giovedì 22 febbraio 2018

Febbre

Succede che ogni tanto i ragazzi si ammalino e, visto che viviamo in comunità, può accadere che altri rimangano contagiati: ciò si è verificato varie volte nel passato, l'ultima risale al periodo in cui ero in Italia. Ora, da circa una settimana, la storia sembra ripetersi con la sola differenza che non si tratta di una manciata di ragazzi ma praticamente di più della metà!
Tutto è iniziato durante i giorni di festa del carnevale in cui si sono presentati due fanciulli con tosse, dolore alla gola e due/tre linee di febbre: niente di preoccupante, visto che la notte aveva soffiato un vento freddo che ha causato una forte escursione termica. Il giorno dopo i casi aumentano, più che altro si tratta di raffreddori anche se c'è qualcuno che comincia ad avere la temperatura un po' alta: la cosa curiosa è che la maggioranza dei casi si riferisce ai maschietti. Non essendoci la fisioterapista, che si occupa anche dell'infermeria, mi faccio carico di tutto, avvalendomi di quanto appreso in un corso fatto qui a Santa Cruz: cerco di non farmi prendere dal panico ma il crescente numero di casi che presentano gli stessi sintomi fa scattare un campanello d'allarme, mi spinge ad interrogarmi su quale sia la causa che ha fatto da detonatore e comincio a pensare che le tante zanzare di questo periodo giochino un ruolo determinate nella diffusione di questo malessere.
La mattina seguente vengono in infermeria ragazzi che presentano lo stesso problema e qualcuno è caldo, forse troppo: una volta controllato la loro temperatura e somministratogli lo sciroppo, devo fronteggiare la fatidica domanda “vanno a scuola o li mando a letto?”... Non ho dubbi: chi ha una febbre da cavallo resta a casa, gli altri possono andare perchè non destano preoccupazione. Nel pomeriggio viene la fisioterapista ed insieme a lei valuto la situazione di ogni piccolo paziente, al fine di potergli offrire la miglior assistenza possibile.
Nei giorni a seguire i malati aumentano e, soprattutto nei giorni in cui sono il solo a dover gestire l'infermeria, ecco che c'è chi si presenta con una temperatura che sfiora i 40 gradi: cerco di mantenere la calma ma non posso non mostrarmi preoccupato. So che devo tenerlo sotto controllo per cui ogni due ore lo chiamo per verificare come sta. Il problema principale è che alla mattina ed alla sera la fila di chi si deve curare sembra non finire mai e riuscire ad attendere tutti sembra un'impresa titanica, soprattutto quando si è soli: il rischio è di dare qualcosa di sbagliato per cui bisogna stare bene attenti e procedere con calma, senza fretta ed allo stesso tempo dare la giusta attenzione ad ogni fanciullo che si ha davanti accogliendolo con un sorriso e facendosi raccontare come si sente. 
Quando a distanza di giorni noto che c'è chi torna in infermeria per una ricaduta oppure non si riesce a curare in nessun modo, perchè nonostante tutti i tentativi la tosse non se ne va, mi sento assalire dallo sconforto ma cerco di scrollarmelo subito di dosso: non c'è tempo per rassegnarmi, devo capire bene come posso aiutare a far guarire il ragazzo. Oggi, ad esempio, con una delle più piccole con un febbrone da cavallo e con un'altra che dopo qualche giorno continuava a tossire e cominciava ad avvertire dolore alle orecchie ho deciso di non indugiare: ho parlato con Liliana e le ho chiesto se potevo portarle alla posta (una specie di poliambulatorio) del paese per accertamenti non appena fosse arrivata la fisioterapista. Ricevendo la sua risposta affermativa il pomeriggio mi sono recato dal medico, ricevendo anche delle conferme su come avevo operato. Il problema ora sembra interessare più le bambine ma spero che il tutto si risolva presto: l'importante è non perdere la calma, far capire ai fanciulli che loro per primi non devono trascurare la loro salute (a volte è un'impresa non facile) e soprattutto cercare di dare il massimo nel cercare di farli tornare in salute!
Har baje

stampa la pagina

Nessun commento:

Posta un commento