Ci si può ritrovare a vivere una sorta
di panico quando si fa del bene? Sì, è possibile anche se può
sembrare qualcosa di assurdo: mi è capitato qualche tempo fa ed ha
scatenato in me una tempesta di domande, facendomi dubitare che
quanto stavo facendo fosse corretto.
A scatenare i miei timori è stato il
momento in cui mi sono trovato a pagare il dentista per aver curato
le carie ad una mia figlioccia: erano ben 14 e, sebbene mi avessero
fatto un bel sconto, il conto presentava una cifra importante. Era
una cosa che sentivo di dover fare: sta in un altro centro di
accoglienza in compagnia della sorella minore, la madre è morta da
anni mentre il padre è meglio che stia lontano da lei per il suo
bene, non ne vuole sapere della nonna paterna che l'ha abbandonata
nel momento in cui più ne aveva bisogno salvo poi ricomparire dopo
anni, ha una sorella maggiore che considera la sua miglior
amica ma non si fa sentire da un bel po' per cui con gli anni sono
diventato il suo punto di riferimento, che si preoccupa quando sta
male o i voti a scuola non sono dei migliori, e che vede come un
papà, che quando può cerca di farla felice anche solo visitandola.
Prima di prendere l'aereo in direzione dell'Italia la direttrice
dell'opera mi aveva chiesto se potevo farmi carico di sistemargli i
denti e non ho saputo tirarmi indietro, sapendo che era una delle
cose che la fanciulla desiderava e di cui aveva più bisogno: le ho
promesso che l'avrei fatto e la parola data va sempre mantenuta.
C'era poi il fatto che in precedenza avevo coperto le spese dell'ortodonzia di
un'altra figlioccia ed ora era arrivato il turno di prendermi cura di
lei: mio nonno paterno mi ha sempre detto che non si possono fare
differenze per cui bisogna sempre cercare di
dare nella stessa misura a tutti coloro a cui vuoi bene, per un senso di giustizia, ed ora mi trovavo con la possibilità di trasformare le sue parole in realtà.
Non è stato facile perchè proprio sul più bello ho avuto paura: la cifra di cui dispongo a titolo personale è modesta e spenderla tutta per qualcuno che conosco da qualche anno e che posso vedere se va bene una volta al mese potrebbe sembrare una pazzia, il dubbio se stessi facendo la cosa giusta. era molto forte. Mi preoccupavano i sacrifici che avrei dovuto fare nei mesi successivi per permettere ad una ragazza di mettersi l'apparecchio, oltre al tempo speso per portarla ai controlli: e se quei soldi mi sarebbero serviti a me in futuro e mi sarei pentito della scelta fatta? Mi sono riscoperto egoista, forse avaro nel fare e rifare i conti circa la somma che avrei sborsato e questo mi faceva rabbrividire, mi sembrava di fare dei passi indietro, come se tutti questi anni non mi avessero insegnato niente su quanto sia importante condividere la propria fortuna con chi ha bisogno.
Valeva davvero la pena aiutare questa ragazza? Nel vedere quei suoi occhi che nascondono una tristezza infinita una risposta me la son data: sì, perchè ha riposto in me una fiducia incondizionata e non può ricevere ancora una volta una delusione, dopo le tante che ha ricevuto nella sua giovane vita, e soprattutto se questo può esser motivo per farla felice ed amata. Non mi importava nulla di quello che avrebbero pensato i miei genitori o i miei nonni, anzi ero sicuro che mi avrebbero dato del matto ma non ne avevo timore perchè sapevo che la mia scelta era dettata dal cuore e, per questo, era la migliore che potessi fare.
Una volta terminati gli esami per l'ortodonzia e chiarito la dinamica dell'intervento, ho voluto porre solo una condizione alla mia figlioccia: quella di migliorare i propri voti a scuola perchè dopo il primo bimestre scolastico rischiava la bocciatura e, prima di metterle l'apparecchio, avrebbe dovuto meritarsi quanto le ho promesso in quanto credo che non sarei un buon padrino se l'accontentassi in tutto senza pretendere che si sforzi nel comportarsi bene e nello studio, in fondo è per il suo bene. Quello che le dico sempre, e ripeto anche ai ragazzi dell'hogar, è che se io metto il 50 per cento lei deve porre la parte che manca altrimenti la cosa non potrà funzionare: spero con tutto il cuore che mi abbia dato retta, ormai sono passati due mesi dalla mia richiesta ed ho una gran voglia di realizzare quanto le ho promesso.
Non è stato facile perchè proprio sul più bello ho avuto paura: la cifra di cui dispongo a titolo personale è modesta e spenderla tutta per qualcuno che conosco da qualche anno e che posso vedere se va bene una volta al mese potrebbe sembrare una pazzia, il dubbio se stessi facendo la cosa giusta. era molto forte. Mi preoccupavano i sacrifici che avrei dovuto fare nei mesi successivi per permettere ad una ragazza di mettersi l'apparecchio, oltre al tempo speso per portarla ai controlli: e se quei soldi mi sarebbero serviti a me in futuro e mi sarei pentito della scelta fatta? Mi sono riscoperto egoista, forse avaro nel fare e rifare i conti circa la somma che avrei sborsato e questo mi faceva rabbrividire, mi sembrava di fare dei passi indietro, come se tutti questi anni non mi avessero insegnato niente su quanto sia importante condividere la propria fortuna con chi ha bisogno.
Valeva davvero la pena aiutare questa ragazza? Nel vedere quei suoi occhi che nascondono una tristezza infinita una risposta me la son data: sì, perchè ha riposto in me una fiducia incondizionata e non può ricevere ancora una volta una delusione, dopo le tante che ha ricevuto nella sua giovane vita, e soprattutto se questo può esser motivo per farla felice ed amata. Non mi importava nulla di quello che avrebbero pensato i miei genitori o i miei nonni, anzi ero sicuro che mi avrebbero dato del matto ma non ne avevo timore perchè sapevo che la mia scelta era dettata dal cuore e, per questo, era la migliore che potessi fare.
Una volta terminati gli esami per l'ortodonzia e chiarito la dinamica dell'intervento, ho voluto porre solo una condizione alla mia figlioccia: quella di migliorare i propri voti a scuola perchè dopo il primo bimestre scolastico rischiava la bocciatura e, prima di metterle l'apparecchio, avrebbe dovuto meritarsi quanto le ho promesso in quanto credo che non sarei un buon padrino se l'accontentassi in tutto senza pretendere che si sforzi nel comportarsi bene e nello studio, in fondo è per il suo bene. Quello che le dico sempre, e ripeto anche ai ragazzi dell'hogar, è che se io metto il 50 per cento lei deve porre la parte che manca altrimenti la cosa non potrà funzionare: spero con tutto il cuore che mi abbia dato retta, ormai sono passati due mesi dalla mia richiesta ed ho una gran voglia di realizzare quanto le ho promesso.
Har baje
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