
Mi sono davvero divertito, mi sono
sentito rigenerato e per questo devo ringraziare Liliana che,
approfittando di una donazione abbondante di bottiglie d'acqua da
mezzo litro, ha proposto di organizzare una corsa coi ragazzi. Non me
l'avesse mai detto: sono bastate poche parole per ridestare il
podista che è in me e scatenare il entusiasmo e la mia
immaginazione, era semplicemente fantastico coinvolgere i ragazzi in
qualcosa che mi appassiona!
Bisognava soltanto trovare il giorno
adatto: ieri Liliana arriva in hogar e mi dice che aveva visionato
il luogo dove avremmo fatto la cosa, è un po' preoccupata per il
traffico ma subito le propongo un percorso alternativo che arriva
fino al fiume. Quello che può preoccupare è la presenza di cani
randagi, visto che siamo in una zona dove la rabbia è endemica,
mentre il caldo e la sabbia non sembrano un grosso ostacolo. La
decisione se realizzare l'attività tarda ad arrivare, non si è
certi se vale la pena rimandarla o meno: sinceramente speravo si
facesse, ormai avevo l'adrenalina in corpo e mi sarebbe stato
difficile mandar giù un rinvio, non volevo proprio rinunciare a
correre coi ragazzi. Non indugio e mi offro di andare a fare un giro
di perlustrazione: di animali dall'aspetto minaccioso non c'era
traccia, non c'era nulla che avrebbe impedito di svolgere la marcia e
così posso tornare all'hogar raggiante e con un bel sorriso in
volto. Comunico a Liliana che la cosa si può fare, basta coinvolgere
il personale presente in modo da tener sotto controllo i ragazzi
durante l'evento: Don Claudio sarebbe andato con un'educatrice con la
camionetta al giro di boa per rifornire di una bottiglia d'acqua i
fanciulli; altre due operatrici si sarebbero posizionate lungo il
percorso per vedere che i partecipanti non sbagliassero strada mentre
Liliana con la sua auto avrebbe chiuso il gruppo, accompagnando gli
ultimi fino all'arrivo. Il sottoscritto invece avrebbe corso in
compagnia dei bambini: prima coi più piccoli in un tragitto più
corto e poi con i più grandi in quello più lungo, non sarebbe stato
difficile anche se era da quasi due mesi che non mi allenavo.
Quando annunciamo la cosa i più erano
contenti, erano entusiasti mentre le ragazze più grandi erano un po'
restie all'idea ma nessuno poteva rifiutarsi di farla, eccezione
fatta per i disabili che ospitiamo.

Faccio appena in tempo a bagnarmi la testa e le
braccia che riparto coi più grandi, il tracciato è più lungo e
come avevo fatto in precedenza parto nelle retrovie anche per capire
chi potrà avere qualche problema. Procedo con un ritmo blando,
spronando chi stavo superando, poi quando mi avvicino a un gruppetto
di maschietti aumento il ritmo lasciandoli letteralmente di stucco,
visto che mi prendevano un po' in giro per il fatto che mi erano
stati davanti fino quel momento. Mentre mi avvicino al giro di boa
posso ammirare i primi che stanno tornando all'hogar e non posso che
apprezzare sia la cadenza dei loro passi che il fatto che sembra non
sentano fatica: chissà se un giorno avrò la possibilità di fare
qualche allenamento in loro compagnia!
Giungo al punto di consegna dell'acqua
e applaudo, incito ed imparto consigli a chi arriva, andando su e giù
come un forsennato: quando vedo l'auto di Liliana decido di prendere
la via del ritorno, affiancando un fanciullo che vedevo in
difficoltà. Voleva mollare, lo vedevo provato ed allora gli dico che
tutto sta nella sua testa, rallento vistosamente il mio ritmo e lo invito a seguirmi: così fa, cominciamo a superare chi ci precede,
raggiungiamo due che ci accompagnano per qualche centinaio di metri.
“Potete farcela!”, gli dicevo continuamente, “non dovete
pensare agli altri, fate un'andatura che potete mantenere con
facilità”. Quando mi dicono che sono a corto di fiato suggerisco di
camminare e gli mostro alcuni esercizi di respirazione che li possa
aiutare, continuiamo ancora un po' insieme fino a quando noto che
hanno mollato. Suggerisco di aspettare Don Claudio con la camionetta e poi raggiungo un gruppo che mi precedeva: anche
qui parole per spronare a dare quanto avevano ancora in corpo, per aiutare
prendo in consegna acqua ed infradito. Vedo l'arrivo vicino e
propongo di sprintare e così fanno: tutti sono soddisfatti di
avercela fatta! Non è ancora finita perchè in vari mancano
all'appello: nuovamente vado verso di loro per poi accompagnarli negli ultimi metri, gli grido
di dare il tutto per tutto perchè manca poco, gli prendo per mano, qualcuno lo spingo per fargli affrontare gli ultimi metri, gli do il
cinque quando concludono la loro fatica... piccole cose che so che in
queste occasioni fanno la differenza.
Prima delle premiazioni dei primi
arrivati c'è chi mi circonda soddisfatto di quanto fatto, vedo volti
stanchi ma sereni e felici, c'è chi mi dice che non vede l'ora di
correre di nuovo e non posso che esserne contento: mai avrei pensato
che un'attività di questo tipo li coinvolgesse così tanto e di
divertirmi in questo modo, per un po' mi è sembrato tornare bambino!
Har baje
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