Inutile nasconderlo: ricevere un
abbraccio è sempre bello, penso sia qualcosa di straordinario, di
irripetibile perchè ognuno è unico nel suo genere e si porta dietro
una storia ben diversa rispetto a tutti quelli che abbiamo avuto e
potremo avere. Credo che ogni abbraccio abbia il potere di suscitare
sentimenti sempre differenti, accomunati però dal fatto di sentirsi
amati in quel preciso momento e dalla convinzione che è la cosa
migliore che si possa avere in dono.
Un abbraccio può sorprendere in
positivo, come mi è capitato la settimana scorsa con Isabella che
lo ha scelto come la miglior forma per darmi la buonanotte: un gesto così semplice e così spontaneo che mi ha
lasciato a bocca aperta perchè ricordo che, qualche anno fa, appena arrivata era quasi terrorizzata da me e cercava di evitarmi
come la peste. Mi vedeva arrivare e cambiava la direzione del suo
cammino pur di non incrociarmi, non mi salutava nemmeno, riuscire a
scambiare con lei due parole era un'impresa ma ho aspettato i suoi
tempi, era questione di conoscerci a vicenda mentre cercavo di farle capire chi ero con il mio atteggiamento, trattandola come tutti
gli altri senza farle pesare il fatto che potesse avere in qualche
modo paura di me. La pazienza ha dato i suoi frutti, la soddisfazione
è grande visto che ora mi cerca, si confida e quando siamo a
passeggiare tutti insieme è tra le prime che mi afferra il braccio o la mano: ho conquistato la sua fiducia e questo non può farmi
che sorridere, anche se da un lato ciò mi impegna a cercare di meritarmela ogni giorno e di non tradirla per nessun motivo al mondo. Quel modo
di augurami la buonanotte mi ricorda tutto questo ma è colmo anche
dell'affetto per me da parte di una bambina di non ancora 10 anni che, a differenza di altri, è rimasta nel
centro durante le vacanze invernali perchè
purtroppo non ha nessuno e mi ringrazia per cercare di essere sempre presente e di farla sentire importante.
Un abbraccio può farti sentire
finalmente libero e far tirare un respiro di sollievo per quanto lo
avevi atteso: Moises me lo aveva chiesto con un filo di voce, dopo
che si era scusato con me per avermi mancato di rispetto. Ci è
voluto un bel po' di tempo per averlo: il ragazzo mi aveva risposto malissimo
quando gli ho ricordato che si era comportato male e, ormai ero
stanco di fargliela passare liscia per l'ennesima volta, ho
cominciato ad escluderlo dalle attività con me, a non dargli
importanza fino a quando non avesse riconosciuto di aver sbagliato.
Riconosco di averci messo del mio e di essermi intestardito su questa
cosa, ammetto che il castigo che avevo scelto faceva male pure a me perchè mi
mancava il chiacchierare e ridere con lui: penso però che per i
fanciulli sia bene imparare ad assumere le proprie responsabilità ed
a riconoscere i propri errori, non si può pretendere di essere sempre perdonati senza che mai chiederlo. Più i giorni passavano e più era
difficile mantener fede al mio proposito, agognavo il momento che il
ragazzo venisse da me e dirmi che forse aveva esagerato: lo
desideravo più di ogni cosa al mondo, nel frattempo cercavo di
prendermene cura come lo facevo con tutti gli altri, mettendo da
parte le parole che mi avevano ferito. Quando meno me l'aspettavo
ecco arrivare l'istante tanto atteso: dopo l'ennesima raccomandazione
ad asciugarsi bene, mi si avvicina e riconosce di non essersi
comportato bene nei miei confronti e mi chiede se può
abbracciarmi... Con un nodo in gola, gli dico di sì e faccio
altrettanto visto che mi era mancato, sebbene vivessimo nella stessa
casa: non vorrei passare per blasfemo ma in quel momento mi è venuta
alla mente la parabola del figliol prodigo, precisamente l'attimo in
cui padre e figlio si rincontrano, con la differenza che nel mio caso
erano due le persone (io e Moises) che si erano allontanate, entrambe per
orgoglio, ed ora si riavvicinavano riconoscendo i propri sbagli. Senza
dubbio è stato il momento più bello della settimana: è stato un
abbraccio che mi ha commosso, a stento son riuscito a trattenere le lacrime, perchè mi ha fatto riappacificare con
qualcuno a cui tengo molto.
Sono ben vivi poi nella memoria alcuni
istanti del ritorno dei ragazzi che sono stati qualche giorno con le
proprie famiglie: sono quelli in cui mi hanno rivisto e letteralmente
mi sono venuti incontro con le braccia aperte. L'ho molto apprezzato
perchè mi ricompensa di tutte le fatiche quotidiane e dei momenti
meno felici che mi capita di vivere con loro: quegli attimi li conservo nel
mio cuore e so che mi serviranno per ricaricarmi e ripartire nelle
difficoltà. Tra i più apprezzati c'è sicuramente quello con
Roberto, mio figlioccio di prima comunione: è l'unico che mi è
rimasto in hogar e, ad essere onesto, quello che più mi fa
preoccupare, anche se non posso nascondere di volergli un gran bene.
Senza farsi vedere, mi è arrivato da dietro e mi ha sorpreso
stringendomi a sé e sorridendomi, felice di ritrovarmi: glielo avevo
promesso che sarei stato lì ad aspettare il suo ritorno e mi piace
pensare che la sua gioia derivi proprio dal fatto che son stato fedele alle
mie parole. In questo caso abbraccio è sinonimo di felicità, di
allegria nell'incontrarsi o nel rivedersi di nuovo: credo che non ci possa essere modo
migliore per ricevere, essere accolti o semplicemente salutare dando anche la possibilità di manifestare l'affetto che si prova nei confronti dell'altro... E' per questo che un abbraccio non si può mai negare: è regalare quell'istante che permette di sentirsi amati di cui tutti noi abbiamo bisogno.
Har baje
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