martedì 31 luglio 2018

Immagini...

C'è un'immagine che non riesco a togliermi dalla testa, l'ho persino immortalata in una foto e non ne me ne ricordo bene la ragione: mi rammenta quanto c'è ancora da fare, mi interroga sulla possibilità che possa o meno dare il mio contributo, mi mette di fronte ad una realtà dura che è difficile da accettare, mi fa sbattere contro quello che c'è fuori ed è distante dalla mia vita.
Mentre la osservo mi chiedo cosa potrebbero dirmi, se soltanto avessero il dono della parola, quei cartoni che servono a proteggere dal vento freddo, quella sedia mezza rotta che sembra essere lì per fungere da barriera, quei pantaloni sudici ed abbandonati senza pensarci: chissà quale storia mi potrebbero raccontare, cosa mi potrebbero dire circa la persona che hanno accolto e difeso durante la notte o le prime ora dell'alba per poi andare lasciandole lì in attesa di un suo ritorno, quali sarebbero state le loro impressioni, le sensazioni che quell'ospite ha suscitato in loro. Vorrei chiedergli come l'hanno visto, se era impaurito o si notava dal suo sguardo perso che aveva bevuto o assunto droghe, come ha passato quelle ore in loro compagnia... Tutte cose suggerite dalla curiosità e dalla preoccupazione, dall'essere in qualche modo incredulo che oggi nel mondo possa esserci ancora gente che non abbia un tetto sulla testa e che ha fatto della strada la sua casa.
Ci sono state più occasioni in cui sono passato per il luogo dove ho visto per la prima volta quell'immagine: non so il perchè ma esercita un certo fascino su di me, non riesco a fare a meno di andarci quando ne ho la possibilità, è come una calamita che mi attrae e non riesco in alcun modo ad impedirlo. Rivedendo quell'ammasso di cartoni che non avevano cambiato posizione o quasi le domande erano sempre le stesse: dov'era andato a finire chi ci aveva dormito? Vi tornerà nuovamente quando sarà buio? Ed in che condizioni? Di recente quel che si può definire un rifugio improvvisato è sparito e quando l'ho scoperto ho provato una sorta di tristezza maggiore di quando ci passavo di fianco, avverto una specie di preoccupazione verso chi ne aveva fatto il suo riparo dove dormire... Che ne sarà di lui? Dove sarà andato? Probabilmente avrà trovato un altro posto dove riposare, forse ancora in qualche angolo nascosto tra le vie della città  o nei canali, oppure è stato beccato dalle autorità e portato in qualche centro o in prigione? Mi capita di pensarci e cerco di immaginarmi una storia su un individuo che non ho mai visto e conosciuto ed il finale purtroppo  non è mai felice.
Non è l'unica immagine che attanaglia i miei pensieri, ce ne sono tante altre, tutte legate tra loro dalla vita di strada... In una passeggiata ho avuto la fortuna, se così si può chiamare, di vedere un giovane scendere verso il canale che raccoglie le acque piovane e gli scarichi delle fogne della città, togliersi le scarpe ed entrare dentro un cunicolo che non dubito sia la sua dimora: una scena che mi ha letteralmente spiazzato perchè una cosa è sentir parlare della gente che vive negli scoli di Santa Cruz ma vederlo con i propri occhi è tutta un'altra storia! Sempre lo stesso giorno ho potuto notare dei piedi sbucare da sotto un ponte e delle borse che stavano appese, segno che lì qualcuno aveva trovato un posto dove trovare riparo: ancora una volta un sentimento di tristezza mi ha pervaso e non riuscivo a capacitarmi su come tutto questo fosse reale. Un'altra volta era a fare una commissione ed ho notato una persona mangiare in un marciapiede che divide le due carreggiate: fin qui nulla di strano, anche se da distante mi aveva colpito subito il modo in cui era vestita, ma quando mi sono avvicinato mi sono accorto che si stava sfamando dei resti di cibo che trovava tra le borse della spazzatura! Era in pieno centro della città e c'erano molta gente ma il personaggio continuava senza farsi troppi problemi: ero completamente inorridito, volevo fare qualcosa ma c'era qualcosa che mi frenava ed alla fine i miei buoni propositi sono rimasti tali.
C'è un qualcosa che accomuna tutto questo e che mi colpisce come un bel pugno sullo stomaco: la completa indifferenza delle persone che passano di fianco ad un ragazzo di strada completamente sfatto o che si sta facendo di clefa, ad uno di quei bivacchi improvvisati della gente di strada, a chi sta rovistando tra l'immondizia per un pezzo di pane... Sembra quasi abituata a queste scene mentre io ne rimango in qualche modo sconcertato e mi interrogo su quanto ho visto: sia ben chiaro che non le sto giudicando perchè il primo da biasimare è il sottoscritto che tanto si indigna, si sente perturbato da quanto ha potuto “ammirare” coi propri occhi ma in molte casi poi non ha mosso un dito, anche se il cuore si è riempito di compassione. Il motivo è la paura perchè a volte mi sono sentito tutti gli occhi della gente addosso, magari pronta a biasimarmi se avrei fatto qualcosa; perchè non si sai mai come reagirà chi vorresti aiutare per cui potrei rimarci male se rifiutassero l'offerta di dargli una mano o alla peggio potrei diventare in qualche modo una sua vittima; perchè mi trovo di fronte ad una dimensione che non ho mai conosciuto: non so cosa significa vivere in strada perchè ho sempre avuto la fortuna di essere ospitato da qualche parte; non so che significhi patire il freddo perchè il destino ha voluto che potessi sempre avere qualcosa con cui coprirmi; non so che significhi soffrire di fame visto che, nei casi peggiori, ho sempre avuto qualche spicciolo in tasca per comprarmi qualcosa da mettere sotto i denti... Cosa potrei offrire? L'unica cosa che so è che tutto ciò non è frutto di coincidenze ma è il segnale che Qualcuno mi vuol mandare ma mi ci vuole ancora del tempo per poterlo comprendere, mi serve capire che ci vuole più coraggio ed avere l'umiltà di cercare chi potrà farmi da guida o semplicemente darmi dei consigli.
Nell'attesa però oggi sono tornato nel luogo dove si trovava quell'immagine di cui ho parlato all'inizio: i cartoni son tornati, così quei pezzi di sedia rotti e c'è qualche sasso in più per rendere in qualche modo più resistente quel piccolo rifugio... Sarà un caso o è un altro segno che mi sta mandando?
Har baje

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