Quest'anno celebro un traguardo importante: son ben dieci anni che sono missionario qui in Bolivia! Non c'è tanto da festeggiare visto che c'è ancora da fare, forse troppo: ci sono nuove sfide, situazioni che rappresentano una novità e mi interrogano ma soprattutto ho capito che nonostante tutto il tempo trascorso a Santa Cruz è arrivato il momento di cambiare.
Motivo? Credo che l'anno scorso sia stato il peggiore in quanto, arrivato in hogar gli ultimi giorni di marzo, sono stato travolto dai tanti problemi di manutenzione della struttura ed ho perso di vista l'unica ragione del mio essere qui: i ragazzi! Per questo ho dato al mio 2022 un voto ampiamente insufficiente, salvato solo dall'essere tornato a fare il catechista dopo un anno di stop.
Una volta trovato il mio errore parlandone con chi mi è più vicino in questa avventura, testardo come sono, non ho gettato la spugna ma mi son fermato a pensare ed ho rilanciato: se prima ho trascurato i fanciulli ora devo interessarmi più a loro, la manutenzione può attendere visto che sono loro il motivo della mia presenza in terra boliviana. Certo non è facile, devo rimettermi in gioco e ricominciare da zero ma è questione di priorità: sono vite sofferte, nei loro occhi si può notare la tristezza del cuore e magari il solo stargli accanto può fare la differenza.
Ricomincio dal dargli la buonanotte subito dopo la preghiera serale, al diavolo la stanchezza che mi vorrebbe già a letto dopo una giornata bella tosta; mi ritrovo in un'uscita con loro nonostante l'idea di essere ospitati in una struttura con piscina non mi entusiasmi molto ma so quanto ci tengano al fatto che sia semplicemente lì in loro compagnia; mi riscopro a lasciar perdere tutto il resto quando vedo che stanno piangendo o facendo i capricci e nessuno se ne occupa, cercando con pazienza di capire cosa c'è che non va e soprattutto rispettando i loro tempi; ritorno bambino e gioco coi più piccoli senza preoccuparmi delle lancette dell'orologio.
Riparto con dei semplici dettagli che sperano possano piacere: una sala di catechismo addobbata con dei lavoretti fatti dal sottoscritto in modo da farli sentire accolti e ben voluti; alcune novità nell'orto, fornendoli dei cappelli di paglia per ripararsi dal sole, giusto per fargli capire che non sono sordo alle loro richieste, specie quando non sono proprio impossibili; il farmi trovare subito disponibile per qualsiasi loro domanda.
Sto vivendo situazioni nuove come un figlioccio, che ora si trova in un altro centro, che non appena mi vede mi abbraccia e non si stanca mai di parlarmi oppure gestire il gruppo dei chierichetti o a vigilare sul ritorno a scuola dei più grandi.
Mi sto reinventando e devo dire che a volte ho paura: il timore di tornare a fare le cose come lo scorso anno è forte e capita di essere fortemente tentato a farlo ma dall'altra mi entusiasmo, mi sento più vivo e contento nonostante ogni tanto tutto sembra essere più complicato ma va bene così, questa è la ragione che mi ha portato qui.
Quest'anno voglio riscoprirmi più umano, vorrei capire più da vicino cosa fa soffrire i ragazzi e quello che li può rendere felici, desidero comprendere quale potrebbe essere il mio ruolo per aiutarli, per poter fare anche la più piccola differenza. Me lo auguro per loro ed egoisticamente anche per me perchè farà bene ad entrambi.
Har baje
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