Una sedia rotta, una porta scassata, un cespuglio sradicato: non sono danni del maltempo
ma il prodotto di uno sfogo, se si può chiamare tale, di un bambino.
A scatenarlo sembra non esserci alcuna causa che davvero possa
giustificare questo impeto, tutta questa rabbia che si è riversata
fortunatamente solo su questi oggetti.
E' uno degli ultimi gesti, forse il più
eclatante, di uno degli ospiti del centro: si sa, è iperattivo ma
quello che più che mi colpisce è il suo comportamento, a volte votato più a distruggere che altro, a gridare in maniera incredibile quando gli si
impedisce di fare ciò che vuole e nei suoi momenti più neri non c'è
verso di farsi ascoltare. Per fortuna c'è sempre il rovescio della medaglia:
è affettuoso, cerca una carezza o una parola amica, capisce quando sta facendo qualcosa di sbagliato, è generoso
perchè capita che quello che riceve in più alla merenda della
scuola la porta al centro e me la regala.
E' un ragazzo che mi spiazza e non
posso fare a meno di preoccuparmene, mi interroga sul perchè è così
in quanto credo che tutti i bambini sono buoni e per un atteggiamento
così ci deve essere per forza un motivo: cosa gli è successo per
essere così? Cosa gli hanno fatto, cosa ha subito per essere quello
che ho davanti? Sentirlo urlare mi strazia il cuore, faccio fatica a comprenderlo e mi fa sentire
inadatto, impotente perchè ha bisogno di un aiuto che non posso dare
e tanto meno l'hogar: ha bisogno di un appoggio specialistico che non
si può offrire per fattori economici, ciò che gli si può offrire è ben poco rispetto a quanto necessita.
Mi cerca, non so il motivo ma spesso
capita che attiro le simpatie dei monelli o dei più vivaci, e c'è
più di un momento che sta in mia compagnia, in cui c'è spazio per ridere e giocare.
A volte dopo un capriccio o quando qualcuno lo fa arrabbiare mi viene a
cercare, afferra il mio braccio o la mia maglietta e mi segue
dappertutto, a volte si appoggia a me per riposare un po o per
sentirsi tranquillo o al sicuro da chi sa che cosa: è in queste
situazioni che sento riecheggiare in me le parole “ cerca il buono
che c'è in lui e tiralo fuori” ed allo stesso tempo mi chiedo come
posso fare, non ho mica la bacchetta magica! Eppure so che in lui c'è
della bontà ma la vita l'ha sepolta chissà a quanti metri di
profondità: solo gente che ha molta più esperienza di me può farlo
perchè per aiutarlo non basta stargli vicino e dargli quell'affetto
che cerca, cose che certo non gli fanno male, ma ha bisogno di
qualcosa di più.
Confesso che il giorno in cui la sua
rabbia è esplosa in maniera così eclatante ho avuto paura perchè
in questi anni mai mi ero imbattuto in una simile situazione, ho
cominciato a temere che potesse fare male seriamente a qualcuno, ho
iniziato a pensare da dove un fanciullo così piccolo trovi tutta
quella forza... A volte lo immagino come ad una bomba pronta ad
esplodere quando meno te lo aspetti! Ho letto la sua storia, o meglio
le informazioni che ci hanno dato, per trovare almeno una chiave di lettura
ed ho cominciato a capire, a rendermi conto che davvero c'è la
necessità di avvalersi di un esperto per il suo bene ma è
altrettanto evidente che qui non possiamo aiutarlo seppur facendo
del nostro meglio, almeno nel mio caso: si sta cercando la soluzione migliore per lui ma ci vorrà del tempo e, nel frattempo, non
posso negargli un abbraccio o una carezza,
cercando di fargli scoprire quella parte di bene che c'è in lui e
che è pronta a risplendere nuovamente.
Har baje
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