venerdì 22 febbraio 2019

Pigrizia o mancanza di stimoli?

Lo avevo subito notato nei primi giorni che son tornato: i maschietti più grandi non avevano affatto voglia di dare una mano quando ce n'era bisogno e se aiutavano lo facevano male e con un'espressione in volto che diceva tutto. Si comportavano all'esatto contrario delle ragazze e dei più piccoli che praticamente litigavano tra loro per essere tra coloro che avrei scelto nel caso avessi avuto bisogno di due braccia in più in quello che stavo facendo.
Pensavo fosse soltanto una mia impressione ma, parlando con gli educatori, ho avuto conferma che ciò non era soltanto una mia idea: dalle vacanze i ragazzi si erano fatti più pigri, si facevano pregare mille volte per qualsiasi cosa ed accadeva che sfruttavano i buoni propositi degli altri per farsi rimpiazzare in ciò che gli era stato chiesto di fare. Ritenevo fosse soltanto un momento passeggero, dovuto al fatto che si dovessero abituare nuovamente alla vita del centro, ma con il passare dei giorni la situazione non cambiava, anzi tendeva a peggiorare perchè, ad esempio, chi doveva aiutare in cucina ci stava soltanto una manciata di minuti per poi andare a giocare visto che aveva trovato delle volontarie che si erano offerte di rimpiazzarlo oppure c'era chi, all'ora di lavorare in giardino, letteralmente spariva e non si faceva vedere fino alla campanella che sanciva la fine dell'attività.
Al dir il vero non tutti i fanciulli si comportavano così, a farlo erano 4 o 5 ma c'era il rischio che gli altri copiassero il loro esempio visto che erano i più grandi: se da una parte questo atteggiamento lo scusavo con l'arrivo dell'adolescenza dall'altra mi preoccupava in quanto chiedevano senza dare nulla in cambio, nemmeno un grazie, e cominciavano a pensare che ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe fatto le cose al posto loro per cui si potevano permettere di non fare niente. Sapevo che la soluzione era quella di attirare la loro curiosità, il loro interesse perchè se qualcosa li attrae non c'è verso di fermarli ma non è cosa semplice: si trattava di una novità che mi ha un poco sorpreso perchè fino a qualche mese fa questo problema non esisteva.
L'apice è stato raggiunto il sabato in cui ho chiesto chi voleva partecipare all'attività dell'orto: lo scopo è quello di lavorare con fanciulli motivati e non di forzarli, inoltre per me rappresenta un modo interessante con cui interagire con loro. Si sono candidati in molti e quest'anno ho scelto di non escludere nessuno e, quindi, di dare a tutti questa possibilità: la parte del leone l'hanno fatta chi frequenta la scuola primaria mentre tra i più grandi avevo soltanto tre ragazze, complice qualche esclusione fatta in virtù degli impegni che le altre avranno durante l'anno. A sorpresa non si era candidato nessuno dei maschietti più grandi e la cosa mi fa fatto male perchè fino al giorno prima qualcuno di loro mi aveva ribadito l'intenzione di darmi una mano nel coltivare qualche ortaggio e perchè chi aveva fatto l'esperienza l'anno passato mi sembrava ne fosse rimasto contento.
Ero amareggiato e mi son sfogato con Liliana, che subito ha capito come mi sentivo ed inoltre era infastidita dall'atteggiamento che i fanciulli stavano assumendo. Mi ha suggerito che dovevo inserirli nel mio progetto senza chiederlo ma sono riuscito a strapparle un'ulteriore possibilità per spingerli ad offrirsi volontariamente, anche se non ha rinunciato a dare una lavata di capo ai cinque adolescenti che si erano in qualche modo negati alla mia proposta.
Alla sera ho approfittato del momento della preghiera serale per mettere in atto quello che avevo in mente: ho letto davanti a tutti la parabola dei talenti per poi chiedere se qui, al centro, tutti avevamo dei doni, delle capacità da sfruttare. Alla risposta affermativa dei ragazzi ho detto che a ciascuno di noi è stato dato qualcosa di meraviglioso ed è compito nostro sfruttarlo, non dobbiamo aspettare o essere pigri per tirarlo fuori. Non dobbiamo e non possiamo affermare che tanto ora ci sono più ragazze grandi rispetto ai maschi per cui questi ultimi possono sentirsi in qualche modo autorizzati a non fare niente perchè se Dio ha creato l'uomo e la donna è perchè possano lavorare insieme ed essere una cosa sola: il primo sa fare cose che la seconda non può realizzare e la seconda riesce in settori dove il primo non arriva. Collaborando tra loro riescono a fare grandi cose e gli ho spiegato che deve essere così anche nel nostro centro visto che siamo una grande famiglia, che si voglia o no. Gli ho consigliato di sfruttare tutte le possibilità che qui hanno ogni giorno per scoprire le loro capacità per evitare di pentirsene un domani, quando usciranno da questa struttura: non devono vergognarsi o farsi vincere dalla pigrizia perchè tutto dipende dalle loro mani e non da quelle di qualcun altro e la colpa sarà soltanto loro se non coglieranno la palla al balzo. Gli ho raccontato che con l'orto ci sono stati fanciulli che hanno scoperto le loro doti nascoste e mi hanno personalmente sorpreso: ho fatto qualche nome che loro stessi conoscevano perchè le mie parole facessero più effetto. Ho terminato chiedendo a chi non l'avesse ancora fatto di venire da me per dirmi se voleva partecipare alla mia iniziativa perchè personalmente non mi piace imporre qualcosa e non vorrei vedermi costretto a fare qualcosa che non è nelle mie corde.
Credo che questa specie di romanzina ha prodotto qualche effetto visto che il giorno dopo tre dei fanciulli più grandi sono venuti a cercarmi per chiedermi se c'era ancora la possibilità di prendere parte all'attività da me proposta e potevo leggere nei loro occhi la speranza di ricevere un sì e la vergogna di aver forse tirato un po' troppo la corda con un certo atteggiamento: non potevo non accogliergli con un sorriso e non ho negato loro questa possibilità perchè in questo modo avremo la possibilità di continuare a crescere insieme.
Har baje

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