Stamattina mi trovavo a passeggiare per
la città, nonostante un cielo grigio ed un vento freddo che
continuava a soffiare senza sosta, quando ecco che, ad uno dei tanti
incroci, mi si avvicina un bimbo di quattro anni che, senza alcun
timore, mi chiede “Mi puoi dare un boliviano (si tratta della
moneta corrente in Bolivia)?”. Lo guardo e con un fil di voce gli
dico no, anche se mi costa farlo. Insiste mentre aspetto di poter
attraversare la strada, con fare speranzoso mi domanda se al mio
ritorno gli darò quanto richiesto ma non gli rispondo, preferisco
rimanere sordo alle sue parole, di ignorarlo.
No, non sono diventato cattivo tutto
d'un colpo ma sapevo che quel fanciullo non era solo, ma era
accompagnato da una serie di donne che erano sedute sotto un albero a
pochi metri da me: qualcuna di loro stava cercando di dormire distesa
sul marciapiede avvolta da qualche coperta, almeno un paio avevano un
aspetto non del tutto sobrio mentre altre stavano sgranocchiando
qualcosa. Il loro aspetto era quello di persone che non si lavavano
da qualche giorno, lo stesso del bambino che mi si era avvicinato:
guardandomi intorno mi sono accorto che non era l'unico lì presente
ma ce n'erano molti altri che chiedevano l'elemosina o vendevano
qualche dolciume agli autisti fermi al semaforo, tutti probabilmente
figli di quel gruppo di signore che avevo notato. Mi sento schifato,
come si può permettere di spingere dei piccoli a fare questo mentre
li guardi seduta senza far niente? La cosa che mi fa più male poi è
vedere che quegli stessi fanciulli, tutti sorridenti, vanno da quelle
che credo siano le loro mamme o zie o nonne consegnando loro i pochi spiccioli
raccolti... Non mi sembra giusto, dovrebbero essere i più grandi a
prendersi cura dei più piccoli cercando le risorse per sfamarli e
non viceversa: è per questo che ho deciso di non dare niente a quel
bambino, sono dell'idea che se lo avessi fatto non lo avrei aiutato
nel modo migliore.
Decido di andare per la mia strada e
cercare di dimenticarmi quella scena per non rovinare la mia uscita
però, quando ritorno a quell'incrocio, rivedo le stesse scene viste
in precedenza: due o tre ragazzini, il più grande avrà avuto al
massimo 6 anni, passavano tra le auto ferme a vendere quelle che
sembravano caramelle o tendevano la mano per chiedere una monetina
mentre lo stesso gruppo di signore seguivano a stare sotto l'albero e
a non muovere un dito, non sembravano nemmeno preoccupate del fatto
che uno dei fanciulli si stesse arrampicando su un semaforo o che gli
altri finissero investiti dalle macchine che stavano transitando per
l'incrocio. Vengo preso da una rabbia indescrivibile, non riesco a
capacitarmi della cosa ed il sapere di non poter fare nulla in merito
mi innervosisce ancora di più: cerco di non giudicare ma non ci
riesco, non è concepibile per me cercare di racimolare qualcosa
soltanto grazie a dei bimbi, rimanendo lì seduto senza far niente.
Penso al fatto che ai centri di accoglienza le autorità controllano
scrupolosamente tutto ed è giusto così ma dove sono in quel
momento, perchè non intervengono in queste situazioni visto che si
ripetono ogni giorno i luoghi che sono sempre gli stessi? Cerco di
scusare l'atteggiamento delle donne con la disperazione di non aver
niente per mangiare né un tetto per dormire però mi ripeto più
volte che questa non può essere la soluzione!
Non mi resta che allontanarmi,
amareggiato da una realtà che mi è difficile accettare, e dopo
qualche centinaio di metri incrocio un ragazzo con in braccio un
neonato: a fatica lo riesce a tenere tra le sue braccia mentre tende
la mano per elemosinare qualche spicciolo agli autisti che stanno
aspettano il verde del semaforo. Non è la prima volta che lo vedo e
mi sorprendo ritrovarlo in posti sempre differenti: con lui la rabbia
si trasforma in tristezza perchè credo siano soli, non vedo adulti
che da lontano li sorveglino, ed anche se sono distante non posso non
notare quella espressione preoccupata che traspare dal suo volto. Mi
fermo a guardarlo, sono tentato nell'andare verso di lui e regalargli
la felpa che indosso perchè lo vedo tremare dal freddo visto che i capi più
pesanti che aveva li ha usati per coprire il bebè che ha con sé: non faccio
però in tempo perchè è letteralmente sparito, non so se lo rivedrò
ancora ma la speranza è che almeno per questa notte possa avere un
tetto dove ripararsi dal freddo e un pasto caldo per sfamarsi.
Har baje
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