Rieccomi all'hogar, dopo circa un mese
e mezzo in Italia a ricaricarmi di energie, e devo dire che questi
primissimi giorni sono stati tanto intensi quanto belli. I miei dubbi
e le mie preoccupazioni sono stati smentiti dai fatti: avevo qualche
timore circa il fatto di tornare con una gestione già avviata a fine
di gennaio e quindi di adattarmi a quanto già era stato definito ma
devo dire che l'affetto dei fanciulli e l'appoggio di Liliana mi
aiutato parecchio.
Al mio arrivo, giovedì scorso, Liliana
è venuta a prendermi all'aeroporto e, con mia grande emozione, tutti
i bambini erano all'ingresso del centro ad aspettarmi e darmi il
benvenuto prima di andare a scuola: mi hanno salutato, i più piccoli
mi hanno circondato per abbracciarmi, c'è chi mi sorrideva... Non è
mancato chi mi ha subito chiesto “Adesso resti qui vero? Non è che
vai via un'altra volta?” e gli ho risposto che ero qui per loro:
quest'episodio mi ha molto colpito perchè mi ha fatto capire che si
è instaurato un bel rapporto e che gli son mancato.
La prima cosa che ho notato sono i
tanti volti nuovi, tutti da conoscere e da scoprire: alcuni già si
sono avvicinati e non appena mi vedono mi vengono incontro mentre
altri li ho appena intravisti ma sicuramente ci sarà il tempo per
far crescere un'amicizia. Quest'anno abbiamo più bambine che
maschietti (37 contro 26) e ci sono tanti piccoli, per cui bisognerà
avere più pazienza rispetto agli scorsi anni.
I primi giorni li ho voluti prendere
con calma sia per riprendere il ritmo che per capire i cambiamenti
fatti in mia assenza per non commettere grossi errori ma anche per
stare di più coi miei piccoli amici: mi son mancati e volevo la loro
compagnia, farmi raccontare come hanno passato le giornate in mia
assenza, ascoltarli, ridere con loro e giocarci assieme. Il tempo
trascorso è stato utile per reinserirmi e per osservare ma mi è
servito anche per venire alla conoscenza di qualche piccolo problema:
fino ad oggi una onlus, che gli scorsi anni ci aiutava attraverso una
donazione in denaro che copriva buona parte del bilancio annuo, non si è messa in comunicazione col centro per cui non si sa se
quest'anno ci darà il suo sostegno; con la nuova gestione del
collegio si sono dovuti comprare tutti testi scolastici originali
(anche se la casa editrice ci è venuta incontro con un piccolo
sconto); qualcuno del personale se n'è andato o ha presentato le
dimissioni; le porte stanno cadendo a pezzi ed anche le lenzuola e le
ciabatte dei ragazzi non sono messe bene, così come tante altre
cose... Si sa la vita di un hogar è fatta anche di questo, l'unica
cosa è non demoralizzarsi e andare avanti facendo quello che è
possibile, il resto si vedrà. Sicuramente io non mi tiro indietro ed
infatti domenica mattina ho fatto da educatore ai ragazzi: un bel
modo per cominciare anche per capire quali sono le prime necessità
a cui far fronte e per conoscere da vicino il lavoro di chi sta
sempre coi ragazzi, scoprendo anche quali difficoltà presenta.
Oltre all'affetto che i ragazzi mi
riservano, una bella soddisfazione l'ho avuta dall'essere
riconfermato catechista perchè Liliana ha esaminato il mio lavoro e
parlato con chi avevo seguito nella preparazione alla prima Comunione
e alla Cresima e l'ha trovato molto buono: è stato gratificante
vista la fatica che avevo fatto! La novità è che avrò un salone
tutto mio per svolgere questo ruolo: dovrò sistemarlo ma non vedo
l'ora di cominciare!
A mettere però freno all'entusiasmo
che provo nell'essere di nuovo qui c'è stato un fatto che mi è
accaduto proprio oggi: ero in città per il mio giorno di riposo,
sono entrato in un ristorante e mentre aspettavo quanto ordinato ho
visto entrare dei ragazzi di strada, il più grande avrà avuto 7
anni, che si avvicinavano ai vari tavoli per chiedere qualche avanzo,
gli ossi del pollo già mangiati... Ho sentito un tuffo al cuore,
praticamente son ritornato coi piedi per terra perchè queste
giornate sono state una piccola illusione, mi avevano chiuso gli
occhi su quella che è la realtà di questo paese in cui ci sono
tanti, troppi che vivono per strada e la maggioranza sono giovani.
C'è ancora tanto da fare, so che non ho la possibilità di aiutare
tutti ma intanto cerco di continuare a dare il mio contributo nel mio
piccolo, chissà che possa essere d'esempio per qualcuno e lo invogli
a pensare a chi è più sfortunato.
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento