Ne è passato di tempo, era davvero da tanto che non prendevo un micro per andare in città, complice un po' la pigrizia, e per l'occasione mi sono beccato per ben due volte la pioggia durante la mia passeggiata.
Succede e di certo non basta un acquazzone a rovinarmi la giornata e la mia voglia di lasciare dei cupi pensieri che da un po' mi porto dietro ma è la visione, ancora una volta, di due ragazzi di strada: uno totalmente coperto da una coperta mentre l'altro dava l'impressione di dormire con gli occhi aperti. Ci passo proprio di fianco, impossibile non incrociarli e mi sento il cuore invadere di una tristezza profonda. Avevo sperato fino all'ultimo di non vedere una scena simile, che ormai è diventata una brutta abitudine di cui vorrei volentieri fare a meno, ma anche stavolta è andata così: è una situazione che quando vado a Santa Cruz non manca mai.
Non riesco proprio a farci il callo: quanto mi si presenta davanti mi interroga, mi riempie di sconforto e mi spinge a domandarmi se posso fare qualcosa. Rimango imbambolato se vedo un giovane raccogliere degli avanzi dal cestino della spazzatura per metterselo quasi di nascosto in bocca, resto impressionato quando vedo che questi fanciulli che vivono in strada si prendono gioco di chi rappresenta l'ente che dovrebbe difenderli e dargli protezione mentre uno di loro si allontana e rapidamente si spoglia e si cambia di vestiti davanti a tutti, come se niente fosse. Una volta mi è capitato di vedere come un gruppo di loro veniva fatto salire in una delle autovetture dell'autorità per la difesa dei minori: molti offendevano o prendevano in giro gli operatori, per cui ho nutrito una forte compassione, arrivando a scendere e darsi alla fuga non appena il veicolo si fermava per via del traffico o di un semaforo.
Mi limito ad osservare, a guardare da una certa distanza per capire, a volte ho un po' di paura visto che i soggetti dei miei sguardi li ho appena visti farsi di colla o non so di che sostanza ed è meglio non avvicinarsi visto che non ho la minima idea di come possano reagire. A volte mi chiedono degli spiccioli ma mi nego, so che probabilmente li userebbero per continuare a farsi del male.
Ho avuto la fortuna di vedere che qualche ristoratore invece di buttare gli avanzi da piatti appena mangiucchiati metterli in un contenitore ed uscire dal proprio locale per darlo al vagabondo seduto proprio a pochi metri dalla porta: quanta umanità in quel gesto! In quei momenti il mio cuore ha un sussulto, c'è un po' di gioia che cerca di aprire una piccola breccia tra i miei pensieri: c'è ancora speranza, le cose possono ancora cambiare! Mi chiedo se anch'io posso fare qualcosa davanti a tutto quello che vedo: ma come, mi dico, non basta occuparmi di una sessantina di bambini in un centro lontano migliaia di chilometri di casa? Non ho forse abbastanza cose a cui pensare, perchè aggiungerne altre? Non ho risposte, ho solo la certezza che quanto vedo comincia a ripetersi con una certa frequenza e non riguarda più solo Santa Cruz: comincio a notarle qui a Valle Sanchez dove vivo oppure durante il mio periodico pellegrinaggio a piedi verso Cotoca, in cui sempre incontro almeno una persona scalza e con gli abiti sporchi e bucati in più punti. Non sono solo coincidenze, il mio vissuto mi dice che sono qualcosa di molto di più: sembrano essere piuttosto delle Dio-incidenze, capaci di mettermi in discussione ma di cui ancora mi manca una chiave per poterli decifrare. Cosa mai vorrebbero dirmi? Ancora non lo so ma, nonostante la curiosità, non ho fretta: di sicuro sarà qualcosa di meraviglioso e che merita l'attesa.
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento