Si avvicina la fine dell'anno ed è
tempo di mantenere le promesse: come ormai da tradizione porto i
ragazzi che mi aiutano con l'orto a mangiare pollo ed a passeggiare
per la città. E' un premio meritato per l'impegno e il lavoro svolto
durante l'anno: il loro entusiasmo è stato davvero contagioso e
senza ombra di dubbio ho potuto passare dei bei momenti in loro
compagnia.
Quest'anno il numero dei miei aiutanti
è cresciuto di molto rispetto agli anni precedenti: sono ben 24 che si
alternano nel darmi una mano durante la settimana, organizzati in 7 gruppi. Impossibile
portarli tutti insieme in città per cui ho deciso di dividerli in
tre gruppi: questo sabato è stata la volta delle ragazze più grandi
che erano al settimo cielo soltanto per il fatto che sarebbero uscite
a fare quattro passi. Non avevo grandi pretese sul fatto di portarle
fuori, le mie uniche preoccupazioni erano di farle passare qualche
ora lontano dalla routine del centro e di renderle davvero contente
di quello che avrebbero mangiato e bevuto, cercando di assecondare le
loro richieste fin dove potevo, e non pensavo lontanamente che
avrebbero fatto qualcosa che mi rendesse davvero orgoglioso di loro.
Eravamo al ristorante e ci avevano
appena portato al tavolo quello che avevamo ordinato, le ragazze
erano quasi incredule nel vedere il loro piatto e la loro espressione
mi era motivo di gioia, stavo cercando di assaporare fino in fondo
quel momento perchè mi rendevo conto che le ho rese felici con così
poco quando compare all'improvviso al mio fianco un giovane con la
stampella ed i vestiti sudici. Mi chiede da bere porgendomi un
bicchiere di plastica, di cui non ho la più pallida idea da dove lo
abbia preso, e mi è venuto spontaneo offrirgli un po' del succo di
frutta che avevo ordinato per me: mi ringrazia sottovoce,
sorridendomi, e si allontana sedendosi in un tavolo vicino. Le
fanciulle lo guardano e poi mi fissano quasi incredule, mi chiedono
se conoscevo quel tipo ed alla mia risposta negativa mi chiedono il
motivo del mio gesto: credo che la mia risposta le ha lasciato senza
parole visto che ho detto loro che se qualcuno mi chiede da bere ed
ho la possibilità di accontentarlo non vedo perchè
negarmi alla sua richiesta.
Continuiamo a mangiare ma l'occhio
delle bambine punta spesso verso quel nostro vicino, qualcuna ride e
consiglio di non farlo per evitare qualsiasi tipo di problema e
perchè non è corretto: le mie parole non hanno però l'effetto desiderato
visto che quel giovane emette dei rumori strani ed a volte ha dei tic, non
riesco a capire se sia sotto l'effetto di qualche sostanza o è semplicemente malato...
“Marco per me ha fame” mi fa sapere la fanciulla che è seduta
vicino a me mentre un'altra dice che non ce la fa a mangiare tutto
quello che ha nel piatto ed io comparto le patate fritte della mia
porzione con tutte, visto che a me non piacciono. Avevo pensato di
darle a quel ragazzo ma la paura mi ha vinto, vedendolo in quello
stato temevo della sua reazione e non potevo permettermi di correre
rischi in quanto avevo delle minori con me: la sua presenza però non
mi faceva stare bene con me stesso, sapevo bene che non poteva
permettersi di comprarsi qualcosa da mettere sotto i denti ed il
fatto che continuasse a fissarmi non mi permetteva di stare a posto
con la mia coscienza. Ad un certo punto non riesco più a stare
indifferente e guardo nella sua direzione: pareva che non aspettasse
altro perchè quando i nostri sguardi si sono incrociati subito mi
dice “Padrecito, non hai qualcosa da darmi da mangiare?”. Non ho
alcuna esitazione, chiedo alla fanciulla che non riesce a mangiare
tutto il pollo di darmene un pezzetto e ricevo il suo consenso mentre
le altre mi guardano ed in silenzio mettono nel mio piatto un po' di
patate, di riso e di pasta delle loro portate: rimango letteralmente sorpreso di quello
che stanno facendo. Quando una delle più giovani mi chiede se può
portargli quanto preparato non posso negargli il mio sì, la osservo mentre lo fa e mi sorprende il vedere quel giovanotto alzarsi e prendere la mano ringraziandola di cuore per il gesto: sono
incredulo, stento a credere a quello che sto vedendo con i miei
stessi occhi e d immagino di essermi talmente commosso dal momento che le
mie giovani amiche mi prendono un poco in giro perchè credevano che
stessi per piangere per l'emozione. Poco dopo mi spingono a offrigli anche quanto avevano avanzato della loro bibita: preferiscono sia lui a terminarla piuttosto che dividersela tra loro. Qualcuna dice che ora avranno un posto in
paradiso, non mi resta che sorridere a questa sua convinzione ma non
posso che essere fiero di ognuna di loro per il semplice fatto
di aver scelto di condividere il loro meritato premio con qualcuno
che aveva bisogno e per avermi dato una bella lezione su come non
farsi vincere dalla paura di far del bene.
La cosa sorprendente è che quel
giovane è scomparso all'improvviso, senza lasciare traccia, così
come era arrivato, lasciando soltanto un piatto svuotato in pochi
istanti e riempiendo di soddisfazione il cuore delle mie ragazze: era
davvero contente di quello che avevano fatto! Mentre torniamo a casa
mi confidano che quel gesto è frutto degli insegnamenti del loro
catechista, ricordandomi che sono io: arrossisco, sentirmi dire che
in questo loro atto di amore c'era anche il mio zampino non può che
riempirmi di gioia! Non avrei mai immaginato di poter vedere i frutti
di quanto ho seminato in questi anni ed è stata una piacevole sorpresa: grazie ragazze, sono veramente
orgoglioso di voi!
Har baje
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