lunedì 11 settembre 2017

Piccole delusioni

La scorsa settimana ho imbiancato le pareti del corridoio del dormitorio maschile con colori più chiari: il risultato mi ha soddisfatto così come è piaciuto agli altri, ero così contento per quanto fatto! Stamattina l'amara sorpresa: c'erano macchie di sporco ovunque nonostante tutte le raccomandazioni che si erano fatte a proposito.
Non mi sono arrabbiato ma mi sono sentito deluso, affranto perchè il lavoro di tre giorni era stato in parte vanificato anche se cercavo di scusare i ragazzi convincendomi che i colori usati erano troppo chiari e quindi era più facile che lo sporco si notasse di più. La mia era più una rassegnazione, non avevo la pretesa che le pareti rimanessero immacolate per chissà quanto tempo ma per almeno un paio di settimane sì visto che sono consapevole di come vanno le cose al centro, di come sia difficile insegnare ai fanciulli di prendersi cura delle cose.
So che non sarà né la prima né l'ultima volta che succederà, ci sono passato diverse volte per situazioni di questo tipo ma stavolta è un po' diverso, forse perchè si sono accavallate tante circostanze simili tra loro in poco tempo e che hanno riguardato due progetti che ho preso a cuore perchè mirano alla salute dei ragazzi: occhiali ed apparecchio. Il primo caso è emblematico: su 7 beneficiati solo due hanno ancora le lenti integre mentre negli altri casi si sono registrati graffi, vetri e montature rotti... Il tutto in meno di quattro mesi! Quel che fa più male è che non hanno avvisato del problema e si veniva a scoprire la cosa per pura casualità. Personalmente so che abituarsi all'idea di indossare gli occhiali non è facile, so che da più giovani si preferisce non dire di aver rotto qualcosa per non ricorrere in un castigo o in un rimprovero ma il fatto mi ha dato fastidio perchè più di una volta gli ho spiegato come prendersi cura delle lenti.
Con gli apparecchi sembrava procedere tutto per il meglio, poi sono emersi i primi inconvenienti: nel giro di poche settimane alla mia figlioccia si sono staccate le placchette tre volte mentre ad un fanciulla ha rotto uno degli elastici che lo componevano. Il tutto provocato dal fatto che lo muovevano con le dita e non facevano caso a tutte le raccomandazioni fatte dal dentista e dal sottoscritto. L'unica nota positiva era che mi avevano cercato ed avvisato del problema, a differenza delle lenti.
In entrambi i casi sono stato assalito dallo sconforto, dalla delusione: mi sono davvero chiesto se valesse o no la pena aver investito tempo e denaro in questi due progetti, se non fosse stato meglio destinare preziose risorse ad altro. La cosa che più mi ossessionava e tuttora mi preoccupa è l'idea di aver speso invano del denaro che generosamente mi è stato dato per aiutare queste giovani vite: come poter giustificare queste spese davanti a chi fa dei piccoli o grandi sacrifici per sostenerle? Nel caso della mia figlioccia, visto che sostengo personalmente il costo, mi interrogavo su come farle capire che non ho le tasche piene di soldi e che ho scelto di farlo per il semplice fatto che è giusto così e le voglio bene, anche se lo stesso discorso va esteso a tutti visto che ci sono persone che mi danno delle offerte perchè hanno a cuore il loro futuro.
Ne ho parlato con Liliana, che ha deciso di riunire i ragazzi: mi ha spinto a parlargli e l'ho fatto davvero a cuore aperto perchè gli ho detto chiaramente che sono qui per loro, che ci tengo, metto tutto me stesso in quel che faccio ed è proprio per questo che a volte la mia reazione di fronte a qualche intoppo può essere un po' forte. Gli ho spiegato che non è che visto che una cosa non l'ho pagata o l'ho ricevuta in dono non devo prenderne cura anzi è un motivo in più per farlo perchè non si può sapere quali e quanti sacrifici ha fatto la persona per potermela dare. Ho cercato di fargli capire che io o altri li possiamo aiutare ma a condizione che ci mettano del loro: non si può continuare a ricevere senza dare niente in cambio... In questo caso gli si chiede di avere più attenzione. So che non è una strada facile ma ho deciso di dargli fiducia, ancora una volta: ciascuno di questi ragazzi si porta dietro una storia fatta di abbandono o violenza, non sanno prendersi cura delle cose perchè semplicemente nessuno glielo ha mai insegnato. L'unica cosa da fare è accompagnarli, facendoli capire che ora non sono più soli e che c'è sempre qualcuno su cui possono far affidamento: sicuramente sbaglieranno o avranno un momento di debolezza ma non è da farne un dramma.
Nel parlargli mi sono ricordato la volta che da piccolo ho rotto gli occhiali: mi sono comportato come loro, avevo paura della reazione dei miei, ma alla fine sapevo che mi avrebbero perdonato e messo una pezza a quello che avevo combinato, sebbene mi sarebbe toccato un castigo. Memore di questo e consapevole che chi avevo di fronte poteva contare solo su Liliana e sul sottoscritto, ho deciso di provvedere a riparare le lenti e sistemare gli apparecchi: ne va della loro salute e non c'è delusione che tenga. In cambio gli ho solo chiesto di fare più attenzione, di avvicinarmi se avevano qualche dubbio su come prendersi cura di quanto ricevuto, di aver pazienza se gli ripeterò le stesse cose più volte e gli ho ricordato che questa è l'ultima volta che gli si ripara quanto rotto perchè ora devono mettere la loro parte in questo progetto.
Ho deciso di dargli fiducia: è l'unica cosa giusta che si potesse fare.
Har baje

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