Mi sono reso conto che non sto aggiornando spesso il blog: vi chiedo scusa, sono talmente preso dalla vita del centro che mi ritrovo a trascurare questo spazio in quanto ogni giorno c'è una novità e non sempre è positiva. Spero di riuscire a rendervi più partecipi di quanto accade qui ma non me la sento di fare promesse in quanto gli imprevisti ultimamente sono sempre in agguato per cui vi prego di portare pazienza, nel mio piccolo cercherò di fare il possibile per scrivere con più frequenza.
Due venerdì fa qui in Bolivia era la festa della mamma e per l'occasione mi è venuta in mente un'idea: festeggiare l'intero personale femminile del centro perchè si prende cura dei ragazzi tutto il giorno, comportandosi come se fossero le loro vere madri. Per me era un gesto per ringraziarle per quanto fanno, non è sempre facile stare accanto a questi fanciulli a cui il destino ha regalato più amarezze che gioie: se lo meritano perchè si preoccupano di ciascuno di loro e per l'impegno con cui svolgono le proprie funzioni.
Grazie all'appoggio di Liliana, a cui non ho svelato tutti i dettagli di quanto avevo in mente per non rovinare l'effetto sorpresa, ho coinvolto gli altri due uomini del personale: Daniel, il tuttofare, e Don Eliseo, il guardiano notturno. I due si sarebbero incaricati di preparare la sala per la festa, di aiutare a servire da mangiare e di fare da presentatori. Del resto me ne sarei occupato io: dal pranzo ad un piccolo pensiero per ogni lavoratrice, sapendo che avrei contato sull'appoggio dei miei piccoli amici. Il mio proposito era coinvolgerli tutti: i più piccoli avrebbero consegnato una specie di mazzo di fiori di carta, contenente dei cioccolatini e colorato dai loro compagni mentre le più grandi avrebbero realizzato una danza. L'idea è piaciuta e quasi tutti ne erano entusiasti: salvo qualche eccezione, tutti sono stati bravissimi a mantenere il segreto della festa a sorpresa fino alla fine e questo mi ha lasciato felicemente sbalordito!
La parte che mi ha complicato le cose è stata la volontà dei ragazzi di scrivere qualche lettera di auguri all'educatrice o alla figura femminile del personale a cui erano più legati: non potevo ignorarla visto che veniva direttamente dal loro cuore e la maggioranza aveva espresso questo desiderio. Mi sono ritrovato così a essere loro complice, chiamandoli a gruppi di cinque inventandomi qualche bugia per non destare sospetti; aiutandoli a disegnare cuori e fiori, proprio io che non sono molto portato ma di fronte alla loro richiesta non potevo di certo negarmi; scrivendo quello che il cuore gli diceva visto che non sanno leggere o scrivere: è stato un onore, una fortuna in quanto mi hanno scelto come strumento per riuscire ad esprimere il loro affetto verso qualcuna di coloro che posso chiamare le mamme del centro.
La cucina non mi ha impensierito anche se era abbastanza impegnativo quello che avevo in mente: lasagne con pasta fatte in casa con carne di quaglia (ogni settimana ce ne vengono donate) accompagnate da un raviolo dolce ripieno di marmellata. Ringrazio i bambini che mi hanno dato una mano, erano contenti sia nel farlo che dell'idea di preparare qualcosa per le educatrici: è stato un'occasione per stare assieme, chiacchierando e condividendo.
Il giorno della festa è stato splendido: tutte le “madri” del hogar sono rimaste sorprese sia dell'accoglienza e dalle manifestazioni d'affetto ricevute, era il mio obiettivo e l'avevo raggiunto! E' stato bello vedere che tutti abbiano apprezzato quanto trovato nel piatto e più che i complimenti a farmi sentire bene è stato vedere tante espressioni felici: per quattro giorni ho spadellato come non mai in cucina, finendo spesso a notte tarda, e non me ne pento per l'allegria che si è respirava nell'aria in quest'occasione. Non potevo chiedere niente di più: una festa ben riuscita dove si sentiva l'affetto e la gioia di stare insieme, a cui tante mani hanno contribuito unendo le proprie forze ed è questa la cosa più bella.
Har baje
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