domenica 14 luglio 2019

Abbracci

Inutile nasconderlo: ricevere un abbraccio è sempre bello, penso sia qualcosa di straordinario, di irripetibile perchè ognuno è unico nel suo genere e si porta dietro una storia ben diversa rispetto a tutti quelli che abbiamo avuto e potremo avere. Credo che ogni abbraccio abbia il potere di suscitare sentimenti sempre differenti, accomunati però dal fatto di sentirsi amati in quel preciso momento e dalla convinzione che è la cosa migliore che si possa avere in dono.
Un abbraccio può sorprendere in positivo, come mi è capitato la settimana scorsa con Isabella che lo ha scelto come la miglior forma per darmi la buonanotte: un gesto così semplice e così spontaneo che mi ha lasciato a bocca aperta perchè ricordo che, qualche anno fa, appena arrivata era quasi terrorizzata da me e cercava di evitarmi come la peste. Mi vedeva arrivare e cambiava la direzione del suo cammino pur di non incrociarmi, non mi salutava nemmeno, riuscire a scambiare con lei due parole era un'impresa ma ho aspettato i suoi tempi, era questione di conoscerci a vicenda mentre cercavo di farle capire chi ero con il mio atteggiamento, trattandola come tutti gli altri senza farle pesare il fatto che potesse avere in qualche modo paura di me. La pazienza ha dato i suoi frutti, la soddisfazione è grande visto che ora mi cerca, si confida e quando siamo a passeggiare tutti insieme è tra le prime che mi afferra il braccio o la mano: ho conquistato la sua fiducia e questo non può farmi che sorridere, anche se da un lato ciò mi impegna a cercare di meritarmela ogni giorno e di non tradirla per nessun motivo al mondo. Quel modo di augurami la buonanotte mi ricorda tutto questo ma è colmo anche dell'affetto per me da parte di una bambina di non ancora 10 anni che, a differenza di altri, è rimasta nel centro durante le vacanze invernali perchè purtroppo non ha nessuno e mi ringrazia per cercare di essere sempre presente e di farla sentire importante.
Un abbraccio può farti sentire finalmente libero e far tirare un respiro di sollievo per quanto lo avevi atteso: Moises me lo aveva chiesto con un filo di voce, dopo che si era scusato con me per avermi mancato di rispetto. Ci è voluto un bel po' di tempo per averlo: il ragazzo mi aveva risposto malissimo quando gli ho ricordato che si era comportato male e, ormai ero stanco di fargliela passare liscia per l'ennesima volta, ho cominciato ad escluderlo dalle attività con me, a non dargli importanza fino a quando non avesse riconosciuto di aver sbagliato. Riconosco di averci messo del mio e di essermi intestardito su questa cosa, ammetto che il castigo che avevo scelto faceva male pure a me perchè mi mancava il chiacchierare e ridere con lui: penso però che per i fanciulli sia bene imparare ad assumere le proprie responsabilità ed a riconoscere i propri errori, non si può pretendere di essere sempre perdonati senza che mai chiederlo. Più i giorni passavano e più era difficile mantener fede al mio proposito, agognavo il momento che il ragazzo venisse da me e dirmi che forse aveva esagerato: lo desideravo più di ogni cosa al mondo, nel frattempo cercavo di prendermene cura come lo facevo con tutti gli altri, mettendo da parte le parole che mi avevano ferito. Quando meno me l'aspettavo ecco arrivare l'istante tanto atteso: dopo l'ennesima raccomandazione ad asciugarsi bene, mi si avvicina e riconosce di non essersi comportato bene nei miei confronti e mi chiede se può abbracciarmi... Con un nodo in gola, gli dico di sì e faccio altrettanto visto che mi era mancato, sebbene vivessimo nella stessa casa: non vorrei passare per blasfemo ma in quel momento mi è venuta alla mente la parabola del figliol prodigo, precisamente l'attimo in cui padre e figlio si rincontrano, con la differenza che nel mio caso erano due le persone (io e Moises) che si erano allontanate, entrambe per orgoglio, ed ora si riavvicinavano riconoscendo i propri sbagli. Senza dubbio è stato il momento più bello della settimana: è stato un abbraccio che mi ha commosso, a stento son riuscito a trattenere le lacrime, perchè mi ha fatto riappacificare con qualcuno a cui tengo molto.
Sono ben vivi poi nella memoria alcuni istanti del ritorno dei ragazzi che sono stati qualche giorno con le proprie famiglie: sono quelli in cui mi hanno rivisto e letteralmente mi sono venuti incontro con le braccia aperte. L'ho molto apprezzato perchè mi ricompensa di tutte le fatiche quotidiane e dei momenti meno felici che mi capita di vivere con loro: quegli attimi li conservo nel mio cuore e so che mi serviranno per ricaricarmi e ripartire nelle difficoltà. Tra i più apprezzati c'è sicuramente quello con Roberto, mio figlioccio di prima comunione: è l'unico che mi è rimasto in hogar e, ad essere onesto, quello che più mi fa preoccupare, anche se non posso nascondere di volergli un gran bene. Senza farsi vedere, mi è arrivato da dietro e mi ha sorpreso stringendomi a sé e sorridendomi, felice di ritrovarmi: glielo avevo promesso che sarei stato lì ad aspettare il suo ritorno e mi piace pensare che la sua gioia derivi proprio dal fatto che son stato fedele alle mie parole. In questo caso abbraccio è sinonimo di felicità, di allegria nell'incontrarsi o nel rivedersi di nuovo: credo che non ci possa essere modo migliore per ricevere, essere accolti o semplicemente salutare dando anche la possibilità di manifestare l'affetto che si prova nei confronti dell'altro... E' per questo che un abbraccio non si può mai negare: è regalare quell'istante che permette di sentirsi amati di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Har baje

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