeriscono come avvicinarmi al ragazzo, mi illumina sui passi che è meglio fare e quali sono da evitare per conoscerlo e scoprirne le qualità, cercando sempre di portare pazienza e di non avere mai fretta, di aspettare i suoi tempi perchè si tratta di costruire un rapporto, di cominciare a fare un cammino insieme che ci arricchirà entrambi e, si spera, possa portare verso un futuro migliore.
Una volta mi è stato chiesto il motivo per cui faccio questo, visto che vivendo in un hogar la cosa potrebbe risultare ancor più difficile da mangiare giù: è uno dei pochi mezzi a disposizione che mi suggeriscono come avvicinarmi al ragazzo, mi illumina sui passi che è meglio fare e quali sono da evitare per conoscerlo e scoprirne le qualità, cercando sempre di portare pazienza e di non avere mai fretta, di aspettare i suoi tempi perchè si tratta di costruire un rapporto, di cominciare a fare un cammino insieme che ci arricchirà entrambi e, si spera, possa portare verso un futuro migliore.
Har baje
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