Era un venerdì mattina e, come sempre, prima della colazione sono andato a chiamare i ragazzi che mi aiutano a portare le pecore a pascolare: la porta del loro dormitorio è chiusa e busso, rimanendo in attesa che mi si apra. Sento le voci dei ragazzi che chiamano l’educatrice ma non succede niente, resto lì ad aspettare e, dopo qualche minuto, torno a dare qualche colpetto all'entrata. Ascolto di nuovo qualcuno che parla e la cosa mi incuriosisce talmente tanto che mi spinge a dare una sbirciatina dal buco della serratura: non l’avessi mai fatto! Giusto il tempo di mettere l’occhio vicino alla fessura ed ecco che vengo investito da un liquido viscoso, che rimane ben impresso sull’occhiale: uno sputo!
Rimango incredulo, mi tolgo le lenti e le guardo più volte perché non mi sembrava possibile, mi ci è voluto un po’ prima di ripulirle forse perché volevo sincerarmi che non avessi preso un abbaglio. Subito dopo la porta si apre, compare l’educatrice e l’unica cosa che volevo sapere era chi fosse il colpevole, del resto non me ne importa niente. Ero arrabbiato, il tono della mia voce non mi aiutava di certo a nasconderlo, ed è forse per questo che all’inizio non ho ricevuto risposte ma soltanto silenzio. Un’idea me l’avevo fatta ma volevo una conferma che non è tardata ad arrivare: prima uno, poi due e in seguito molti altri bambini mi fanno il nome di un loro compagno, che vedo fare finta di niente e non ha il coraggio di guardarmi. Alle accuse il fanciullo non risponde, si isola o meglio si chiude in se stesso e non c’è niente al mondo che lo smuova: lo conosco ormai, fa sempre così ogni volta che combina qualche malanno e purtroppo non c’è verso di parlargli quando si comporta così. Vorrei dirgliene quattro ma preferisco rinunciare, so bene che con la rabbia che provo per quanto subito potrei ferirlo con le parole e non servirebbe a niente, è meglio che prima mi calmi. Non mi rivolgo nemmeno a lui, chiedo solamente all’educatrice di investigare meglio così affinchè possa confermarmi che se sia stato proprio lui per poi parlare con la direttrice. Detto questo me ne vado con i due ragazzi a portare fuori le pecore: sono ancora un po’ scosso ed i miei piccoli amici non fanno che mettere legna sul fuoco, confermandomi il nome del colpevole dello sputo e dando le loro opinioni su che castigo dargli. Li ascolto ma non rispondo, i miei pensieri vanno alla ricerca di un motivo per quel gesto ma non lo trovano perché semplicemente non c’è, non ho fatto nulla che potesse spingere ad un atto simile. Ci sono rimasto male, so che si tratta di un ragazzino che purtroppo non ha proprio il senso del rispetto e non aveva la benchè minima idea a castigarlo come mi suggerivano: speravo che il mio silenzio servisse a qualcosa, forse sarebbe stato più produttivo di una sgridata ostaggio di un cuore ferito nell’orgoglio e pieno di collera.
Ad un tratto mi è venuto da ridere perché mai mi sarei immaginato di reagire in questo modo, di solito quando subisco un torto o vedo qualcosa che non è giusto la mia lingua non conosce alcun freno, dice senza mezze misure tutto quello che deve e non gli importa di chi si trova davanti: sto davvero migliorando? Sto diventando forse più maturo? Mentre cerco una risposta mi ricordo che oggi è proprio venerdì, lo stesso giorno in cui Qualcuno, moltissimi anni fa, è stato ricoperto non da uno ma da centinaia di sputi ed ha sopportato davvero di tutto senza reagire, in nome di un amore più grande: una strana coincidenza che mi fa sorridere e pensare che ne devo fare ancora di chilometri per arrivare a tanto!
L’indomani sono in ufficio con Liliana e le racconto l’accaduto, confermato dall’educatrice: il risultato è che il bambino viene chiamato e riceve una bella lavata di capo, mi rattrista vederlo con la testa china. Mi chiede scusa per quanto successo, so che gli costa farlo e sono grato per questo gesto: non me l’aspettavo e non provavo rancore, quello che più mi preoccupa è il suo comportamento che, se non cambia, gli creerà più di un problema. Quello che conta adesso è averci messo alle spalle questo piccolo incidente di percorso, la nostra amicizia continua e so che in futuro ci regalerà molte sorprese.
Har baje
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