Anche quest'anno mi ritrovo ad essere
il responsabile del gruppo pastorale del centro: rispetto allo scorso
anno la cosa risulta un po' più complicata per il fatto che il
numero ed i componenti dello stesso sono variati più volte nel corso di
questi mesi. Attualmente siamo in tre: io, don Eliseo e Jones, il
nuovo tuttofare dell'hogar. Nonostante questo nessuna delle difficoltà incontrate ci
ha potuto fermare e siamo riusciti a portare fino in fondo quello che ci
eravamo proposti di fare, cogliendo grosse soddisfazioni, ma quello
che abbiamo realizzato venerdì per me è stato il massimo e non
posso negare di essere felice e fortunato di lavorare in questa
squadra.
Venivamo da una piccola delusione per i
risultati ottenuti nell'ultimo nostro intervento in occasione del giorno
dedicato a Santa Maria degli angeli e avevamo voglia di riscattarci:
la nostra chance era a settembre, in occasione del mese della Bibbia.
Volevamo proporre qualcosa di completamente differente rispetto alle
altre volte, visto che non c'era alcuna connessione con una festa religiosa in
particolare: parlando tra noi è nata l'idea di proporre dei giochi
con tema la Bibbia ed una cena basata su cibi in Essa menzionata, in
modo che i ragazzi potessero apprendere qualcosa divertendosi.
I giochi dovevano essere tre: uno basato sull'arca di Noè, in cui i ragazzi si sarebbero sfidati su chi avrebbe portato attraverso un gioco di memoria più coppie di animali sulla barca, facendo attenzione a non cadere nella trappola di includere un paio di intrusi; l'altro aveva come tema i 10 comandamenti, che dovevano essere pronunciati a seconda del numero riportato in uno dei tappi che a turno venivano estratti da una bacinella piena di riso; il terzo invece era una specie di “Chi vuol essere milionario?” a sfondo biblico e consisteva in una serie di domande a cui rispondere scegliendo una tra le quattro opzioni proposte. A parole sembrava tutto semplice però nei fatti bisognava fare delle sagome in legno delle tavole della legge e dell'arca, bisognava ritagliare delle figure di animali ed incollarle in varie tavolette di legno mentre per il gioco finale si sarebbe dovuta fare una specie di presentazione al computer in modo da proiettarla poi su una parete per far vedere a tutti il quesito proposto: un lavoro che avrebbe richiesto un bel po' di tempo ma, eravamo sicuri, ne sarebbe valsa la pena!
I giochi dovevano essere tre: uno basato sull'arca di Noè, in cui i ragazzi si sarebbero sfidati su chi avrebbe portato attraverso un gioco di memoria più coppie di animali sulla barca, facendo attenzione a non cadere nella trappola di includere un paio di intrusi; l'altro aveva come tema i 10 comandamenti, che dovevano essere pronunciati a seconda del numero riportato in uno dei tappi che a turno venivano estratti da una bacinella piena di riso; il terzo invece era una specie di “Chi vuol essere milionario?” a sfondo biblico e consisteva in una serie di domande a cui rispondere scegliendo una tra le quattro opzioni proposte. A parole sembrava tutto semplice però nei fatti bisognava fare delle sagome in legno delle tavole della legge e dell'arca, bisognava ritagliare delle figure di animali ed incollarle in varie tavolette di legno mentre per il gioco finale si sarebbe dovuta fare una specie di presentazione al computer in modo da proiettarla poi su una parete per far vedere a tutti il quesito proposto: un lavoro che avrebbe richiesto un bel po' di tempo ma, eravamo sicuri, ne sarebbe valsa la pena!
Paradossalmente la cosa più semplice
fu pensare al menù della cena: quaglie grigliate, accompagnate da
erbe cotte, pane azzimo e da del succo uva! Tutti elementi
riconducibili ad eventi narrati dalla Bibbia e che dovevano essere
necessariamente essere spiegati ai ragazzi: a nostro avviso sarebbe stato un
modo del tutto nuovo ed originale per insegnarli qualcosa. Anche in
questo caso ci siamo divisi i compiti, aiutati dalla signora della
cucina: come responsabile ho dato una mano in tutti gli elementi del
piatto sia per valutare il risultato finale che per trovare una
rapida soluzione in caso di qualche piccolo imprevisto.
Qualche giorno prima della nostra
attività cominciavo ad essere nervoso, ero preoccupato che le cose
non andassero nel verso giusto e per il fatto che sarei stato il
presentatore della serata, cosa che non mi piace molto visto che mi
piace più stare nell'ombra che in prima fila: sono stato spinto a
farlo dai miei compagni di avventura perchè, dicono, sono il più
afferrato in materia dei tre e, quindi, non potevo tradire la fiducia
che mi avevano riposto. Da un lato ero però soddisfatto perchè i
preparativi stavano andando a gonfie vele, i ragazzi erano già stati
divisi in quattro gruppi omogenei e nessuno sarebbe stato escluso dai
giochi, ideati in modo che tutti avrebbero dato il loro contributo
alla loro squadra, persino i più piccoli: chi avrebbe vinto almeno
uno dei primi due avrebbe ottenuto un vantaggio importante per quello
finale, per cui tutti risultavano essere importanti e decisivi per il proprio team.
Nelle ore immediatamente precedenti la
serata pareva fossimo in ritardo con la preparazione della cena, complice un piccolo imprevisto, e quasi andavo di matto perchè ciò mi
metteva più agitazione di quanta già ne avessi e mi riduceva il
tempo per preparare il luogo dove si sarebbe svolgo il tutto: devo ringraziare per avermi dato una grossa mano due piccole aiutanti,
Alejandra e Yandira, che non mi hanno lasciato mai solo nemmeno
quando potevano vedere la televisione ed anche don Eliseo e Jones
che, appena si sono liberati dei propri compiti, si sono precipitati
a vedere se mancasse qualcosa e per coordinare con me gli ultimi
dettagli.


Di solito non mi fermo mai sugli allori
e cerco di vedere cosa non ha funzionato: in questa occasione mi
risulta quasi impossibile trovare una pecca, l'unica certezza è che
abbiamo lavorato di squadra e lo abbiamo fatto uniti, senza aver
paura di confrontarci ed appoggiandoci a vicenda. Grazie don Eliseo,
grazie Jones perchè se la serata è andata bene è per merito
vostro!
Har baje
Nessun commento:
Posta un commento