“Marco, sei mio amico vero?” mi
chiede Kevin, un bambino di 5 anni appena arrivato, venendomi
incontro per un abbraccio o anche solo per ricevere un saluto: una
domanda che mi coglie impreparato ma allo stesso tempo mi fa tenerezza, mi fa sorridere come tutte le volte che
Melissa, un'altra dei nuovi volti giunti in hogar e che ha la sua stessa età, mi vede e
si avvicina in cerca di un gesto di affetto ripetendomi spesso le
parole “papà Marco”. Mi fa piacere sentirmele dire, mi riempie
di gioia anche se inizialmente mi hanno colto di sorpresa e, ad
essere sincero, fatto provare un po' di imbarazzo perchè sono del
tutto spontanee e mi fanno capire che questi piccoli hanno bisogno d'affetto ed hanno visto in
me qualcuno su cui fare affidamento.
Questi piccoli episodi mi aiutano a riscoprire il senso della gioia, una parola a cui mi risulta difficile dare anche
solo una piccola spiegazione ma che ho avuto modo di comprenderne meglio il significato durante le ultime feste, trascorse qui in compagnia con i
ragazzi che, per diversi motivi, sono dovuti rimanere nel centro
mentre la maggior parte dei loro compagni ha potuto trascorrere il Natale con i propri
familiari o con i padrini. Non era affatto semplice fargli
trascorrere delle belle giornate perchè, anche se non lo facevano
vedere esteriormente, nel loro cuore erano sempre presente la tristezza
di essere soli e la sensazione di non essere amati e voluti da
nessuno: il mio intento è stato quello di farli sentire in famiglia,
di essere il più possibile presente tra loro anche se i tanti
impegni a volte me lo impedivano perchè ciascuno di loro vale ed è
importante. E' così che mi sono ritrovato a lasciare da parte un po' di
riposo e le faccende da sbrigare per giocare con loro o per portarli
al fiume: dovreste vedere le loro facce, tra il contento ed il
sorpreso perchè non se lo aspettavano proprio... Per me
incarnavano perfettamente il vero volto della felicità, che proprio i ragazzi in più occasioni mi hanno aiutato a scoprire.
Gioia che si è manifestata anche
quando, nella notte della vigilia, mi sono vestito da Babbo Natale,
sfidando i 30 e passa gradi della serata, solo ed esclusivamente per
loro e soprattutto per i più piccoli: avreste dovuto vederli quando
sono entrato nel refettorio, mi sono letteralmente saltati addosso,
increduli di quello che avevano davanti agli occhi. Il cuore mi
batteva forte per l'emozione, vedere che anche i regali che sono
riuscito a scovare per ciascuno avevano riscosso successo mi appagava
davvero di tutto, pazienza se poi i più grandi mi hanno smascherato
in pochi secondi.
Gioia è giocare assieme alla tombola
dove tutti alla fine sono vincitori, con la possibilità di scegliere quello che
preferivano tra i premi presenti.
Gioia è giocare, tuffarsi e schizzarsi
l'acqua nella piscina, contenti di essere lì tutti insieme senza
escludere nessuno.
Gioia è andare a camminare fino al
fiume e potersi bagnare, poco importa se l'acqua risulta marrone per
le frequenti piogge del periodo... E' essere felici e ringraziare il
buon cuore del conducente di un pulmino fuori servizio che ci ha
offerto un passaggio fino all'hogar vedendo che il sole era forte ed
i ragazzi stanchi morti: un angelo caduto dal cielo!
Gioia è mangiare tutti assieme i
manghi appena raccolti, o meglio "chuparlos" come si dice qui a Santa
Cruz, imbrattandosi il viso del loro succo e ridendo del risultato.
Gioia è aver portato fuori, un po'
alla volta, tutti i bambini rimasti qui durante le feste per
passeggiare per il centro ed a mangiare qualcosa: non gli importava
molto dove saremmo andati o cosa avremmo pranzato, la sola idea di uscire li entusiasmava e per tutti è stata
un'occasione per divertirsi assieme e ridere come non mai.
Gioia è il fatto che, dopo più di un anno che è qui, Norma mi abbia parlato in ben due occasioni: poco importa se ciò fosse dovuto al fatto che probabilmente fosse tutta presa dal lavoretto che gli avevo affidato o per il dolore all'orecchio che provava ma ero davvero al settimo cielo, dopo naturalmente attimi di pura incredulità! Anche se mi ha detto semplicemente "qui" e "sì", per me è stato qualcosa di straordinario in quanto non me l'aspettavo proprio: per questo lo considero uno dei più bei regali ricevuti in questo periodo.
Gioia è il volto di Ruth Karen, una
mia figlioccia che vive in un altro hogar e che non ha nessuno con
cui poter passare le vacanze, quando mi ha visto ed ha capito che ero
venuto a prenderla per mantenere la mia promessa: passare un'intera
giornata con lei! Per l'occasione le ho comprato quello che più
desiderava ricevere per Natale: delle scarpe nuove! Il regalo più
grande per me è stato notare uno piccola sfumatura di felicità nel suo sguardo sempre triste, forse dovuto al fatto che abbiamo parlato
tanto e di tutto forse come non mai.
Gioia è quella che ho visto nei tanti
visitatori che nei giorni di Natale arrivano al centro portando
giochi e dolci ai ragazzi: forse sono venuti in troppi, almeno così
commentavo assieme agli educatori poichè durante l'anno sembra che
quasi nessuno si ricordi che esistiamo, ma sono tutti ben
accetti ed è bello riscoprire la magia di questo periodo, capace di
aprire i cuori della gente e di far riscoprire quanto bello è dare
qualcosa a chi ne ha bisogno, ricevendo in cambio uno dei sorrisi più
sinceri e più belli del mondo.... Ecco, credo che la gioia più vera
sia quella di condividere qualcosa con gli altri e di offrirgli qualcosa
di tuo, senza pensare ad una possibile ricompensa perchè la loro felicità è la soddisfazione più grande che uno possa provare.
Har baje
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