Questa settimana sono iniziati i lavori
per realizzare un nuovo progetto: da quando sono qui ne ho fatto
parecchi ma senz'ombra di dubbio questo è quello che considero il
più importante e che nasce direttamente dal cuore.
L'idea di questa nuova opera nasce da
una constatazione: quest'anno due delle ragazze più grandi hanno
compiuto 18 anni e ciò significa la fine del sostegno economico da
parte dell'autorità pubblica per le loro necessità e la conclusione
della copertura sanitaria gratuita a cui avevano diritto in quanto
ospiti di un centro di accoglienza per minori. In poche parole una volta maggiorenni queste fanciulle non dovrebbero più vivere in un hogar
nonostante, nel loro caso, non abbiano nessuno che possa accoglierle in casa:
praticamente si ritroverebbero a vivere in strada, con tutti i rischi
che ciò comporta. Quest'idea naturalmente non mi piaceva: come
abbandonare a se stesse delle giovani che ho visto crescere per ben 7
anni e considero come delle figlie? Liliana condivideva le mie stesse preoccupazioni, inoltre era
importante per noi che terminassero gli studi del livello secondario
visto che le mancava un solo anno e non c'era certezza sul fatto che
li avrebbero conclusi nel caso se ne fossero andate: sarebbe stato un
vero peccato visto che si tratta di giovani con ottimi voti e che non
si tirano indietro quando qui c'è bisogno di dare una mano!
Nasce così l'intenzione di poterle
seguire ancora per un po' nel cammino che le dovrebbe portare ad
essere più indipendenti ed ad ottenere il diploma, oltre a
proteggerle in qualche modo dai pericoli del mondo esterno: non c'era
nessun problema per il vitto, per l'alloggio sì visto che per le
autorità non dovrebbero dormire all'interno della struttura. Una
soluzione c'è: potrebbero vivere nei pressi della “cabaña”, una
casetta costruita anni fa per ospitare gli eventuali volontari che
venivano ed ora affittata ad un gruppo di sorelle, realizzando tre
nuove camere ed un bagno. In questo modo avremmo risparmiato sulla
realizzazione del pavimento visto che il perimetro dell'intera
costruzione è piastrellato per tutta l'area recintata ma il grosso
ostacolo tra il dire ed il fare purtroppo rimaneva il fattore
economico: senza soldi il tutto sarebbe rimasto soltanto sulla carta.
Che fare allora? In questi mesi ci ho
pensato molto ed alla fine mi sono convinto inviare una proposta di
finanziamento ad un ente benefico, pur sapendo che l'aiuto mi sarebbe
erogato a maggio dell'anno prossimo nel caso mi fosse accettato. Il problema è
che a gennaio devo aver già trovato una sistemazione alle ragazze e i lavori
dovevano cominciare a settembre per concluderli prima del periodo
delle piogge: ero preoccupato visto che non avevo a disposizione la
cifra necessaria a coprire l'acquisto dei materiali di costruzione e
la manodopera, potevo attingere dai fondi destinati alla copertura di
progetti per il 2020 ma non sarebbe bastato. Non riuscivo però ad
arrendermi all'idea di non poter aiutare queste giovani per cui mi
ritrovavo a rifare i conti con nuovi preventivi quasi ogni giorno e
se trovavo delle offerte che mi permettessero di abbattere i costi
non le lasciavo sfuggire: in cuor mio avevo già preso la decisione
che l'ampliamento della cabaña si sarebbe fatto. Mai come questa
volta mi sono affidato alla Provvidenza, sapevo che non mi avrebbe abbandonato visto che si trattava di una giusta causa, e mi sono ritrovato a
chiedere aiuto scrivendo a vari contatti: ho ricevuto belle parole
e promesse di appoggiarmi, era già troppo visto che in agosto tutti
sono in vacanza. Il tempo però stringeva e dovevo dare una risposta
al muratore: ormai ero convinto, l'opera doveva essere fatta anche se
questo significava mettere a repentaglio i programmi di aiuto per
l'anno prossimo ed è proprio in quel momento che ricevo la buona
notizia che la Diocesi di Venezia, grazie all'intervento del
direttore dell'ufficio missionario Don Paolo, mi ha anticipato la
somma che mi spetta annualmente per la mia attività
missionaria per cui la copertura economica era raggiunta! Era un segno e non potevo non essere felice nel coglierlo, ho ringraziato il Cielo perchè le mie preghiere erano state ascoltate e potevo finalmente vedere il
futuro più roseo.
Qualcuno mi potrebbe chiedere i motivi per cui siamo arrivati ad avere delle ragazze maggiorenni nel
centro: non dovrebbero andar via prima di quest'età? Perchè non ci
siamo posti il problema prima? Le cose sono più complicate di quanto si
pensi in quanto mentre per i ragazzi è più facile mandarli in altri
hogar, dove tra l'altro possono apprendere una professione come ad
esempio l'elettricista o il falegname, per le fanciulle la cosa è più problematica:
quando arrivano a 13/14 anni è già difficile che vengano accolte in
altre istituti perchè sono già “formate” e per questo risulta
complicato inserirle nei loro cammini di formazione, i casi in cui
si riesce a trasferirle sono molto pochi. E' una situazione che mi
rattrista, vedo una disparità di trattamento e non la trovo
affatto giusta perchè il potenziale di queste giovani viene messo a
repentaglio: credo che più di tutto abbiano bisogno di una buona
dose di fiducia per poterlo far emergere e, nel mio piccolo e
soprattutto con l'aiuto di chi ci sostiene, sono più che convinto che
questo progetto possa aiutarle a spiegare le ali ed esprimere il loro lato migliore in ogni occasione.
Har baje
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