E' una cosa a cui non posso proprio
rinunciare: il passare un'ora di educazione fisica coi ragazzi è
un'occasione importante sia perchè, lavorando per saloni di studio,
ho la possibilità di stare con un gruppo ristretto, conoscendo così
meglio ogni bambino, che per il semplice fatto che mi posso divertire
in loro compagnia e rilassarmi un poco.
Ammetto che, fino alla fine di aprile,
non sono riuscito a portare avanti questo mio impegno in modo positivo: in diverse
occasioni le tante cose da fare e le urgenze hanno preso il
sopravvento ed ho dovuto a malincuore rinunciare a questo momento. Ad
un certo punto però mi son detto “ma perchè devo mancare ad un
appuntamento che i ragazzi aspettano con ansia?”, decidendo così
di cercare in tutti i modi di non mancare all'ora di ginnastica,
costi quel che costi. Certo non mancano le difficoltà: cercare di
non proporre sempre gli stessi esercizi o giochi per evitare la
monotonia, farsi ascoltare quando nessuno sembra intenzionato a
farlo, incoraggiare ed invogliare chi non ne vuole sapere di
partecipare, i capricci, le diverse fasce di età... Nonostante tutto
però è una cosa che personalmente mi gratifica, soprattutto perchè ho la possibilità di giocare e parlare a ruota libera coi ragazzi.
Coi più grandi spesso capita che li
porto fuori a correre nei dintorni, cercando di coinvolgerli nella
mia passione per la corsa e spronandoli quando sembra che non ce la
facciano più, ed una volta tornati facciamo una partita di calcio o
di basket. Coi più piccoli invece la cosa è un po' più complicata:
non sapevo che pesci pigliare, oltre agli esercizi anche il giocare a
palla era fonte di capricci! A darmi una mano è stata una scoperta,
fatta casualmente nel pulire delle stanze, di alcune biciclette: non
erano in buone condizioni ma l'averle viste subito mi è venuto un
lampo di genio, ovvero farle utilizzare ai bambini. Con don Claudio
le abbiamo sistemate come meglio si poteva ma c'era un problema: non
erano in numero sufficiente affinchè ciascuno, in seconda di
primaria, ne avesse una a sua disposizione. Che fare? Nessun
problema: si avrebbero diviso i ragazzi in due gruppi che si
sarebbero alternati nell'uso della bici. Metodo che poi ho adottato
anche per la classe prima perchè, anche se in questo caso tutti potevano avere una
bicicletta tutta per sé, ciò portava a continui litigi e bizze visto che c'era sempre chi ne preferiva una rispetto ad un'altra e non ne voleva
sapere di usarne una diversa da quella su cui aveva messo gli occhi.
E' stato appagante
insegnare a qualcuno di loro come andare in bici, incitandoli a non
demordere, e per qualche istante mi sembra di toccare il cielo con un
dito quando li vedo pedalare con un bel sorriso smagliante stampato
in faccia, tutto questo non ha prezzo!
Har baje
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