Ci sono giornate in cui la tristezza, la malinconia prende il sopravvento ma per fortuna mi accade sempre qualcosa di inatteso che è in grado di cambiare le cose. Qualche tempo fa questo “qualcosa” ha avuto il nome ed il volto della più piccola del centro, tre anni appena compiuti: quando è arrivata era molto magra, addirittura non aveva la forza di camminare, mentre ora vederla il cuore mi si riempie di gioia visto che è diventata paffutella e riesce anche a correre. Ha il suo bel caratterino, a volte non mi fila proprio, anzi più tento di darle attenzione tanto più non mi ascolta o non mi dà proprio retta. A volte la vizio un po’: per lei e gli altri piccoli del centro ho cominciato a fare delle piccole pizze rotonde e la gioia nei loro occhi per questo piccolo dettaglio nei loro confronti basta e avanza.
Circa due mesi fa mi ha proprio sorpreso: è voluta stare in mia compagnia, cosa strana perché preferisce stare sempre con le educatrici, e mi piace pensare che in qualche modo ha avvertito la tristezza che a poco a poco si stava impadronendo di me. Ha voluto che la prendessi per mano e far una passeggiata per il corridoio centrale dell’hogar, mi ha chiesto di accompagnarla a bere un po’ d’acqua e ha cominciato a giocare con me, ricorrendoci a vicenda. Non smetteva di ridere di felicità e quel suo sorriso è stato capace di spazzare quei nuvoloni grigi che si stavano accumulando nella mia mente, mi sono sentito più leggero grazie a questa piccolina. C’è stato addirittura un momento in cui mi impartiva delle specie di ordini e mi ha imposto di giocare con delle bambole, arrabbiandosi se esitavo anche solo per un istante, ma non mi sono negato e le obbedivo, in quel momento ero lì per lei e non mi interessava nient’altro al mondo, mi sentivo come un papà che voleva stare più tempo possibile con la propria figlia. Mi ha fatto proprio un bel regalo, forse nel momento in cui ne avevo più bisogno, e le devo dire soltanto grazie per il tempo che abbiamo condiviso.
Dopo qualche giorno in cui non mi considerava proprio, un pomeriggio mi ha nuovamente sorpreso perchè non voleva mollarmi più, visto che ero l’unico fra tutti i presenti nel cortile che le dava retta e giocava con lei su sua richiesta: quanto mi ha rimproverato quando mi sono allontanato per accendere le luci perché dovevo continuare a stare in sua compagnia! Per fortuna le ragazze più grandi, senza chiedermi nulla, mi hanno dato una mano e se ne sono presa cura.
Ammetto che, visto che è la più piccola, ho un occhio di riguardo nei suoi confronti rispetto a tutti gli altri, ha destato in me quel sentimento di paternità che era nascosto chissà dove: a volte quando la vedo piangere e le educatrici sono occupate me la tengo in braccio e la consolo, cercando di farmi raccontare cos’è successo: è più forte di me, quando il suo volto si riempie di lacrime qualcosa mi dice di intervenire, di cercare di tranquillizzarla in tutti i modi, e se ci riesco mi sento l’uomo più felice della terra.
Devo proprio ringraziare questa piccolina perché riesce a farmi tirare fuori la parte migliore, a rasserenarmi quando nel mio cuore c’è aria di tempesta ma soprattutto per il bel regalo inaspettato che mi ha fatto: una volta mi si è avvicinata timidamente, mi ha fatto cenno di aprire la mano e mi ha consegnato un piccolo cuore di plastica trasparente… Un piccolo gesto che ha dato un nuovo senso alla mia giornata!
Har baje
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