La scorsa settimana ho imbiancato le
pareti del corridoio del dormitorio maschile con colori più chiari:
il risultato mi ha soddisfatto così come è piaciuto agli altri, ero
così contento per quanto fatto! Stamattina l'amara sorpresa: c'erano
macchie di sporco ovunque nonostante tutte le raccomandazioni che si
erano fatte a proposito.
Non mi sono arrabbiato ma mi sono
sentito deluso, affranto perchè il lavoro di tre giorni era stato in
parte vanificato anche se cercavo di scusare i ragazzi convincendomi che i colori usati erano troppo chiari e quindi era più
facile che lo sporco si notasse di più. La mia era più una
rassegnazione, non avevo la pretesa che le pareti rimanessero
immacolate per chissà quanto tempo ma per almeno un paio di settimane sì
visto che sono consapevole di come vanno le cose al centro, di come
sia difficile insegnare ai fanciulli di prendersi cura delle cose.
So che non sarà né la prima né
l'ultima volta che succederà, ci sono passato diverse volte per
situazioni di questo tipo ma stavolta è un po' diverso, forse perchè
si sono accavallate tante circostanze simili tra loro in poco tempo e
che hanno riguardato due progetti che ho preso a cuore perchè mirano
alla salute dei ragazzi: occhiali ed apparecchio. Il primo caso è
emblematico: su 7 beneficiati solo due hanno ancora le lenti integre
mentre negli altri casi si sono registrati graffi, vetri e montature
rotti... Il tutto in meno di quattro mesi! Quel che fa più male è che
non hanno avvisato del problema e si veniva a scoprire la cosa per
pura casualità. Personalmente so che abituarsi all'idea di indossare
gli occhiali non è facile, so che da più giovani si preferisce non
dire di aver rotto qualcosa per non ricorrere in un castigo o in un
rimprovero ma il fatto mi ha dato fastidio perchè più di una volta
gli ho spiegato come prendersi cura delle lenti.
Con gli apparecchi sembrava procedere
tutto per il meglio, poi sono emersi i primi inconvenienti: nel giro
di poche settimane alla mia figlioccia si sono staccate le placchette
tre volte mentre ad un fanciulla ha rotto uno degli elastici che lo
componevano. Il tutto provocato dal fatto che lo muovevano con le
dita e non facevano caso a tutte le raccomandazioni fatte dal
dentista e dal sottoscritto. L'unica nota positiva era che mi avevano
cercato ed avvisato del problema, a differenza delle lenti.
In entrambi i casi sono stato assalito
dallo sconforto, dalla delusione: mi sono davvero chiesto se
valesse o no la pena aver investito tempo e denaro in questi due
progetti, se non fosse stato meglio destinare preziose risorse ad
altro. La cosa che più mi ossessionava e tuttora mi preoccupa è
l'idea di aver speso invano del denaro che generosamente mi è stato
dato per aiutare queste giovani vite: come poter giustificare queste
spese davanti a chi fa dei piccoli o grandi sacrifici per sostenerle?
Nel caso della mia figlioccia, visto che sostengo personalmente il
costo, mi interrogavo su come farle capire che non ho le tasche piene
di soldi e che ho scelto di farlo per il semplice fatto che è giusto
così e le voglio bene, anche se lo stesso discorso va esteso a tutti
visto che ci sono persone che mi danno delle offerte perchè hanno a
cuore il loro futuro.
Ne ho parlato con Liliana, che ha
deciso di riunire i ragazzi: mi ha spinto a parlargli e l'ho fatto
davvero a cuore aperto perchè gli ho detto chiaramente che sono qui
per loro, che ci tengo, metto tutto me stesso in quel che faccio ed è
proprio per questo che a volte la mia reazione di fronte a qualche
intoppo può essere un po' forte. Gli ho spiegato che non è che
visto che una cosa non l'ho pagata o l'ho ricevuta in dono non devo
prenderne cura anzi è un motivo in più per farlo perchè non si
può sapere quali e quanti sacrifici ha fatto la persona per
potermela dare. Ho cercato di fargli capire che io o altri li
possiamo aiutare ma a condizione che ci mettano del loro: non si può
continuare a ricevere senza dare niente in cambio... In questo caso
gli si chiede di avere più attenzione. So che non è una strada
facile ma ho deciso di dargli fiducia, ancora una volta: ciascuno di
questi ragazzi si porta dietro una storia fatta di abbandono o
violenza, non sanno prendersi cura delle cose perchè semplicemente
nessuno glielo ha mai insegnato. L'unica cosa da fare è
accompagnarli, facendoli capire che ora non sono più soli e che c'è
sempre qualcuno su cui possono far affidamento: sicuramente
sbaglieranno o avranno un momento di debolezza ma non è da farne un
dramma.
Nel parlargli mi sono ricordato la
volta che da piccolo ho rotto gli occhiali: mi sono comportato come
loro, avevo paura della reazione dei miei, ma alla fine sapevo che mi
avrebbero perdonato e messo una pezza a quello che avevo combinato,
sebbene mi sarebbe toccato un castigo. Memore di questo e consapevole
che chi avevo di fronte poteva contare solo su Liliana e sul
sottoscritto, ho deciso di provvedere a riparare le lenti e sistemare
gli apparecchi: ne va della loro salute e non c'è delusione che
tenga. In cambio gli ho solo chiesto di fare più attenzione, di
avvicinarmi se avevano qualche dubbio su come prendersi cura di
quanto ricevuto, di aver pazienza se gli ripeterò le stesse cose più volte e gli ho ricordato che questa è l'ultima volta che
gli si ripara quanto rotto perchè ora devono mettere la loro parte in questo progetto.
Ho deciso di dargli fiducia: è l'unica
cosa giusta che si potesse fare.
Har baje
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