Il mercoledì è il mio giorno di riposo ed il più delle volte ne approfitto per fare una passeggiata per la città, distante all'incirca 15 chilometri.
Mi piace camminare ed osservare quel che accade intorno a me e spesso mi trovo a farlo nei grandi mercati che caratterizzano Santa Cruz: è proprio qui che si può capire meglio la gente del posto. Girando tra le bancherelle mi ritrovo tra bambini che fanno i compiti o fanno da commessi aiutando i genitori, mamme che allattano senza farsi alcun problema, gente che è impacciata a dare il resto e anche per un banalissimo calcolo ricorre alla calcolatrice, persone che pur ti venderti qualcosa abbassano il prezzo o propone di tutto, carne esposta vicino alla strada e con le mosche che ci ronzano intorno, carri pieni di frutta e verdura di tutti i generi, l'odore di fritto e di mangiare appena fatto, grida di donne per attirare la clientale e traffico caotico.
Continuando a passeggiare ho l'impressione di una città che vuole diventare grande ma non riesce a farlo: nonostante raggiunga i due milioni di abitanti e la presenza di grattacieli ed edifici che nulla hanno da individiare alle nostre metropoli, anche in centro ci sono case fatiscenti, poco curate e si vedono auto abbastanza vecchie e scassate che mi chiedo come facciano ancora a correre. Mentre osservo tali contrasti spesso noto gente che dorme in strada, molte volte sono ragazzi ma in un'occasione mi sono imbattuto in un'intera famiglia: sono rannicchiati su sé stessi, in alcuni casi si coprono con cartone o stracci per ripararsi dal vento, dalla pioggia o dal freddo e, quando non indossano le scarpe, mi colpisce il colore dei loro piedi, che è nerissimo. Dormono con gli occhi semichiusi, forse sono in uno stato di dormiveglia; i loro capelli, la loro barba sono sudici, sono trasandati così come il loro aspetto. Mi è capitato di vederli svegli e muoversi barcollando, non è un gran bel spettacolo e confesso di esserne stato un poco intimorito: una volta li ho fissati negli occhi e avevano lo sguardo perso, imbambolato forse perchè si erano fatti di alcol, di droga o di colla. Spesso li vedo chiedere qualche spicciolo ai semafori, dove alcuni improvvisano degli spettacoli pur di raccattare qualcosa. Vorrei scattare loro una foto per testimoniare quello che ho visto, per avvalorare quello che racconto ma non ci riesco: penso che queste persone hanno una loro dignità e vanno rispettate, se si trovano in questa situazione non può essere soltanto per colpa sua e non deve essere facile questa loro vita di strada. Mi chiedo: se fossi io al loro posto sarei contento che mi fotografassero? Probabilmente no, già ce l'avrei col mondo intero per la mia condizione, ci mancherebbe che qualcuno mi scattasse una foto! In questi casi reputo migliore immortalare soltanto i luoghi dove possono trovare rifugio per una notte per dar l'idea di cosa si accontentino, per far riflettere se ciò è possibile e giusto perchè le persone vanno rispettate in quanto tali, sempre e comunque.
Har baje
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