Finalmente il magazzino è organizzato: ci sono voluti due
giorni per ordinarlo al meglio dopo aver portato a casa la donazione ricevuto
dal Governo tramite il Ministero della Salute. Si tratta di una grossa quantità
di alimenti che costituiscono un aiuto consistente: quest’anno è stata più
generosa rispetto agli anni passati ed ho dubitato fino all’ultimo di trovare
posto a tutto! Le autorità mi hanno davvero stupito stavolta visto che molte
volte sembrano assenti o sorde alle necessità degli hogares.
Venerdì mattina Liliana, assieme a don Claudio ed a una decina
dei ragazzi più grandi, parte alla volta del luogo dove ci sarà la consegna
ufficiale mentre io resto nel centro per fare posto e riorganizzare gli spazi
in attesa del loro arrivo. La mattinata passa in fretta ed arriva l’ora di
pranzo ma non vedo tornare nessuno… Mi dico che probabilmente stanno
contrattando un camion perché non ci sta tutto nella camionetta quando ecco che
mi telefona Liliana: dice che non hanno ancora distribuito niente e di recarmi
con l’altra vettura a nostra disposizione in un luogo dove dobbiamo raccogliere
la prima trance di quanto a noi destinato. Mi organizzo e mi fiondo al luogo
dell’incontro poi, mentre i ragazzi che erano con Liliana pranzano, sentiamo
che ci chiamano e mi precipito a caricare: si tratta per lo più di prodotti
fatti col latte (yogurt, formaggio, burro) e la loro quantità è tale che le due
camionette sono strapiene. Portiamo il tutto all’hogar e stavolta Liliana mi
dice di accompagnarla, destinazione il luogo della mattinata che si trova dall’altro
lato della città.
Una volta arrivati noto che siamo nei pressi di un
palasport e c’è un brulichio di persone e di vetture che stanno caricando di
tutto: si tratta dei lavoratori e dei ragazzi di tutti gli hogares della zona e
c’è anche l’esercito boliviano che aiuta e cerca di dare ordine in un contesto
che definire caotico è poco. Cerchiamo il camion che in mattinata era stato
contrattato ma invano: è sparito per cui bisognerà procedere a procurarsene
uno. Con Liliana entro nel palazzetto e a stento trattengo il mio stupore: ci
sono miriadi di scatoloni di olio, riso, pasta, biscotti, succhi di frutta,
farina, cereali, zucchero e lattine di latte in polvere che sono separati
ordinatamente gli uni dagli altri per distinguere a quale centro sono
destinati. Cerchiamo il nostro donativo e mi sorprendo perché c’è davvero tanta
roba: mi chiedo dove la metteremo e soprattutto come la caricheremo e la porteremo a casa perché si trova ad una decina di gradoni da terra ed intuisco che
sarà una faticaccia, visto che siamo meno di una decina. Mentre Liliana chiama affinchè don Claudio, che era rimasto nel centro, venga con dei rinforzi scopro che le
cose destinate a noi non sono solo quelle che avevo intravisto: sono di più!
Quasi mi viene un colpo perché non so davvero se le nostre forze saranno sufficienti
per mettere tutto questo ben di Dio nel camion, avevamo confidato nell’aiuto
dei militari che stavano aiutando nelle operazioni di carico ma questi si
stavano ritirando.
Quando finalmente il camion ha il permesso di entrare nell’area
del palasport sopraggiunge don Claudio con le ragazze più grandi: faccio un
respiro di sollievo e cominciamo a portare quanto ci spetta al veicolo, solo
che questo dista circa 300 metri da dove siamo perciò le operazioni risultano
rallentate e fatichiamo più del previsto. Per nostra fortuna il personale che
sovrintende la consegna della donazione ci dà una mano così riusciamo a
terminare prima.
Torniamo a casa ed è una corsa per mettere tutto nel
magazzino: lo si fa alla rinfusa perché ormai sono le sette e mezza di sera
passate, i fanciulli che erano con noi sono visibilmente stanchi e non si può logicamente
pretendere di più da loro, bisogna tenere d’occhio che qualcuno non nasconda o
si metta in tasca niente… Alla fine la
stanza è piena, è difficile muoversi al suo interno e già penso che sarà un
incubo mettere le cose in ordine lì dentro.
Ormai stanco, stavo quasi gioendo perché avevamo terminato
quando mi dicono che il camion non riesce ad uscire: il rimorchio tocca l’arco
d’entrata e gli impedisce di passare! Probabilmente prima il problema non sussisteva perché
era molto carico mentre ora è vuoto: mentre si scava un po’ il suolo, tutti i
ragazzi salgono per far peso… Dopo una decina di minuti il veicolo può uscire!
L’indomani inizio a riorganizzare il magazzino: impresa
difficile perché non ho idea da dove cominciare, è tutto mescolato e non c’è
spazio! Grazie anche all’aiuto di tre ragazzi che si sono offerti volontari
comincio a far ordine, scrivo nelle scatole il loro contenuto e comincio a
raggruppare… Quello che più costa sono i sacchi di zucchero e di pasta, che
sono i più pesanti da spostare mentre gioisco per l’intuizione avuta la sera
prima di mettere già in un angolo tutto il riso che abbiamo ricevuto! All’incirca
dopo due ore, la stanza ha già un aspetto diverso ma c’è ancora molto da
sistemare: prometto di farlo nei prossimi giorni perché dovevo fare altre cose
ed era meglio riposare un po’ per ritrovare le forze. Il lavoro l’ho finito
oggi e sono soddisfatto di com’è venuto: la gioia più grande è però vedere
quanto ci è generosamente arrivato, ce n’è almeno per i prossimi 6 mesi!
Il cruccio va per i latticini: oltre ai tre surgelatori a
nostra disposizione, anche il frigo della dispensa ed il mio sono colmi nonché quelli
a casa di Liliana perché non c’era spazio! Dobbiamo consumarli in fretta perché
scadono tra qualche giorno: li dobbiamo proporre come merenda o cena ogni giorno
per evitare che vadano a male. In questo caso il mio pensiero è perché le
autorità non abbiano previsto la possibilità di dilazionare la consegna in più
fasi: sarebbe stato un po’ più facile per tutti e non si correrebbe il rischio
che questi prodotti deperiscano... Ciò non va visto come una lamentela ma come un
qualcosa che si potrebbe migliorare: intanto però ringrazio lo Stato per essersi
ricordato di noi e per quanto ci ha generosamente destinato!
Har baje
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