Sto firmando i certificati con cui si
attesta che i ragazzi che domenica hanno ricevuto la Cresima hanno
raggiunto tutti gli obiettivi prefissati dal corso di preparazione a
cui avevano preso parte: mi appare strano porre il mio nome nello
spazio riservato il catechista, non è un semplice atto formale
perchè forse capisco una volta di più quanto sia stato importante
nella loro formazione religiosa di questi negli ultimi mesi e
soprattutto rappresenta l'ultima tappa di un percorso fatto insieme.
Leggo i nomi e sorrido, mi sorprendo
nell'essere felice per chi ho seguito e non posso non ricordare
quelle sensazioni di appagamento e gioia provate appena qualche
giorno fa. Faccio memoria dell'agitazione provata nel non far tardi
alla cerimonia perchè dovevamo essere per le 9 al Don Bosco, poco
distante dal centro di Santa Cruz, e dovevo informarmi bene per
capire come si sarebbe svolta al fine di dare le ultime dritte. Non
riesco a dimenticare le facce che a stento trattenevano il nervosismo
ed i miei tentativi di metterle a suo agio, dicendo loro che sebbene
fisicamente non fossi stato al loro fianco non avrei mancato di far
sentire il mio appoggio e poi, fatto importante, ad accompagnarli
negli ultimi metri di questo cammino ci sarebbero stati i loro
padrini e madrine, che hanno scelto personalmente e non li avrebbero
sicuramente traditi sul più bello.
Sono stato coi ragazzi fino a qualche
istante prima che iniziasse la processione perchè li vedevo tesi,
come il sottoscritto, e cercavo di infonderli fiducia in quanto sapevo
che erano pronti: questo mio gesto è stato in qualche modo premiato visto che ho avuto la fortuna di parlare con il vescovo che avrebbe
celebrato, Monsignor Tito Solari. A dire il vero è lui che vedendomi
ha voluto scambiare qualche parola con me e la cosa mi ha davvero
colto di sorpresa: l'avevo conosciuto parecchi anni fa e posso
confermare l'impressione di allora, quella di una persona semplice ed
allo stesso tempo straordinaria, capace di infonderti tranquillità e
dai cui occhi traspare una bontà senza limiti.
Inizia la cerimonia e mi defilo,
andando a cercare posto vicino ai padrini: sono emozionato, cerco di
scorgere il posto dove si sono seduti i miei giovani e mi lascio
trasportare dalla Messa, penso di non averla mai vissuta in questo
modo perchè il mio solo pensiero era accompagnarli nella preghiera.
Mi preoccupo un poco quando li presentano per nome poichè questa era una
parte a cui non li avevo preparati ma si son fatti trovare pronti
ugualmente, mi sento orgoglioso quando accendono la candela per
rinnovare le promesse battesimali, rispondendo a mia volta con una
sorprendente voce convinta e decisa. Quando cominciano a fare la fila
con altri adolescenti per ricevere l'unzione con il Santo Crisma
penso che il momento è arrivato, il traguardo dopo aver camminato
per tanti mesi insieme è lì. Li cerco con lo sguardo per capire se
si avvicina il loro turno, li scorgo mentre stanno aspettando e
mi stupisco che li sto accompagnando non solamente con gli occhi ma
che cammino con loro in un'immaginaria linea parallela a quella in
cui si trovano: qualcuno se n'è accorto e, come per ringraziarmi
di questo, accenna un sorriso.
Sono soddisfatto, contento per loro al
momento che il vescovo li saluta e non faccio a meno di pensare che
il mio compito ora è finito: li ho guidati spiritualmente fino a qui, crescendo grazie alle loro domande
scomode e che mi spingevano ad interrogarmi, ma ora spetta a loro
decidere o meno di camminare per il sentiero della fede nella
consapevolezza che troveranno sempre qualcuno disposto a fare un
pezzo di strada con loro, me compreso. Dall'ultima verifica che ho
fatto loro ho capito che erano pronti, qualcuna mi ha semplicemente
sbalordito con quanto risposto a qualche domanda: sono convinto che parte di quello che
ho cercato di trasmettere loro gli rimarrà dentro e spero che
continuino a seguire il percorso di cui la Cresima è soltanto una
tappa, seppur importante.
Mentre rivivo quanto provato domenica
scorsa continuo ad avere tra le mani quei certificati, a mettere la
mia firma ricordando quanta gioia ho provato per i miei ragazzi ma
d'improvviso mi fermo e il cuore si riempie di tristezza: davanti a
me compare il nome di una fanciulla che purtroppo non ha ricevuto
questo sacramento... Doveva essere cresimata, seppur con qualche
difficoltà aveva passato il test finale ed avevo continuato ad
accompagnarla negli ultimi giorni perchè ancora non aveva ben chiaro
cosa avrebbe ricevuto con tale sacramento ma si è rovinata con le
proprie mani: a meno di due giorni dal raggiungimento dell'obiettivo
mio e suo ha combinato qualcosa di brutto che testimoniava che non
era pronta. Non posso raccontare quello che ha fatto per diversi
motivi ma è stato sufficiente per impedire a me, a Liliana e a Padre Ottavio
di garantire che la giovane avesse superato brillantemente il corso
di catechismo: personalmente non sarei stato a posto con la mia
coscienza se l'avessi ammessa alla Cresima. Rileggo il suo
nome e mi sento amareggiato perchè in qualche modo sento che ho
fallito, non sono riuscito a portarla alla fine ed ha preso un
sentiero diverso dal mio e dei suoi compagni forse perchè non ho
capito che con lei dovevo rallentare il passo. Provo anche un po' di
rabbia perchè mancava poco, anzi pochissimo ed in un attimo ha
vanificato un percorso di mesi: un vero peccato! Mi dico che forse è
stato meglio così, con un po' di rassegnazione mi dico che forse gli
serve ancora un po' di tempo per capire quale strada è meglio
intraprendere per lei e per gli altri, a condizione però di superare
i fantasmi del suo passato che a volte sembrano tornare: una volta
che riuscirà a vincerli o chiederà aiuto per combatterli, sarà
pronta per riprendere il cammino che ha bruscamente interrotto.
Har baje
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