Ormai è un appuntamento fisso: ad
agosto l'incontro degli hogares, promosso dalla comunità salesiana
di Santa Cruz, non può mancare. Ho perso il conto di quante volte vi
ho partecipato ma non mi stancherò mai di dire che ogni volta mi
lascia qualcosa di buono, delle belle sensazioni che porterò dentro
a lungo.
In generale cerco di non crearmi grandi
aspettative quando sto per vivere qualcosa di nuovo ma domenica
scorsa ho fatto un'eccezione: grande era la voglia di rivedere tutte
le mie figliocce, che per la prima volta si trovano tutte accolte in
altri centri, e di riunire in quest'occasione tutti i fanciulli che mi hanno scelto come
padrino per cui già mi immaginavo la mia felicità
di stare tutti insieme almeno per un paio d'ore. Purtroppo non è
stato così: questo mio desiderio era in parte già naufragato quando
venerdì Bautista è stato ricoverato in ospedale, poi ha dovuto
lasciare spazio ad una sorta di tristezza nello scoprire, al momento
di entrare nella struttura dove sarebbe stata celebrata la Messa, che
dei centri in cui erano ospitate Andrea, Sandra e Ruth Karen non
c'era traccia. E' stata una bella doccia gelata ma dovevo riprendermi
presto per prendermi cura dei miei ragazzi poichè in questa uscita
ero il loro responsabile vista l'assenza di Liliana.
Durante la celebrazione eucaristica
noto che ci sono meno hogares presenti e mi do mille ragioni per la
loro assenza, da qualche impegno improrogabile alle difficoltà
economiche in cui molti navigano, ma non posso non notare gli sguardi
dei miei fanciulli che andavano alla ricerca di vecchi amici o dei
loro fratelli tra decine di bambini ed adolescenti presenti e
l'espressione di felicità che esplodeva nei loro volti quando
avevano trovato finalmente quello che stavano cercare. Nell'aria si
respira la voglia di stare insieme, di ridere, di giocare: è quella
che chiamo la magia di quest'incontro, che potrà essere ripetitivo
nel suo programma ma non perde mai questa sua stupenda caratteristica
che poi è il suo marchio di fabbrica.
Durante le esibizioni di danze e di
canti comincio a vedere vecchi volti, quelli dei giovani che ho visto
crescere e poi uscire dal centro: scambiamo qualche battuta, qualche
sorriso e mi fa piacere averli incrociati ancora una volta. Qualcuno
mi stupisce perchè mi aveva notato ed è venuto appositamente vicino
per regalarmi una pacca sulla spalla, la gioia di avermi incontrato
anche se abbiamo camminato insieme soltanto per qualche mese. E'
bello rivederli e riabbracciarli, soprattutto quando era da molto che
non lo facevo: ho passato dei momenti belli ed altri meno con loro,
sono rimasti nel mio cuore e spero che nei loro ci sia un po' di
spazio anche per me. Aver vissuto quei pochi attimi durante questa
specie di grande riunione di famiglia vale moltissimo per me perchè
mi rinfranca, mi permette di conoscere come questi fanciulli stanno
portando avanti la loro vita. Posso dirmi contento ma avvertivo che
mancava ancora qualcosa per farmi dire che è stata una giornata
davvero positiva perchè purtroppo non avevo ancora potuto incontrare
chi volevo.
Ad un tratto ho un sussulto:
esattamente dalla parte opposto a dove sono seduta c'è una ragazza
con una maglietta rosa fosforescente che attira la mia attenzione, mi
sembra di conoscerla anzi so esattamente di chi si tratta: è Andrea,
la mia figlioccia! Vorrei andarle incontro, abbracciarla ma ho più
di un'esitazione perchè qualcuno di chiede di portarlo al bagno, gli
educatori mi chiedono qualche delucidazione, devo aspettare che mi
comunico dove andremmo a mangiare: praticamente il dovere ha la
meglio ma mi riprometto che dopo il pranzo andrò a cercarla.
Non riesco a mantenere questa promessa
perchè è Andrea che mi trova per primo: mi abbraccia, è contenta
di vedermi e mi racconta come va a scuola. Dopo qualche minuto ci
salutiamo perchè vuole andare a giocare in modo da accumulare punti
che le permetteranno di vincere dei premi: non posso dirle di no però
questi pochi momenti con lei sono stati preziosi, hanno dando un
senso in più alla mia presenza in quest'incontro. Riesco a vedere il
tutto in modo ancora più positivo ed ho l'occasione di poter parlare
con altre vecchie conoscenze e di notare di come fossero cresciute.
Subito dopo c'è stato un episodio che mi ha profondamente colpito:
una ragazza che era stata da noi e che si stava avviando alla vita di
strada era lì e ha fatto il mio nome, regalandomi un bellissimo
sorriso ed è stata una cosa davvero meravigliosa perchè sembra che abbia
ritrovato quella forza necessaria a far cambiare di direzione la
sua vita... L'espressione che mi ha donato rappresenta il coraggio
e la sua voglia di ricominciare nonché la felicità di aver fatto questa scelta: so che la sua strada non sarà tutta in discesa, tutt'altro, e che
avrà molti ostacoli da affrontare ma il fatto che sia lì mi rende
contento ed orgoglioso di quanto è riuscita a fare, mi spinge a
tifare per lei con tutte le energie che ho in corpo affinchè
continui per questo cammino!
Sul finire dell'incontro incrocio
nuovamente Andrea che corre ad abbracciarmi e mi fa una
raccomandazione: quella di andarla presto a trovare nel centro dove
vive... Non posso dirle di no, dalle sue parole capisco che ci tiene
a me e non posso deluderla perchè già in passato le persone a cui
più teneva lo hanno fatto e lei non lo merita affatto. Quanto mi ha
detto mi accompagna per tutto il tragitto verso casa, così come
tutti quei volti che ho potuto rivedere, gli abbracci ed i sorrisi
ricevuti: mi sento amato e non mi resta che ringraziare
la magia dell'incontro degli hogares per questo.
Har baje
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