giovedì 1 agosto 2024

Giovedì=Adorazione 😍

Ogni giovedì c’è un appuntamento che non mi posso perdere per nulla al mondo: mi fa stare bene, mi riempie di pace anche quando l’anima è in mezzo alla tempesta e mi riempie l’energia. Poco a poco è diventata una parte di me e non posso fare a meno di parlarne perché sarebbe nascondere qualcosa che mi appartiene: è l’Adorazione Eucaristica, che davvero mi ha sostenuto e mi sostiene nei momenti più difficili.
Ricordo i miei primi tentativi di proporla qui nel centro: ero diventato da poco accolito ma sentivo l’esigenza di avere un incontro personale con Colui in cui credo, magari condividendola con coloro con cui condivido la maggior parte della giornata. Mi sono armato di coraggio ed ho chiesto ad un caro amico dei consigli, o meglio una traccia, per poterla realizzare: dopo aver studiato per un po’ gli appunti che mi erano stati dati decido di proporre la cosa a Liliana che è contenta dell’idea e mi dà carta bianca dopo aver coordinato l’orario in cui sarebbe stata fatta.
Nella mia testa erano ben impresso il giorno in cui avrei fatto l’Adorazione al Santissimo, che sarebbe stato il giovedì, ed il fatto che non avrei obbligato nessuno a partecipare, certo mi sarebbe piaciuto condividere questo momento con il maggior numero possibile di ragazzi ma sono anche consapevole che forzarli non avrebbe dato frutto. Per me era fondamentale che partecipasse solamente chi lo desiderasse: per quest’iniziativa non mi interessano assolutamente i numeri ma la qualità in quanto convinto che se avessi scaldato il cuore dei partecipanti ciò sarebbe stata la miglior pubblicità possibile. 
La prima volta non si scorda mai ed è stato così anche stavolta: in cappella mi sono arrivati i più tremendi, quelli che compiono sempre una marachella e mi è venuto da sorridere, nonostante fossi un poco preoccupato per la loro presenza, perché so che sono proprio loro quelli che hanno più bisogno, sono quelli che il Signore cerca di più. Mi ha impressionato il loro modo di pregare, il loro essere assorti, il loro silenzio rispettoso ed il loro ascoltare attento: mi avevano davvero sorpreso in positivo e quasi quasi li invidiavo, in quei momenti mi erano d’esempio!
Agli inizi camminavo a tentoni, proponevo dei testi della Bibbia o delle riflessioni per capire la loro reazione e se andavo per il cammino corretto e l’unica cosa di cui ero sicuro era mettere della musica tra un momento di silenzio e l’altro: gli piace tantissimo ed ho notato come questo li aiutasse a pregare, a fissare quel calice ed ora quell’ostensorio proferendo qualche parola che veniva direttamente dal loro cuore. Ci son stati momenti in cui eravamo tre o quattro ed altri quasi una ventina, a volte comparivano anche i più piccoli ed il loro stare tranquilli a fissare la croce era quello che più mi faceva emozionare ed a volte invidiavo, vista la tempesta che imperversava nel mio cuore. 
Pian piano mi son fatto coraggio ed ho introdotto anche delle canzoni da cantare assieme, poi la scoperta della storia di Carlo Acutis e delle sue riflessioni mi ha aperto gli occhi: ero rimasto talmente affascinato dalla sua figura che mi son convinto a presentarlo ai ragazzi, d’altronde chi meglio di un quindicenne potrebbe parlare di fede ai suoi coetanei? Ho iniziato così a proporlo nei momenti in cui, durante l'Adorazione, si leggeva e notavo come le sue parole penetravano nel cuore e nella mente dei fanciulli, che cominciavano a raccontare di lui anche a chi non veniva al nostro incontro di giovedì.
Non sono però mancati i momenti difficili, soprattutto nei primi mesi di quest’anno: le presenze erano crollate, a volte mi son ritrovato a cominciare da solo o a stare in compagnia di uno o massimo due bambini. Più di una volta ho dubitato se valesse la pena continuare, se avessi sbagliato qualcosa e mi son accorto che ancora una volta stavo guardando i numeri: non doveva essere così, desideravo fare l’Adorazione non per avere successo ma per dare importanza a Chi credo e che so essere presente in quel momento, pronto ad abbracciarmi solo per il fatto di essere lì ed a dirmi una volta di più che non ha mai smesso di amarmi. Ho capito che non mi sarei arreso, è un appuntamento troppo importante ed ho visto come lo sia diventato anche per qualcuno dei miei piccoli amici: non importa quanti saranno ma il modo in cui vivranno questo momento. 
Ho avuto la sorte di vedere come pregano, con parole loro e con una semplicità disarmante o inginocchiarsi per attimi interminabili; sono testimone del fatto che in quei momenti sono talmente assorti e tranquilli che stento quasi a credere siano gli stessi che spesso vengono richiamati durante la Messa per disturbare e mi hanno persino regalato un bellissimo momento quando più di qualcuno ha voluto condividere qualche lacrima, aprendo così il proprio cuore senza aver timore di mostrare la sofferenza che porta dentro… Li ringrazio per darmi un esempio così grande ma confesso di invidiarli un poco perché a differenza di loro mi è più difficile lasciarmi andare.
Mi sorprende che malgrado gli occhi lucidi ritornino ogni giovedì, so che il più delle volte vorrebbero scappare da quel dolore che provano ma comincio a credere che nell’Adorazione abbiano trovato qualcosa che sia in grado di sanare un poco alla volta quella ferita che portano nel cuore. Nei racconti dei miracoli eucaristici che propongo grazie a Carlo Acutis ho la fortuna di poter scorgere nei loro occhi una scintilla che permette loro di credere che quanto gli ho insegnato nel catechismo non sia una favola e mi posso dire fortunato perché la cappella sta cominciando di nuovo a riempirsi per un incontro che non è più speciale solo per me ma anche per delle giovani vite.
Har baje

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