domenica 21 luglio 2019

Hasta pronto Roly!

Ci sono volte in cui le notizie che più ti sorprendono arrivano nel momento più impensato: a me è capitato nelle prime ore della mattinata di un venerdì in cui non riuscivo proprio ad ingranare e dovevo sforzarmi per vincere la pigrizia e la poca voglia di fare. Proprio nel momento in cui stavo per uscire vincitore da questa battaglia ecco arrivare Liliana che con fare serio mi dice che Roberto, l'ultimo dei miei figliocci a rimanere in hogar, sarebbe stato trasferito in un altro centro e se ne sarebbe andato in un paio di ore: era appena arrivato l'ordine dalle autorità e si doveva procedere, l'unica cosa che mi consiglia è di parlargli.
Sono rimasto senza parole, sebbene sapessi da qualche giorno che il ragazzo se ne sarebbe andato: di colpo ho perso la voglia di fare che a fatica ero riuscito a ritrovare, ero completamente sorpreso anche se ero ben consapevole che, dopo avergli fatto un esame che ci avevano richiesto, era soltanto questione di tempo però mai non avrei immaginato che questo momento arrivasse così presto!
Dopo le parole di Liliana la mia mente ha cominciato, senza che lo chiedessi, a rivivere come un flashback tutti i momenti passati insieme: la prima volta che l'ho visto; il suo giocare ed il suo voler stare sempre con la sorella; la volta che si è trafitto il piede con un ferro e la corsa all'ospedale; la voglia di aiutarmi e di cercarmi; il momento in cui mi ha chiesto di essere suo padrino di prima comunione; gli istanti (davvero pochi) in cui si è arrabbiato con me quando lo riprendevo per qualcosa; lo stare sempre in compagnia del suo miglior amico Fernando tanto che tutti, nel vederli, capivano quanto fossero inseparabili; il doverlo supplicare di venire all'infermeria per curargli un fungo del piede che non ne voleva proprio sapere di sparire; l'orgoglio con cui mi mostrava i suoi voti e la vergogna nello svelarmi le materie in cui andava male; la sua tristezza per il fatto che non veniva più nessuno a fargli visita; i suoi tentativi di portarsi il gatto in stanza ed il cercare ogni volta il mio sguardo di approvazione per andare a fare la comunione. Credo di essere l'unico dell'hogar ad averlo sempre chiamato con il suo nome, visto che gli altri si rivolgevano a lui sempre usando il cognome: poichè preferisco parlare con le persone chiamandole per nome, una volta gli ho chiesto se avesse piacere che potessi farlo anche con lui e la sua risposta è stata un sorriso, accompagnata dalla convinzione che fosse una buona idea a condizione però che usassi Roly, il suo secondo nome, ed è così che credo sia iniziata la nostra amicizia.
Nel rivangare il passato scopro che non non l'ho mai visto piangere mentre il suo sorriso invece l'ho ben presente e sembra accompagnarmi continuamente in questo viaggio nella mia memoria. Era già qui quando sono arrivato nel 2013, aveva 6 anni ed era grassottello, l'ho visto crescere fino a diventare un ragazzino, un adolescente con il vizio di cercare di "flirtare" con le bambine, cosa che di per sé non è un male ma diventa un problema quando ci si trova in un centro di accoglienza misto.
Posso dire senza ombra di dubbio che Roly è un ragazzo buono, disposto sempre ad aiutare senza mai esitare ed aspettare un premio, con il sorriso sempre stampato sulla faccia però ha un lato oscuro che non può lasciarmi indifferente e che è la causa del suo trasferimento: sapevo che durante le vacanze estive aveva fatto qualcosa di cui non si può andare fieri e non ci avevo dato il giusto peso ma un paio di mesi fa è stato protagonista di un fatto su cui il centro non poteva affatto sorvolare. Ho ancora impressi nella mente quegli istanti: quando Liliana mi ha chiamato nel suo ufficio pensavo fosse per l'inizio di una riunione già prevista per quel pomeriggio ma quando ha fatto anche il nome di Roly mi è suonato nella testa un campanello di allarme... Era stato accusato di qualcosa che non era la solita marachella su cui si poteva chiudere un occhio e quando, con le spalle al muro, ha confessato la sua colpevolezza ero sotto shock, ammetto di avere avuto paura visto che quello che aveva combinato era una cosa che andava ben oltre le mie capacità e non avevo la più pallida idea di come aiutarlo, mi sembrava di avere davanti un perfetto sconosciuto perchè in quel momento non riconoscevo in lui nulla di quel fanciullo di cui avevo avuto la fortuna di essere padrino. Aveva bisogno di appoggio, questo lo sapevo, ma in quel frangente ero come paralizzato: ho dovuto aspettare i miei ed i suoi tempi per poi avvicinarlo in occasione di un pranzo che gli ho offerto per potergli parlare a quattrocchi, senza che nessun altro potesse ascoltare. L'ho rimproverato però allo stesso tempo mi ha rassicurato di aver capito la lezione ed è stato liberatorio vedere che i miei consigli li ha messi tutti in pratica: purtroppo però ciò non è bastato in quanto la sua bravata, se così si può chiamare, andava contro le regole del centro e, per evitare che potesse ripetersi, l'unica soluzione era che se ne doveva andare.
Non è stato semplice salutarlo e stavolta posso ringraziare Dio di non aver dovuto accompagnarlo al nuovo centro cui era destinato perchè credo che non avrei retto: l'ho cercato e lui mi è venuto incontro con il suo solito sorriso e mi ha abbracciato forte. Con un groppo in gola gli ho chiesto come si sentiva e di farsi coraggio, di farsi valere in quanto è un ragazzo forte e pieno di buona volontà, che non si tira indietro se c'è da aiutare, e che saprà dimostrare che quanto aveva combinato sia stato soltanto un incidente di percorso. L'ho preso nuovamente tra le mie braccia mentre i miei occhi cominciavano ad inumidirsi e lui mi chiedeva se l'avrei portato al suo nuovo hogar, cogliendo nella sua richiesta il bisogno di avermi al suo fianco ancora una volta, ma purtroppo non potevo. In quegli istanti mi chiedevo quanto ancora questi ragazzi dovessero continuare a pagare gli errori altrui visto che quanto hanno vissuto in passato continua a ripercuotersi nelle loro vite e possono trasformarsi in un grosso problema nella fase dell'adolescenza, come in questo caso: non posso far altro che accompagnarli fino a dove mi è possibile, cercando di far capire loro che un'altra via è possibile.
Con Roly se n'è andato dal centro l'ultimo dei miei figliocci e la cosa da un lato mi rattrista però so che avrò modo di rivederlo ancora perchè, come per gli altri, cercherò di andarlo a trovare: me lo ha chiesto, anzi il sorriso che lo contraddistingue gli ha illuminato il volto forse come non mai quando gli ho promesso che andrò a visitarlo mi spinge a dover mantenere la parola data ad ogni costo. Glielo devo per quanto è riuscito a darmi in questi anni ed è la cosa più giusta da fare, soprattutto se costituisce il modo migliore affinchè possa continuare ad avere fiducia negli altri ed a sentirsi amato.
Har baje

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