Il presidente Morales si è dimesso: è
questa la notizia più importante della giornata! Una domenica
convulsa che è cominciata con l'annuncio, da parte di una commissione
dell'Organizzazione degli Stati Americani, che effettivamente le elezioni dello
scorso 20 ottobre erano macchiate da numerosi brogli: iniziano ad
arrivare note che informano che verranno indette delle nuove
elezioni, una volta cambiati tutti i membri del Tribunale Speciale
Elettorale; giungono voci poi confermate di dimissioni di ministri,
governatori e di altre cariche dello Stato che fanno parte del
partito del presidente; dai social confermano che l'Esercito
consiglia a Morales di lasciare la propria carica mentre il
presidente del comitato civico di Santa Cruz entra nel Palazzo di
Governo con la carta di richiesta di dimissioni del Capo dello Stato.
La sede però è vuota perchè Morales con i suoi più fedeli
collaboratori se n'è andato da La Paz con l'aereo verso una non ben
precisata meta.
Al momento dell'annuncio stavo
cucinando la pizza con alcuni ragazzi e ci sembrava strano il sentire
scoppi di petardi e di fuochi d'artificio, inusuale per quell'ora:
era il segno che qualcosa di grosso stava per accadere. Non riesco a
resistere e guardo sul cellulare: non riesco a credere ai miei occhi,
il primo post che vedo nella mia bacheca mi informa che Morales sta
rinunciando alla sua carica... Non sto nella pelle, lo comunico ai
tre fanciulli che mi stanno aiutando che gridano dalla felicità, mi
dirigo poi al campetto dove gli altri stanno giocando, chiamo alle
educatrici e le comunico la notizia mentre da fuori si sentono colpi
da sparo e i clacson delle auto: tutti stanno festeggiando come se si
fosse vinto un mondiale di calcio! I bambini mi circondano increduli,
sorridono, urlano di gioia, vogliono ascoltare l'audio delle parole di chi fino a
pochi secondi fa era il loro presidente e più di qualcuno mi dice
pieno di gioia “Evviva domani si torna a scuola!”... Mi fa una
certa impressione sentire da loro queste parole ma mi rendo subito
conto del loro desiderio di ritornare alla normalità, che è pure il
mio, perchè effettivamente più passano i giorni e più la
situazione si fa pesante.
Il paro indefinido sta mettendo alla
prova un po' tutti e gli animi purtroppo cominciano a scaldarsi, come
mi è successo di vedere venerdì, quando sono andato a comprare due
bombole di gas per la cucina. Memore di come erano andate le cose
l'ultima volta mi faccio accompagnare da due dei ragazzi più grandi
e da Jones, il nuovo tuttofare. Appena arrivato mi accorgo che la
fila è molto più lunga rispetto a qualche giorno fa, per cui opto per metterci in coda senza richiedere favoritismi e con la
speranza di riuscire nel nostro intento. Non sarà passata mezz'ora
ed ecco che ci informano che la vendita è finita ma vedo che davanti
al camion pieno di bomboloni si forma un gruppo di persone che
parlano vivacemente tra loro e cominciano a poco a poco ad alzare la voce:
devo andare a verificare cosa sta succedendo, così incarico a Jones
di rimanere ad aspettare e di sorvegliare i fanciulli. Arrivato lì
rimango sorpreso nel vedere che il carico del veicolo è costituito
per più di metà da recipienti pieni: i proprietari dicono che
devono andare a rifornire un'altra zona ma c'è chi gli fa osservare
che non avevano nemmeno avvisato che avrebbero venduto solo un numero
preciso del proprio prodotto. Comincia un tiramolla in cui volano le
parolacce e una delle persone della fila mette la propria macchina di
traverso per impedire al furgone di andarsene: solo in questo modo
riprende la possibilità di comprare il gas che però si interrompe
dopo una quindicina di minuti. I venditori se ne vogliono andare, cercano di spiegare le proprie ragioni ma
la gente non vuole che se ne vadano, c'è chi ha aspettato sotto il sole per ore e non
vuole giustamente tornare a casa a mani vuote. Per impedire al
veicolo di muoversi si forma una catena umana mentre inizia un'accesa
discussione tra i proprietari del camion e chi sta in fila: mi
avvicino nuovamente, constatando la presenza di molte bombole piene,
e rimango di stucco quando viene proposto a chi sta lì aspettando il proprio turno di fare gruppo in modo da andare direttamente a comprare il gas per
tutti, una proposta allucinante!
Dicono che ci sono altre zone che devono essere approvvigionate e che hanno bisogno di loro ma qui ci sono almeno 6 urbanizzazioni, popolate da più di qualche migliaio di individui, che hanno questa necessità. La tensione sale in maniera esponenziale finchè vengono alle mani, mi allontano per non rimanere coinvolto: stento a credere ai miei occhi, si stanno prendendo a pugni per avere una bombola del gas! Che la situazione era difficile già lo sapevo ma mai avrei pensato si sarebbe arrivati a così tanto! Si riesce a stabilire la calma, arriva la polizia che purtroppo non può far molto perchè rischia di prenderle e non può imporre la vendita: rimango in attesa di vedere quello che succede, non ho alternative perchè mi servono assolutamente quelle due bombole, non sono per me ma per i ragazzi... Se desisto l'unica alternativa è cucinare a legna, con tutte le difficoltà del caso! Poichè gli animi sono accesi prendo la decisione di mandare i due ragazzi alla camionetta se le cose precipitassero ma per fortuna non è così: la vendita riprende un'altra volta, con la condizione che ciascuno acquisti solo un contenitore. All'udire questo, passo a Jones i soldi necessari per prenderne una mentre io mi sarei incaricato di comprarne un'altra: non sarebbe onesto ma è la sola opzione che ho, in caso contrario mi sarei ritrovato l'indomani nella stessa situazione ovvero all'hogar non avremmo avuto il gas sufficiente per cucinare. Mentre aspettiamo il nostro turno c'è un nuovo principio di zuffa, prontamente sedato dalla gente stessa: per fortuna ho poche persone davanti a me e potrò andarmene, l'aria che si respira è molto tesa e mi sembra di vivere un incubo, francamente comincio ad avere un po' di paura anche se cerco di dissimularla per non far preoccupare i fanciulli. Una volta terminato l'acquisto corriamo verso la camionetta: per evitare discussioni e malintesi, una bombola la carichiamo nel bagagliaio e l'altra la posizioniamo dentro il veicolo, dal lato dei passeggeri in modo che da fuori non si possa vedere. Per sicurezza faccio un percorso alternativo per tornare al centro, per non dare nell'occhio e per evitare il drappello di individui che ancora è presente vicino al camion del gas. Una volta arrivati tutti non possiamo che tirare un respiro di sollievo e guardiamo il nostro acquisto come un premio sudato ma meritato.
Dicono che ci sono altre zone che devono essere approvvigionate e che hanno bisogno di loro ma qui ci sono almeno 6 urbanizzazioni, popolate da più di qualche migliaio di individui, che hanno questa necessità. La tensione sale in maniera esponenziale finchè vengono alle mani, mi allontano per non rimanere coinvolto: stento a credere ai miei occhi, si stanno prendendo a pugni per avere una bombola del gas! Che la situazione era difficile già lo sapevo ma mai avrei pensato si sarebbe arrivati a così tanto! Si riesce a stabilire la calma, arriva la polizia che purtroppo non può far molto perchè rischia di prenderle e non può imporre la vendita: rimango in attesa di vedere quello che succede, non ho alternative perchè mi servono assolutamente quelle due bombole, non sono per me ma per i ragazzi... Se desisto l'unica alternativa è cucinare a legna, con tutte le difficoltà del caso! Poichè gli animi sono accesi prendo la decisione di mandare i due ragazzi alla camionetta se le cose precipitassero ma per fortuna non è così: la vendita riprende un'altra volta, con la condizione che ciascuno acquisti solo un contenitore. All'udire questo, passo a Jones i soldi necessari per prenderne una mentre io mi sarei incaricato di comprarne un'altra: non sarebbe onesto ma è la sola opzione che ho, in caso contrario mi sarei ritrovato l'indomani nella stessa situazione ovvero all'hogar non avremmo avuto il gas sufficiente per cucinare. Mentre aspettiamo il nostro turno c'è un nuovo principio di zuffa, prontamente sedato dalla gente stessa: per fortuna ho poche persone davanti a me e potrò andarmene, l'aria che si respira è molto tesa e mi sembra di vivere un incubo, francamente comincio ad avere un po' di paura anche se cerco di dissimularla per non far preoccupare i fanciulli. Una volta terminato l'acquisto corriamo verso la camionetta: per evitare discussioni e malintesi, una bombola la carichiamo nel bagagliaio e l'altra la posizioniamo dentro il veicolo, dal lato dei passeggeri in modo che da fuori non si possa vedere. Per sicurezza faccio un percorso alternativo per tornare al centro, per non dare nell'occhio e per evitare il drappello di individui che ancora è presente vicino al camion del gas. Una volta arrivati tutti non possiamo che tirare un respiro di sollievo e guardiamo il nostro acquisto come un premio sudato ma meritato.
Ora, alla luce degli ultimi
avvenimenti, mi auguro che ci sia una svolta in positivo della situazione in modo che
le scene a cui ho assistito in questi giorni possano essere solo un
brutto ricordo: lo desidero non solo per me ma per tutti i miei amici
boliviani.
Har baje
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