domenica 9 giugno 2019

Le nuove avventure con le pecore

Doppio lieto evento all'hogar: a maggio, con una differenza di una decina di giorni, sono nati due agnellini! La notizia si è diffusa rapidamente, scatenando un'euforia contagiosa fra i ragazzi che mi correvano incontro e, senza salutarmi, mi tempestavano di domande del tipo “è vero che ci sono due nuovi cuccioli?”, “quando sono nati?”, “di che colore sono?”, “possiamo andare a vederli?”. Erano talmente presi dalla novità che non mai avuto problemi nell'incontrare volontari in quelle che, proprio grazie ai miei piccoli amici, si sono rivelate delle vere e proprie avventure.
Non appena una delle fanciulle che si occupa di buttare l'immondizia mi aveva riferito di aver intravisto quello che sembrava un piccolo di pecora ho subito capito che sarei dovuto andare a verificare se ciò corrispondesse al vero e, di conseguenza, sincerarmi della condizioni di salute di madre e figlio. Aiutato da un paio di ragazzi mi sono recato nello spazio dove si trovano le nostre bestiole: Negrita, la neomamma, nel vedermi ha cominciato a belare, puntando il muso verso un punto ben preciso. Mi sono avvicinato, avvisando ai miei accompagnatori di non urlare o fare gesti avventati, e mi sono lasciato guidare da lei finchè si è fermata, fissando quello che a prima vista sembrava un piccolo sacchetto di plastica nero... Quando questa specie di borsa ha cominciato a muoversi e a mettersi in piedi ero in preda all'emozione, alla pari dei bambini che erano con me: mi ero sbagliato di grosso perchè era un agnellino tutto nero! L'ho preso in braccio e ho verificato se stava bene, mi sono fatto passare lo spray larvicida da spruzzare all'altezza del cordone ombelicale per evitare che le mosche ne facessero il loro nido provocando un'infezione che può risultare mortale. Questa operazione va fatta due volte al giorno all'incirca per una settimana, fino a quando cioè il cucciolo rimane con l'ombelico ben cicatrizzato: tutto è andato bene, a parte qualche difficoltà all'accalappiarlo ed al fatto che il cordone ombelicale si è staccato troppo presto, provocando così il proliferare di vermi all'altezza dello stomaco.
I problemi sono nati con l'arrivo del secondo agnellino, che mi ha sorpreso non poco visto che la sua nascita era prevista con la luna nuova, attesa tra due settimane. E' stato grazie alle bambine che mi aiutano con l'orto che mi sono accorto del piccolo: stavamo buttando delle erbacce quando mi hanno avvisato che ce n'erano due e non solo uno! Non potevo credere a quanto stavo vedendo, ero sorpreso ed un poco rassegnato al fatto che dovevo tornare a curare nuovamente le pecore, sincerandomi della loro salute ma l'euforia dei ragazzi nel sapere che c'era stata una nuova nascita mi ha contagiato e non potevo non coinvolgerli nel mio compito. I primi due giorni tutto è filato liscio ma già a partire dal terzo cominciava ad esserci qualcosa che non andava: una delle fanciulle mi avvisa che l'esemplare maschio più vecchio aveva tentato di tirargli una testata. La cosa mi era parsa strana visto che ultimamente si faceva avvicinare ed accarezzare, cosa mai successa prima, ma mi sono dovuto ricredere quando sono dovuto correre a dare una mano al mio figlioccio che non riusciva a liberarsi della sua presenza. Il suo atteggiamento non sembrava essere cambiato nei miei confronti fino a quando ha tentato di mangiarmi i pantaloni: al negargli ciò mi ha assestato una testata! Non è stata forte ma mi aveva preso alla sprovvista: quando successivamente ha indietreggiato ho capito che stava per partire nuovamente alla carica e sono riuscito a fermarlo con le mani perchè, nonostante la stazza, l'animale non ci metteva molta energia. Ha provato pure a prendermi di sorpresa cercando di caricarmi quando gli davo le spalle ma sono riuscito a neutralizzare i suoi attacchi: per precauzione da quel momento ho sempre scelto i più grandi per il timore che potesse fare del male ai bambini più piccoli, nonostante la debolezza dei suoi colpi. Ritengo che questo cambio di comportamento sia dovuto all'istinto di difendere i suoi figli ma non riesco a capire bene il motivo per le femmine non facciano altrettanto, anzi si avvicinano per ricevere qualche carezza: l'unica certezza è che a seguito della novità ho dovuto cambiare tattica, che ora consisteva nel distrarre il maschio più vecchio (e questo sarebbe toccato al sottoscritto) mentre chi si era offerto di darmi una mano avrebbe cercato di afferrare l'agnellino, cosa che si era fatta più complicata perchè si era fatto più veloce, per poi applicargli il larvicida.
Ad ogni nostro tentativo capitava sempre qualcosa di divertente: è successo che, mentre ero alle prese con quello che era ormai considerato il pericolo numero uno, questi si è girato a guardare i due ragazzi che mi stavano aiutando provocando la loro fuga in cima ad un termitaio e poi ad un albero; una volta è capitato che, sanato il cucciolo con l'aiuto delle fanciulle, ho dovuto avvisarle dell'arrivo improvviso del montone e la loro risposta fu quella di rifugiarsi tutte dietro di me mentre mi ritrovavo a tu per tu con l'animale; mi sono ritrovato a “duellare” con l'ovino arrivando a fermarlo o con le mani o avvinghiandogli le braccia al collo o colpendolo con una specie di foglia di palma molto dura per evitare di ricevere una delle sue cariche, il tutto tra le risa di chi assisteva alla scena; si sono verificate volte dove il coraggio dei miei piccoli amici svaniva del tutto quando il nostro "avvversario", se così posso definirlo, li fissava anche solo per un attimo, facendoli correre come non avevano fatto prima; sono da ricordare le galoppate dei bambini con il cucciolo in braccio, a volte inseguiti dalla madre che non smetteva di belare, che davano l'idea di un gruppo di giocatori di rugby che stavano avanzando verso la meta con la palla in mano... Il tutto di tanto in tanto accompagnato da una buffa espressione della pecora che ci provocava così tanti problemi: mostrava i denti disegnando nel suo volto una specie di sorriso, dando così l'idea che si prendesse gioco di noi!
Fortunatamente siamo sempre riusciti a curare col larvicida gli agnellini ma c'era un'altra questione da risolvere: visto che si sta avvicinando il freddo e per dare un riparo dalle piogge alle bestiole ho pensato di realizzare una tettoia ma non ho ottenuto il risultato sperato! Le pecore preferiscono rimanere sotto gli alberi, addirittura il loro posto preferito si trova nella parte opposta a dove ho fatto costruire quella che dovrebbe essere la loro casa: ho provato di tutto per portarle lì, addirittura le ho comprato un bel blocco di sale di cui vanno matte e l'ho posizionato lì in bella vista ma niente da fare. L'unico modo che finora ha funzionato è quello di prendere uno dei piccoli, far notare ad una delle femmine che ce l'ho in braccio e farmi inseguire da quello che ormai è un piccolo gregge mentre corro in direzione della struttura, tenendo stretto il cucciolo fra le mie mani: il tutto tra le grida di sostegno dei ragazzi che si stanno godendo la scena! Al momento lo sforzo non mi ripaga più di tanto in quanto le pecore rimangono lì per una manciata di minuti, giusto il tempo per mangiare un po' di sale, però nutro un bel po' di soddisfazione perchè ancora una volta ho potuto condividere qualcosa con i miei fanciulli ed il vederli felici per aver potuto vivere quei momenti, l'essere riuscito a fargli passare degli attimi di spensieratezza vale più di qualsiasi altra cosa.
Har baje

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