Più laboriosi, non sempre facili ma
alla fine ci hanno dato grande soddisfazione: questi sei mesi di
attività nell'orto sono stati belli tosti e personalmente li
considero tra i migliori di sempre. Motivo? Soprattutto il fatto di
aver condiviso qualcosa coi ragazzi, di averci scherzato, di non
esserci presi troppo sul serio e di parlare tra noi di tutto e di
più, senza timore.
Il primo passo di quest'anno è stato
quello di comprare della terra nera e del fertilizzante naturale
visto che il suolo dell'orto è per lo più arenoso e questo non
aiuta molto nella crescita delle piante, successivamente si è provveduto a scavare e portare via il
terreno che non serviva per poi rimpiazzarlo con quello acquistato di
recente: non ricordo quanti giri abbiamo fatto con le carriole!
Abbiamo poi risistemato le bobine e sostituito le latte ossidate con
delle bottiglie di plastica riempite con la sabbia, studiato come
collocare i pali per i pomodori in modo che resistano al forte vento
di agosto e settembre, siamo andati a raccogliere altro concime
naturale da un allevamento di mucche qui vicino... Insomma un
lavoraccio: devo ringraziare i ragazzi perchè non si sono fatti
pregare e si sono fatti trovare sempre pronti ad aiutarmi, anzi
quando la fatica si faceva sentire erano i primi a sdrammatizzare ed
a ridere distogliendo così l'attenzione da quanto stavamo
realizzando, tirando su il morale mio o degli altri quando le cose
non andavano nel verso giusto. Quest'anno poi si sono fatti più
propositivi: ciò non può che rallegrarmi perchè ormai sentono
l'orto come suo o meglio nostro visto che non è solo frutto di una
mia idea ma è il prodotto delle mani di chi ha voluto vivere
quest'esperienza!
Raccolta della papaya |
Abbiamo seminato insieme, legato i
pomodori quando crescevano, trapiantato l'insalata e le piantine di
prezzemolo, origano e peperoni: dovreste aver visto le loro facce
quando lo facevano, si notava che ci mettevano una gran passione nel
farlo, erano attenti a ciò che gli consigliavo, mi chiedevano
sempre più di una conferma e mi regalavano un sorriso ad ogni mio
cenno positivo o ad un complimento per il lavoro svolto.
Non tutto ciò che riguarda l'orto gli
va a genio: la cosa che più fanno fatica a fare (ed ammetto che
anche a me risulta indigesta) è il togliere le erbacce e mantenere
così tutto pulito. Questa però è l'occasione più ghiotta per
conversare: spesso mi fanno domande sull'Italia e sulla mia vita ed
io non mi tiro indietro, ci scambiamo opinioni sui film che hanno
visto e sulle canzoni che hanno ascoltato sulla radio, capita che mi
fanno richieste volte a saziare la loro curiosità e si arriva anche
a confidarsi sui propri sogni ed ambizioni... Ed è così che un
qualcosa che potrebbe essere noioso si trasforma in una possibilità
per arricchirsi e conoscersi meglio!
Una delle prime domande che mi fanno
prima di cominciare è se è cresciuto qualcosa e mi piace notare il
loro stupore, la meraviglia che provano nel constatare che l'insalata
o gli spinaci o le carote sono cresciute, che l'aglio è germogliato
così come le cipolle ed a rilento anche i pomodori stanno maturando:
è una gioia che mi contagia e mi fa dimenticare che la crescita
degli ortaggi è avvenuto lentamente a causa del freddo che è stato
più lungo e più intenso che in passato.
I momenti più belli sono quelli della
raccolta: i ragazzi sono letteralmente elettrizzati perchè l'attesa
è finita ed ora i loro sforzi vengono premiati! Poco importa se c'è
da sporcarsi, da scavare in profondità nella terra a mani nude per
trovare le carote o per non rompere la yuca o il camote, se per
prendere i limoni maturi a volte ci si graffia oppure bisogna dare
una ripulita all'insalata: ci sono attimi di vera felicità e di
emozione che traspare dalle loro voci quando mi chiamano per farmi
vedere quanto presente nelle loro piccole mani!
Devo ringraziare perchè nonostante un
inverno un po' più rigido del normale abbiamo potuto evitare di
comprare la lettuga per circa due mesi e mezzo e gli spinaci per
circa un mese, con la yuca si è potuta proporre una colazione
speciale e molto apprezzata dai bambini, abbiamo garantito più di
una limonata a pranzo ed abbiamo contribuito alla cucina con una
borsa di carote, in attesa di aumentarne la produzione grazie ad
alcuni consigli di Don Eliseo. Il tutto aspettando i pomodori che
finalmente stanno sul punto di essere raccolti: lo considero il
nostro premio per l'impegno, la costanza e la voglia messa in campo
da tutti, nessuno escluso.
Un grazie speciale va ai miei ragazzi
per quanto sono stati capaci di fare in questi mesi, per il rendermi
partecipe, per il contagiarmi con la soddisfazione che provano quando
a tavola vedono il frutto del loro lavoro e con i loro occhi che
brillano quando confermo loro che quello che stiamo mangiando viene
dall'orto e soprattutto per le belle chiaccherate tra amici fatte
mentre stavamo condividendo impegno e fatica in quest'esperienza, che
spero sia arricchente per loro quanto lo è per me.
Har baje
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