mercoledì 29 giugno 2016

La meritata ricompensa

Ormai è diventata una tradizione: a metà anno porto i ragazzi che mi aiutano con l’orto in churrascheria, è il loro desiderio più grande fin da quando abbiamo cominciato!
E’ il premio più ambito ed è il motivo per cui in parecchi mi chiedono di darmi una mano per coltivare le verdure destinate alla cucina: la scelta non è semplice! A gennaio mi sono fatto aiutare da diversi ragazzi a zappare per cercare di capire se effettivamente l’idea gli piacesse e se lo facevano con entusiasmo, poi ho provveduto con la selezione: prima di tutto ho chiesto a chi aveva vissuto quest’esperienza l’anno scorso e non era andato via se voleva continuare. Glielo dovevo perché avevano fatto bene ed escluderli per lasciare spazio ad altri soltanto perché mi avevano già aiutato mi sembrava un’ingiustizia: ho condiviso qualcosa di importante con loro, li ho potuti conoscere di più ed insieme abbiamo scoperto delle doti che non immaginavano di avere. Con mia grande soddisfazione tutti hanno risposto che volevano proseguire con l'orto e così mi son ritrovato a rimpiazzare soltanto chi non c’era più perché trasferito in un altro centro e ad aggiungere altri nuovi nomi perché da quest’anno ho aumentato il numero dei miei “collaboratori”: da 12 sono passato a 16, suddivisi in quattro gruppi da quattro che si alternano nei vari giorni della settimana.
Decidere non è stato affatto semplice, ho rischiato di essere influenzato dalle mie simpatie e dalle mie antipatie ma alla fine ho scelto chi, per una ragione per un’altra, conosco di meno ed è un po’ più discolo rispetto agli altri spinto anche dalla voglia di provare a tirargli fuori il meglio che c’è in lui.
Devo dire che questi primi 5 mesi sono stati proficui, malgrado il maltempo non ci ha molto aiutato: abbiamo zappato, rastrellato, riempito parecchie bottiglie di sabbia per utilizzare poi per delimitare gli spazi dove avremmo piantato i vari semi, tolto le erbacce, raccolto del letame da utilizzare come concime, seminato, annaffiato… I ragazzi e le ragazze son stati semplicemente meravigliosi: non si son mai lasciati pregare e mi interrogavano su cosa stavamo facendo e per quale motivo, sempre entusiasti e non era necessario richiamarli, fatta eccezione per qualche caso, ed hanno fatto un lavoro più che ottimo! Sto cominciando a pensare che quest’esperienza sia migliore delle precedenti, anche perché i 45 minuti in cui lavoro con ciascun gruppo passano in fretta e non mancano mai i momenti di risate e di allegria e sembra ci sia un buon affiatamento.
Visti i risultati raggiunti non potevo non premiarli: l’idea era sì di portarli fuori a mangiare ma non alla churrascheria ma da un’altra parte, magari spendendo qualcosa in meno… Sentirli però che volevano andare proprio lì mi ha mosso qualcosa dentro, tanto che non potevo dirgli di no proprio perché se l’erano guadagnato meritatamente! Così mi son ritrovato per due domenica ad uscire a pranzo, prima coi ragazzi e poi con le fanciulle, provando le stesse identiche emozioni: vedere le loro facce sorridenti ed entusiaste valgono tutto l’oro del mondo! Con soddisfazione gli ho sentiti dire che erano sazi, avevano la pancia piena o meglio non avevano mai provato una sensazione così nello stomaco, come ha detto qualcuno di loro, soprattutto sapendo che in hogar sembrano aver sempre fame.
Dopo l’abbuffata li ho portati in giro per la città, un po’ per smaltire il pranzo e un po’ per esaudire la loro richiesta di fare una passeggiata: li ho portati dove volevano mentre chiaccheravamo e ridevamo, mi son fatto aiutare a comprare dei film seguendo i loro consigli e gusti, ci siamo scattati delle foto. E' stato come passare una bella domenica in famiglia, lontano dalla quotidianità dell’hogar, ed è stato rilassante e mi ha lasciato contento, soddisfatto: penso che lo stesso valga per i ragazzi visto i commenti che hanno fatto parlando coi loro compagni e per quei volti da cui traspirava felicità per aver passato un giorno così. Senza ombra di dubbio queste due domeniche sono state uno dei migliori investimenti della mia vita perché son riuscito a strappare un sorriso ed a rendere felici i miei ragazzi per qualche ora.
Har baje

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