Le promesse si mantengono e, seppur in ritardo di qualche mese, anche stavolta ci sono riuscito: sabato ho portato a mangiare fuori i ragazzi che l'anno scorso mi hanno aiutato con l'orto. Ho solo un piccolo rimpianto: aver rispettato la parola data soltanto con quattro in quanto il resto se n'è già andato, con destinazione un altro centro.
Volevo fargli passare qualche ora in modo diverso, avevo in mente di portarli in centro, a Santa Cruz ma c'era un dubbio: come fare con Gabriel che è in sedia a rotelle? Sapevo delle difficoltà sul muovermi con lui ma in cuor mio sapevo che non mi sarei arreso, aveva diritto come tutti gli altri di godere del suo meritato premio, lui che tanto aveva insistito nel darmi una mano a coltivare qualche verdura nonostante gli ostacoli che la sua condizione avrebbe portato. Ci tengo a lui e mai gli avrei negato la possibilità di un giro per la città!
I ragazzi mi hanno sorpreso già la mattina presto: nonostante dovessimo partire a mezzogiorno, indossavano i loro vestiti migliori e si erano ben pettinati, addirittura si erano messi il gel nei capelli: cosa più unica che rara! Si notava come non vedevano l'ora di andare, erano curiosi di dove li avrei portati e nonostante le mille domande mantenevo il riserbo: era una sorpresa!
Dovreste avere visto le loro facce quando siamo entrati in una churrascheria: proprio non se l'aspettavano, per tutto il tragitto si erano interrogati soltanto sul posto dove avrebbero mangiato del pollo. Ho ordinato quello che volevano, una grigliata, e mi guardavano un po' titubanti perchè preoccupati di quanto avrei speso ed ho voluto non dirgli niente sul conto perchè se l'erano guadagnato per l'impegno e lo sforzo profusi durante l'anno.
Gli ho insegnato come servirsi dal buffet mentre aiutavo Gabriel a farlo, poi ho condiviso con loro il pranzo, senza fretta e contento di vederli come si stavano godendo il tutto. Erano felici e sentirsi dire dal mio figlioccio che aveva mangiato fino quasi a scoppiare, proprio lui che ha sempre fame e non perde mai l'occasione per mettersi qualcosa in bocca, è il ringraziamento più grande che possa aver ricevuto.
Ho deciso poi di portarli a comprare qualche film da Willy, il mio amico peruviano, sebbene non fosse proprio dietro l'angolo: erano entusiasti dell'idea e durante il tragitto non smettevano di guardarsi attorno e di farmi domande. E' proprio in quel frangente che mi sono reso conto della difficoltà nel muoversi in città per la gente in carrozzina: se per i non vedenti c'è molta attenzione grazie alla presenza di segnaletiche sul marciapiede che li aiutano a spostarsi, lo stesso non si può dire per chi è in sedia a rotelle. Più volte ho dovuto camminare sul ciglio della careggiata a causa del terreno sconnesso, con le auto che mi schivavano d'un soffio, e devo ringraziare chi avevo con me per aiutarmi a sollevare o abbassare la carrozzella lungo il percorso in quanto non c'era una rampa che mi permetteva di farlo da solo. Nella mia testa mi ripetevo quanto fosse difficile per un disabile vivere così, con mille ostacoli solamente nel muoversi per la città, e di come possa sentirsi prigioniero del suo destino nel caso non ci fosse nessuno ad aiutarlo: non ci avevo mai pensato eppure quelle strade le ho percorse così tante volte e per capirlo ho dovuto viverlo di persona! Ammetto che andare da Willy non è stata proprio una passeggiata ma era l'allegria di Gabriel a darmi la forza e a dimenticarmi della fatica: vederlo così mi gratificava ed è stato un onore poter esaudire la sua richiesta di passare per un parco pubblico per poter ammirare i pesci nella piscina lì presente. Era contento e questo mi bastava: la sua gioia e quella dei suoi compagni erano il motivo della mia felicità e i loro volti, i loro sorrisi erano il più bel modo per dirmi che ero riuscito a fargli trascorrere un sabato diverso dal solito e quanto gli fosse piaciuto.
Har baje
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