“Mai più di lunedì!”: questo è
stato il mio primo pensiero quando ho finito il mio turno di guardia
notturna due martedì mattina fa.
Di solito sostituisco Don Eliseo il
sabato ma questa volta, per una serie di motivi, si è optato per
farlo il primo giorno della settimana: non ne ero dispiaciuto,
convinto che probabilmente il compito sarebbe stato meno gravoso
rispetto al solito. Inutile dire che mi sono sbagliato di grosso e
dovevo aspettarmelo visto che ho avuto delle avvisaglie non proprio
positive all'inizio della serata.
Era passata circa mezz'ora da quando ho
cominciato il turno di guardia e mi è toccato richiamare delle
bambine perchè avevano preferito rimanere a rincorrersi per la
piscina alla televisione. Visto che non ascoltavano le ho mandate
dall'educatrice responsabile del loro salone di studio poiché
quest'ultima le aveva dato il permesso per andare a vedere i cartoni
animati col risultato che sono state castigate.
Fin qui nulla di strano ma è dopo
l'uscita del personale alle 20 che la notte ha preso una brutta
piega: i tre fratellini appena arrivati stavano urlando nella loro
stanza del dormitorio maschile. Vado a vedere e li vedo saltare sui
letti e bisticciare... Gli parlo con calma e li metto a letto, mi
allontano per vedere gli altri ragazzi e subito ricominciano i
rumori. Torno a vedere e vedo che due di loro stanno litigando, hanno
buttato per terra le lenzuola, uno tira le tende e l'altro le riapre
mentre il piccolino piange perchè ha paura. Come la sera precedente
mi siedo al suo lato per tranquillizzarlo mentre quasi incredulo vedo
che i suoi due fratelli si offendono, si tirano le lenzuola, saltano
su e giù del letto e non c'è verso che smettano: cerco di farmi ascoltare parlandogli con amore ma niente.
Le cose precipitano quando mi chiamano
da un'altra camera per avvisarmi che c'è un bambino che non lascia
dormire i compagni di stanza, anzi gli getta nel pavimento i vestiti
e quant'altro tengono nell'armadio. Lo rimprovero, sembra abbia
capito e ritorno nell'altra stanza dove la situazione sembra
peggiorare perchè c'è chi si nasconde nel comodino, chi va su e giù per il bagno ed il più piccolo spegne e riaccende di continuo
la luce, facendomi poi cenno di sedermi accanto a lui. Nel frattempo gli
altri due continuano a fare e disfare il letto, a bisticciare finchè
il più grande fa arrabbiare l'altro che si siede e pare ignorarlo.
Invito tutti a dormire e ne approfitto per richiamare all'ordine gli
altri ragazzi, visto che si sono serviti del caos provocato dai nuovi
arrivati per parlare e giocare anziché dormire.
Sorge un nuovo problema: non posso
allontanarmi più di dieci metri dai letti dei tre fratelli che
questi ricominciano a saltare. Ritorno e per l'ennesima volta gli
parlo con pazienza e con affetto, rimbocco a ciascuno le lenzuola e
spengo la luce, subito riaccesa dal più piccolo che invito a non
farlo più... Tempo di fare due metri che la camera torna ad
illuminarsi e sento ancora qualche schiamazzo. Guardo l'ora, mi
sembrava fosse passata un'eternità ma erano appena passati 25 minuti
e proprio in quel momento mi chiamano nella stanza dove il
ragazzino di prima continua a buttare per terra le cose, gli parlo e
sembra capire che non deve farlo più.
Visto che sembra che sia arrivata
finalmente un po' di tranquillità approfitto per uscire dal
dormitorio maschile per spegnere le luci e verificare che nei chalet
delle bambine fili tutto liscio: ho dovuto farlo di corsa perchè
nuovamente si sentono delle grida proprio da dove venivo ed erano le
voci dei tre. Entro di corsa ed in fondo del corridoio vedo i tre
salire da una stanza che non era la loro, non faccio tempo a
raggiungerli che si erano già coricati nei loro letti fingendo di
dormire mentre uno si era nascosto dentro l'armadio. Non sapendo cosa
fare, chiamo al telefono Liliana in cerca di aiuto. Non risponde, mi
sento impotente quando dal dormitorio riecheggiano nuovamente delle piccole urla... So dove andare a vedere e scopro che uno dei tre
ragazzi vuole dormire nel pavimento perchè il maggiore l'ha
molestato troppo. Non ho scelta, non posso permettere che si corichi
per terra per cui sposto materasso e lenzuola su un altro letto:
questa soluzione ha esito positivo.
Passa qualche minuto di relativa
tranquillità e poi ritornano i rumori: il minore si è nascosto
nell'armadio e si arrabbia perchè non lo lascio lì, poi va nella
stanza di fronte e si mette sul letto di un altro. Gli spiego che non
può e deve lasciare riposare gli altri, sembra aver capito, lo
riaccompagno nella sua camera ma poco dopo esce dal dormitorio e mi
tocca rincorrerlo per tutto l'hogar... Robe da matti!
Riesco a rimetterlo a letto ma poi,
quando mi allontano, si infila nuovamente in una stanza non sua,
sotto la branda di un altro bambino. Non si schioda da lì, sento che
la pazienza mi sta abbandonando, non so più che pesci pigliare, sono
distrutto. Sono le 21 e i cancelli dell'hogar sono ancora aperti e quasi tutte le luci sono accese... Mi viene da piangere per la rabbia, esco dal
corridoio e provo a richiamare Liliana: per fortuna mi risponde, le
spiego quello che sta succedendo e credo senta la mia disperazione.
Dopo avermi ascoltato, mi dice di aspettare una sua telefonata. Dopo una
manciata di minuti ricevo la sua chiamata informandomi che viene Don
Eliseo a darmi man forte.
Lo aspetto con ansia e vedere la sua
sagoma entrare mi dà sollievo, mi dico che finalmente non sono solo
e c'è chi mi può aiutare: grazie a lui tutto si risolve in una
decina di minuti.
Tutto finisce bene ma resta il
rammarico per quanto successo, non riesco a togliermi dalla testa
l'idea di non essere stato all'altezza, di essere stato impotente
davanti a quanto accaduto. Penso a quanto sostegno deve essere dato
ai nuovi arrivati perchè praticamente sembrano aver vissuto fino ad
oggi senza regole e la notte appena trascorsa ne è un chiaro
esempio, appaiono appena usciti da chissà dove perchè non conosco
nessuna buona maniera: ci sarà da lavorare tanto con loro, prima di
tutto sarà importante fargli capire che ora ci sono delle persone che si
interessano veramente di loro e poi tutto il resto verrà da solo.
Credo che solo quando cominceranno a sentirsi amati episodi spiacevoli
come questi saranno un ricordo lontano.
Har baje
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