giovedì 16 giugno 2016

Preoccupazioni

Sebbene non abbia alcuna responsabilità legale nella struttura, ciò non significa che resti indifferente ai piccoli e grandi problemi che si presentano di giorno in giorno: vivendo qui ho possibilità di toccare con mano le difficoltà degli altri ed arrivo a farmele mie, semplicemente per il fatto che è giusto così.
E’ il caso di una ragazzina che ha appena 11 anni: è l’unica che porta gli occhiali. Spesso ha delle eruzioni cutanee in prossimità delle palpebre e qualche volta si è lamentata della sua vista: quando è stata visitata da uno specialista il verdetto è stato che soffre di una lacerazione ad entrambe le cornee. Sono rimasto allibito quando me l’hanno riferito e purtroppo qui a Santa Cruz è difficilissimo, se non impossibile, fare un intervento per sostituirle: non ci sono soluzioni, se non quella di tappare un occhio nel fine settimana e collocarle delle lacrime artificiali. Mi colpisce il fatto che, essendo molto giovane, il suo problema potrebbe peggiorare con la crescita e mi sento impotente perché non ho la bacchetta magica per portarla in un ospedale dove le possano fare l’operazione di cui ha bisogno.
C’è la questione delle medicine di Jaime: il governo regionale ci viene incontro fornendoci uno dei due farmaci di cui ha bisogno, l’altro ce lo regalava la dottoressa che lo seguiva. Destino vuole che ha cambiato medico e da circa due mesi dobbiamo comprare ciò di cui ha bisogno: il prezzo è impegnativo, all’incirca 4 euro per una compressa che viene somministrata in due giorni. A complicare le cose il fatto che non si trova dappertutto. Se non la assume, il ragazzo può diventare aggressivo ed è difficile controllarlo, per cui si è obbligati ad acquistarlo: si fa un piccolo sforzo economico per il bene del fanciullo, la salute prima di tutto. Grazie ad un appello fatto a tutte le case farmaceutiche, una di queste ci è venuta incontro regalando una confezione della medicina di cui necessitiamo a condizione di acquistarne una: sempre meglio di niente!
C’è uno dei nuovi arrivati di quest’anno che fa la pipì a letto più volte durante la nottata: il materasso ormai puzza di orina ed è da buttare. Ci ho avuto a che fare quando ho sostituito la guardia notturna quando riposa: svegliarlo è un’impresa e, indipendentemente dall’orario in cui lo si sveglia, il risultato è che risulta bagnato, a volte quasi fino al collo. Lo vedo che ci sta male e non riesco a capire cosa gli può essere capitato, visto che fino a due mesi fa il problema sembrava risolto… Visto il freddo degli ultimi tempi, per evitare che si ammalasse, si è adottata una misura drastica: il pannolino! Mi son ritrovato a doverglielo mettere di nascosto, perché non voleva che gli altri lo vedessero e lo prendessero in giro: lo so, non è la soluzione migliore ma, arrivati a questo punto, non c’erano molte alternative. Mi sono a preso a cuore il problema perché il piccolo nutre una forte simpatia nei miei confronti, corre ad abbracciarmi ed ogni occasione è buona per starmi vicino. Ha un enorme bisogno di affetto e credo che questa sia una delle chiavi per risolvere la questione: è stato portato qui dopo che ha vissuto 7 anni in un altro centro e qui è uno dei più piccoli, è cambiato il suo mondo all’improvviso ed ha bisogno di sicurezze, di qualcuno che gli voglia bene e lo faccia sentire al sicuro.
La mia prossima figlioccia è da più di un anno che presenta delle specie di ampolle in testa, che esplodono rilasciando del pus: non è proprio un bel spettacolo da vedere. Si è tornati a raderla a zero per permettere alla pomata che gli hanno prescritto di entrare in profondità, è la seconda volta in meno di 10 mesi: avete mai sentito il pianto di una bambina quando gli tagliano tutti i capelli? E’ straziante, personalmente mi sento male quando mi giunge all'orecchio. Le ho voluto regalare una berretta di lana in modo da tener calda la testa e nascondere quanto gli è stato fatto. Siccome mi ha scelto come suo futuro padrino non ho esitato a coprire tutte le spese mediche necessarie affinchè guarisca: ha posto in me la sua fiducia e non va tradita, se è in difficoltà devo tenderle la mano e fare tutto il possibile perché possa star bene.
Le giornate passano così, cercando di prendersi cura di questi ragazzi e facendo propri i loro problemi: non sempre è facile anche perché vengo da un’esperienza di vita molto diversa dalla loro, a volte ci si arrabbia perché non si può far niente, in altre si impara a mandar giù dei bocconi amari ma in molte occasioni c’è la soddisfazione di aver strappato un sorriso, di non aver fatto sentire solo il fanciullo e di fargli capire che ci sarà sempre qualcuno al suo fianco, di sentirsi dire grazie per esserci perchè il preoccuparmi di come stanno non è un obbligo, è una scelta d'amore nei loro confronti che rinnovo in ogni momento.
Har baje

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