martedì 7 febbraio 2023

La bella sfida di essere padrino

Qualche tempo fa una delle mie figliocce, la più grande, mi ha chiamato e chiesto aiuto, non potevo tirarmi indietro ma la sua richiesta mi ha veramente spiazzato, mi ha fatto entrare in un mondo del tutto nuovo dove cerco di muovermi a tentoni. Ho subito pensato a lei leggendo il Vangelo di oggi, strappandomi un sorriso perchè parla direttamente a me, ai miei tanti dubbi sorti proprio quando si è presentata la possibilità di trasformare in realtà quello in cui credo.
R. ormai è una giovane donna, quest'anno compierà 21 anni, ed è la prima volta che si è ritrovata ad affittare una stanza, dopo che si è vista costretta a lasciare l'appartamento di proprietà del centro dove ha vissuto fino ai 18 anni: l'ho aiutata volentieri col trasloco, inoltre ho colto la palla al balzo per una bella chiacchierata per sapere come stava. Aveva cambiato lavoro in quanto era stata vittima di molestie ed ha avuto il coraggio di andarsene ma qualche giorno fa era stata male, la nuova datrice di lavoro mi aveva chiamato per avvisarmi che l'aveva trovata nel suo appartamento (fa la collaboratrice domestica) priva di sensi. E' lei che ha voluto mostrarmi i risultati dei suoi esami, da quello che ho capito non era niente di grave ma doveva andare da uno specialista ma questo era sufficiente per farmi tirare un respiro di sollievo, mi ero preoccupato moltissimo e per qualche giorno la contattavo per conoscere le sue condizioni. Mi racconta entusiasta che il corso di inglese che aveva fatto lo aveva concluso con buoni risultati ed era riuscita a pagarlo per intero con grandi sacrifici: queste sue parole mi riempivano d'orgoglio in quanto consapevole dei salti mortali compiuti per raggiungere questo traguardo.
Devo ammettere che ero un po' preoccupato del fatto che si trasferiva: dove abitava prima, seppur fuori dalle mura di un hogar, era sempre al sicuro, c'era qualcuno che controllava che non prendesse strade sbagliate mentre ora doveva prendere interamente per mano la sua vita e non c'era nessuno che potesse consigliarla. Non aveva una mamma, morta quando era ancora piccola; non ha un papà al suo fianco ed è meglio così per il male che ha fatto; non poteva contare su quella sorella più grande che considera la sua migliore amica perchè sembra essere sparita nel nulla mentre, per quanto riguarda i fratelli minori, uno ha abbandonato gli studi e lavora dove vendono pollo mentre l'altra è ancora nel centro dove è stata per qualche anno. L'unica persona su cui può contare è il sottoscritto, il suo padrino che l'ha accompagnata dal battesimo fino ai suoi quindici anni, aiutandola anche per il dentista e per i primi affitti che il centro le richiedeva quando l'aveva spedita nel suo appartamento e che in qualche modo cerca di consigliarla per il meglio e sgridandola quando si abbatteva o si metteva nei guai. Volevo sapere dove andava a vivere e soprattutto con chi: per fortuna la stanza è stata ristrutturata di recente, conta di un bagno e di una cucina in comune, ha anche internet ed è in una bella posizione.  L'affitto è un po' alto ma ci sta vista la zona. Quando ho scoperto che andava a condividere la camera con una sua amica conosciuta proprio nell'appartamento di proprietà del suo vecchio centro mi sono sentito sollevato: per fortuna non era un ragazzo! Ammetto che era questa la fonte delle mie preoccupazioni: so che il vuoto di amore dei tanti fanciulli che ho conosciuto può portare a scelte di cui poi potrebbero pentirsi ma stavolta non è così! Devo proprio dire che ho una figlioccia con i piedi ben piantati per terra e mi piace l'idea di dovermi ricredere su di lei!
Ci eravamo lasciati con la promessa di stare in contatto, soprattutto nel caso in cui avesse avuto bisogno di qualcosa e così è stato: qualche giorno fa mi ha mandato un messaggio in cui mi ha chiesto di vederci. Non mi sono negato e così mi ha fatto sapere con orgoglio che si era iscritta ad un corso di due anni per diventare infermiera: voleva iniziarlo l'anno prima ma il vecchio datore di lavoro l'aveva pagata in ritardo e non era riuscita a farlo. Con entusiasmo mi mostra il piano di studio, non vede l'ora di iniziare ed è lì che le ricordo la promessa che gli avevo fatto: l'aiuterò a pagare gli studi ma a condizione che mi informi su come stanno procedendo perchè mi importa sapere se stia andando bene o male, ho a cuore il suo futuro. Non può credere alle sue orecchie e mi abbraccia, so che le ho tolto un peso visto che so quanto guadagna. Noto però che qualcosa la preoccupa, alla fine le riesco a strappare di bocca quello che la far star male: ha litigato con la compagna di stanza in quanto quest'ultima voleva portare il fidanzato a vivere con loro, lei giustamente ha detto no ed ora temeva di dover pagare l'alloggio per intero! A sentir questo  mi è scattato un campanello d'allarme: ho chiesto quanto veniva pagata e lei mi ha risposto l'equivalente di 148 euro per più di 40 ore settimanali, meno della metà dello stipendio minimo mensile previsto qui in Bolivia. Questo significava che se doveva pagare l'intera quota dell'affitto le rimaneva un terzo per pagarsi studi, trasporto e mangiare! Già adesso aveva ammesso, a fatica, che non mangiava alla sera ed andava a lavorare a piedi, impiegando più di mezz'ora, figurarci cosa potrebbe succedere nel malaugurato caso per cui lei e la sua amica non avessero trovato un compromesso! Ha cominciato a piangere e mi sono ritrovato a consolarla, vederla così mi piangeva il cuore: in fondo è come una figlia, la conosco e so quale sono i suoi punti di forza e quelli in cui pecca. Le ho dovuto fare i conti in tasca, scoprendo che dall'ultima visita medica che ha fatto deve prendere ogni giorno una medicina che le costa circa 8 euro al mese per evitare le convulsioni e che ha qualche problema alla vista, e a malincuore le ho detto che quello che prendeva non le bastava per vivere, nemmeno considerando il mio aiuto. 
Le ho promesso di vedere se c'erano possibilità di affittare nelle vicinanze dell'hogar, in modo che la potessi tenere d'occhio e risparmiare qualcosa, e se c'erano lavori dove la pagassero il giusto, con la promessa che anche lei doveva fare altrettanto poichè sono dell'avviso che ciascuno deve fare la propria parte e non solo aspettare. Le ho strappato un sorriso, forse sono riuscito a farla sentire meno sola e più forte perchè qualcuno crede in lei: sono convinto che il compito di un padrino sia proprio questo, cercare di non abbandonare chi ti ha scelto e non di tradire la sua fiducia. Credetemi che non è semplice: ne sono prova i dubbi che mi attagliano da allora, il chiedermi se stia davvero facendo la cosa giusta e l'interrogarmi se davvero vale la pena fare tutto questo per chi non fa parte, almeno per sangue, della mia famiglia. 
Ho deciso di aiutare questa ragazza perchè lo merita, perchè se credo nell'amore non posso dirlo solo a parole, va dimostrato con i gesti: mi sto muovendo in questa direzione nonostante questi miei primi passi sembrino incerti e titubanti. E' una dimensione nuova ma mi permette di crescere come persona e come padrino: grazie R. per avermi messo alla prova su ciò che credo!
Har baje

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