Rieccomi in hogar, è passata una settimana e sto cercando, seppur con qualche difficoltà, di riprendere i ritmi della vita del centro: è bello essere tornato qui, nonostante qualche pensiero di troppo, visto che non era affatto scontato ritrovarmi qui dopo appena un mese.
In questi giorni come sempre mi guardo attorno per capire da dove iniziare: sicuramente il catechismo è in cima alla lista ma c'è un dettaglio che mi preoccupa non poco perchè non c'è più il tuttofare! Questa non ci voleva e devo dire che con la sua presenza mi ero abituato fin troppo bene vista la sua rapidità bravura: per il momento dovrò rimboccarmi le maniche, cercando di non strafare e di trovare delle buone soluzioni ai problemi che si presenteranno.
Altra voce dolente è l'atteggiamento di alcuni ragazzi: fa male sentire che si comportano male e ne combinano di cotte e di crude, l'ho potuto constatare coi miei propri occhi ed è stato un grande dispiacere. Ho potuto comprendere la tristezza e lo sconforto che c'è nel personale, a volte sembra sia una battaglia persa ma insieme possiamo fare qualcosa per questi fanciulli, aiutandoli a capire che agendo così non faranno molta strada e che sono al mondo per qualcosa di importante, devono soltanto ricordarsi della bellezza che hanno dentro ma che hanno dimenticato di avere a causa di quanto hanno sofferto.
Per fortuna le cose belle superano quelle meno positive: quanti abbracci, quanti sorrisi ho ricevuto da parte di tutti! Sono stato fortunato perchè mi hanno sorpreso con uno dei benvenuti più calorosi di sempre: mi dicono che gli son mancato, non vedevano l'ora di rivedermi e qualcuno mi ha confessato che non smetteva di pensare un solo istante al mio ritorno. Tutto questo mi ha fatto un gran bene, soprattutto visto che mi sentivo in colpa per essere andato via senza preavviso e senza nemmeno salutarli come si deve: sono stato fortunato, hanno capito il motivo di questo e mi hanno accompagnato spiritualmente in questo viaggio in Italia, non è una cosa da poco!
Con il loro tipico entusiasmo già non vedevano l'ora di iniziare col catechismo e con l'orto, di giocare o di chiacchierare con me e questo non può che farmi piacere, è un bel punto da cui ripartire.
Ci sono stati alcuni episodi che mi fanno sorridere: il primo è quando ho chiesto ai miei chierichetti come era andata in mia assenza e se avevano avuto qualche problema in particolare. Mi hanno risposto in coro che ce n'è stato solo uno ed era bello grosso: gli sono mancato! In quel momento penso di essere diventato rosso per l'emozione, mi sono venuti i brividi e non sapevo più cosa dire: ero semplicemente stupito per quelle parole dette quasi all'unisono, non avrei mai immaginato di ascoltarle soprattutto nel contesto in cui mi trovavo in quel momento!
Il secondo ricordo è legato ai ragazzi di prima comunione: stavamo parlando delle tentazioni e di come evitarle, cercando di essere migliori ogni giorno che passa. Non so come il dialogo si è spostato verso la rabbia che provano quando qualcuno gli offende o non li lascia in pace: non era una cosa voluta, sono loro che hanno portato la chiacchierata su questo binario. E' stato un momento intenso e veramente produttivo: i fanciulli si sono raccontati, hanno condiviso con me un malessere che non sanno gestire e per il quale vorrebbero dei consigli. Li ho ringraziati visto che è la prima volta da quando sono catechista che mi capita un'apertura così profonda da parte loro e ne farò sicuramente tesoro, so che mi servirà molto per uno dei prossimi argomenti.
L'ultimo fatto, ma non per questo meno importante, è legato ad una piccola riflessione fatta da un paio di bambine vedendo che un gruppetto stava dando filo da torcere alle educatrici. Mi chiedono perchè non intervenga e subito le dico che se ne stava occupando qualcun altro e sicuramente mi avrebbero avvisato se era necessario il mio aiuto. A questa risposta ribattono con qualcosa che ancora una volta mi sorprende: “Marco, per favore, cerca di non andare più via. Quando non ci sei molti si comportano male, basta la tua presenza e tutto vada bene”. Queste parole se da un lato mi fanno più che piacere, in quanto capisco quanta fiducia viene riposta in me, dall'altra fanno scattare un campanello d'allarme: non sono insostituibile, mi sforzo di essere più di sostegno che un pilastro senza il quale crolla tutto ma sembra che non ci sia ancora riuscito. Credo che la mia voglia di fare qualcosa per questi fanciulli a volte tarpi le ali agli altri, producendo esattamente il contrario
di quello che vorrei: tutto il personale deve ricevere lo stesso rispetto, siamo una squadra che ha lo stesso obiettivo e non esiste proprio che se manca qualcuno tutto vada a rotoli. Dovrò cercare di essere più di appoggio, di farmi trovare pronto quando sarà più necessario in modo che, forse, le educatrici riusciranno a farsi ascoltare di più: non sarà facile ma è l'unico modo per far sì che le cose vadano per il meglio.
di quello che vorrei: tutto il personale deve ricevere lo stesso rispetto, siamo una squadra che ha lo stesso obiettivo e non esiste proprio che se manca qualcuno tutto vada a rotoli. Dovrò cercare di essere più di appoggio, di farmi trovare pronto quando sarà più necessario in modo che, forse, le educatrici riusciranno a farsi ascoltare di più: non sarà facile ma è l'unico modo per far sì che le cose vadano per il meglio.
Har baje
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