sabato 25 aprile 2020

Lacrime di gioia

E' stato un compleanno diverso, non solo per la quaratena imposta per il coronavirus: mi sono ritrovato a letto con la dengue, una febbre accompagnata da un mal di testa allucinante e da dolori in tutto il corpo, capace di farti disidratare molto rapidamente. Mi sono rinchiuso nella mia stanza, al massimo andavo in cucina se avevo la forza sufficiente per farlo perchè ho scoperto che quello che mi avevano raccontato non erano frottole: questa malattia ti sfianca, risucchia tutte le energie che hai in corpo. Mi sto prendendo tutto il tempo per poter recuperare pienamente, tornare al mio servizio al 50% non sarebbe giusto nei confronti miei e dei ragazzi, che ormai non vedo più da domenica scorsa: posso ancora contagiare, è sufficiente che una zanzara mi punga e successivamente morda un'altra persona affinchè risulti infetta... Quindi meglio non rischiare, devo aspettare con pazienza di guarire.
Ieri mattina sembrava che finalmente la febbre mi stava abbandonando, sebbene continuavano i dolori ed il senso di debolezza: ne ero contento, mai come vedere così tanti messaggi di auguri che veramente sono stato un toccasana, molto meglio di qualsiasi pastiglia da prendere. Decido di andare in cucina, così da cambiare aria alla stanza, e purtroppo a metà mattina le articolazioni mi cominciano a fare più male e provo più di qualche brivido di freddo: so cosa potrebbe essere ed ho paura, mi rassegno a prendere il termometro e scopro che ho nuovamente più di 38 gradi.... Non è possibile, non riesco a crederci: è da domenica che queste temperature mi accompagnano e cominciano a sfiancarmi, davvero non ce la faccio più, so che è questione di tempo ma stare lontano da tutti e vedere soltanto qualcuno quando ti portano da mangiare inizia a stancarmi. Arriva il pranzo, a malapena riesco ad aprire la porta e sorrido a chi me l'ha portato ma dopo due cucchiai già sono pieno, mi sforzo ma mi costa finire quella zuppa... E' in quel momento che inizio a crollare mentalmente, proprio quando viene Liliana per sincerarsi sulle mie condizioni e mi vede pallido e triste: mi incoraggia e mi fa gli auguri. Comincio a piangere, le confesso che così non riesco ad andare avanti, voglio guarire: mi consola e mi dice che i ragazzi sono fuori dalla porta, hanno qualcosa per me perchè oggi, malgrado tutto, è un giorno importante. Devo solo restare lì ad ascoltare: comincia la musica e sento intonare due canzoni di auguri, una dietro l'alta, ho le lacrime agli occhi perchè mi pare di vedermeli tutti davanti... Mi gridano tanti auguri, battono le mani mentre da dentro non trattengo le lacrime e li ringrazio dal più profondo del cuore. Ho pianto perchè mi hanno reso felice, è stata una gioia inaspettata, ho versato lacrime perchè non potevo abbracciarli ad uno ad uno per ringraziarli per questo pensiero e dovevo farlo solo a parole, dette per giunta con tono affaticato. Nonostante non sia fisicamente con loro in questi giorni non riesco a non pensare a loro, mi mancano da morire anche se li ho lì a portata di mano ma sono consapevole che prima devo guarire sia per me che per loro: averli sentirti cantare per me è stato importante, credo sia un onore che non si riceve tutti i giorni. E' stato un vortice di emozioni, ho sentito l'affetto che provano per me e questo vale tutte le lacrime versate in quel momento perchè frutto di una gioia immensa nell'aver ricevuto in dono una così grande manifestazione d'amore. 
Har baje


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