Sebbene non abbia alcuna responsabilità legale nella
struttura, ciò non significa che resti indifferente ai piccoli e grandi
problemi che si presentano di giorno in giorno: vivendo qui ho possibilità di
toccare con mano le difficoltà degli altri ed arrivo a farmele mie,
semplicemente per il fatto che è giusto così.
E’ il caso di una ragazzina che ha appena 11 anni: è l’unica
che porta gli occhiali. Spesso ha delle eruzioni cutanee in prossimità delle
palpebre e qualche volta si è lamentata della sua vista: quando è stata
visitata da uno specialista il verdetto è stato che soffre di una lacerazione
ad entrambe le cornee. Sono rimasto allibito quando me l’hanno riferito e
purtroppo qui a Santa Cruz è difficilissimo, se non impossibile, fare un
intervento per sostituirle: non ci sono soluzioni, se non quella di tappare un
occhio nel fine settimana e collocarle delle lacrime artificiali. Mi colpisce
il fatto che, essendo molto giovane, il suo problema potrebbe peggiorare con la
crescita e mi sento impotente perché non ho la bacchetta magica per portarla in
un ospedale dove le possano fare l’operazione di cui ha bisogno.
C’è la questione delle medicine di Jaime: il governo
regionale ci viene incontro fornendoci uno dei due farmaci di cui ha bisogno, l’altro
ce lo regalava la dottoressa che lo seguiva. Destino vuole che ha cambiato
medico e da circa due mesi dobbiamo comprare ciò di cui ha bisogno: il prezzo è
impegnativo, all’incirca 4 euro per una compressa che viene somministrata in
due giorni. A complicare le cose il fatto che non si trova dappertutto. Se non
la assume, il ragazzo può diventare aggressivo ed è difficile controllarlo, per
cui si è obbligati ad acquistarlo: si fa un piccolo sforzo economico per il
bene del fanciullo, la salute prima di tutto. Grazie ad un appello fatto a
tutte le case farmaceutiche, una di queste ci è venuta incontro regalando una
confezione della medicina di cui necessitiamo a condizione di acquistarne una:
sempre meglio di niente!
C’è uno dei nuovi arrivati di quest’anno che fa la pipì a
letto più volte durante la nottata: il materasso ormai puzza di orina ed è da
buttare. Ci ho avuto a che fare quando ho sostituito la guardia notturna quando
riposa: svegliarlo è un’impresa e, indipendentemente dall’orario in cui lo si
sveglia, il risultato è che risulta bagnato, a volte quasi fino al collo. Lo
vedo che ci sta male e non riesco a capire cosa gli può essere capitato, visto
che fino a due mesi fa il problema sembrava risolto… Visto il freddo degli
ultimi tempi, per evitare che si ammalasse, si è adottata una misura drastica:
il pannolino! Mi son ritrovato a doverglielo mettere di nascosto, perché non
voleva che gli altri lo vedessero e lo prendessero in giro: lo so, non è la
soluzione migliore ma, arrivati a questo punto, non c’erano molte alternative.
Mi sono a preso a cuore il problema perché il piccolo nutre una forte simpatia
nei miei confronti, corre ad abbracciarmi ed ogni occasione è buona per starmi
vicino. Ha un enorme bisogno di affetto e credo che questa sia una delle chiavi
per risolvere la questione: è stato portato qui dopo che ha vissuto 7 anni in un
altro centro e qui è uno dei più piccoli, è cambiato il suo mondo all’improvviso
ed ha bisogno di sicurezze, di qualcuno che gli voglia bene e lo faccia sentire
al sicuro.
La mia prossima figlioccia è da più di un anno che presenta delle
specie di ampolle in testa, che esplodono rilasciando del pus: non è proprio un
bel spettacolo da vedere. Si è tornati a raderla a zero per permettere alla
pomata che gli hanno prescritto di entrare in profondità, è la seconda volta in
meno di 10 mesi: avete mai sentito il pianto di una bambina quando gli tagliano
tutti i capelli? E’ straziante, personalmente mi sento male quando mi giunge all'orecchio. Le ho voluto
regalare una berretta di lana in modo da tener calda la testa e nascondere
quanto gli è stato fatto. Siccome mi ha scelto come suo futuro padrino non ho
esitato a coprire tutte le spese mediche necessarie affinchè guarisca: ha posto
in me la sua fiducia e non va tradita, se è in difficoltà devo tenderle la
mano e fare tutto il possibile perché possa star bene.
Le giornate passano così, cercando di prendersi cura di questi
ragazzi e facendo propri i loro problemi: non sempre è facile anche perché vengo
da un’esperienza di vita molto diversa dalla loro, a volte ci si arrabbia perché
non si può far niente, in altre si impara a mandar giù dei bocconi amari ma in
molte occasioni c’è la soddisfazione di aver strappato un sorriso, di non aver
fatto sentire solo il fanciullo e di fargli capire che ci sarà sempre qualcuno
al suo fianco, di sentirsi dire grazie per esserci perchè il preoccuparmi di come stanno non è un obbligo, è una scelta d'amore nei loro confronti che rinnovo in ogni momento.
Har baje
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