In questi giorni di vacanze invernali mi rendo conto di quanto chi resta in hogar abbia un gran bisogno di qualcuno che lo ascolti, gli parli, passi il tempo con lui e che gli voglia bene per così com'è.
Me ne accorgo la sera che Jaime, dopo avergli somministrato la sua medicina, resta attaccato a me e appoggia la testa sulle mie gambe, dicendomi che quando tornerò in Italia lui verrà con me e chiaccherando del più e del meno.
Me ne capacito quando Bryan, uno dei più piccoli, appena mi vede mi corre incontro e sembra non mollarmi mai: nel veder la maggior parte dei ragazzi andar via per qualche giorno mi domandò quando sarebbe stato il suo turno. Cerca in ogni modo un'occasione per spingermi a portarlo in braccio e nelle occasioni di festa viene da me e si siede sulle mie ginocchia: l'ultima volta che l'ha fatto mi ha anche detto che mi vuole molto bene, dipingendo così nel mio volto un sorriso di soddisfazione.
Lo percepisco quando Jocelyn, piccola di 5 anni appena arrivata e già in procinto di tornare coi suoi genitori, dice alla suora se sarà lei la sua nuova mamma o quando viene spesso a cercarmi con un bel sorriso stampato in faccia, chiedendomi di tenerla in braccio o di passeggiare con lei, oppure mi dà il buongiorno correndomi incontro ed abbracciandomi.
Lo avverto quando, in questi giorni in cui sto imbiancando i locali adibiti a refettorio, i ragazzi si turnano per vedere cosa stia facendo e molto spesso restano lì in mia compagnia facendomi un sacco di domande che spaziano su vari argomenti.
Lo intuisco quando c'è la ressa per aiutarmi a fare qualcosa, perchè in quel preciso momento quel che conta non è tanto il fare ma stare in mia compagnia.
Lo capisco quando Juan Pablo, una piccola peste che è da poco con noi, mi dice che sono il suo papi e con un sorriso grande così mi viene incontro e stringe le braccia intorno a me. E' capitato che l'abbia punito perchè con un pugno ha rotto il vetro di una finestra: il castigo consisteva nel non vedere la televisione ed a stare con me mentre lavoravo. E' stato un momento importante perchè ha cominciato a parlare di sé, della sua paura che nessuno lo venga a trovare e l'ho fatto sentire a suo agio facendogli cantare ciò che più gli piaceva e poi ha cominciato a giocare con me, nascondendosi per poi cogliermi di sorpresa abbracciandomi forte forte da dietro: il suo essere così irrequieto è un modo per richiamare l'attenzione. Più passano i giorni, più mi convinco che ha bisogno di amore così come tutti qui all'hogar: visto il numero a volte l'impresa sembra impossibile! Il segreto è dosare le forze per poter distribuire un po' di affetto a ciascuno, senza avere fretta e rendendo speciale ogni momento in cui si sta insieme, iniziando nell'accettarli così come sono e dandogli l'importanza che meritano.
Har baje
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